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MotoGP, GP Assen: il Bello, il Brutto e il Cattivo

GP Assen: il Bello, il Brutto e il Cattivo

Non sarà più né università né cattedrale, ma anche senza professori e sacerdoti Assen riesce benissimo a regalare gare belle e imprevedibili. Il meteo ci ha messo lo zampino, ma il resto è tutto farina del sacco dei ragazzi di Moto3, Moto2 e MotoGP.

Partiamo con le piccole pesti che sono diventare grandi in Olanda, poi passiamo all’urlo di Nakagami che ha terrorizzato l’occidente e finiamo con il pazzo sogno australiano di Miller.

Ci sarebbe anche da parlare delle cadute di Rossi e Dovizioso e dello stop di Petrucci, ma ci sforziamo di vedere il bicchiere (rigorosamente di birra) mezzo pieno.

Fabio Di Giannantonio, Francesco Bagnaia e Andrea MignoIL BELLO –  I moschettieri (senza D’Artagnan) sono 3, quelli dell’Ave Maria 4 e gli italiani davanti a tutti ad Assen 5. Non gli hanno ancora dedicato né un libro né un film e, nell’attesa, si dovranno accontentare di queste poche righe. Bagnaia, Di Giannantonio, Migno, Fenati e Antonelli è la formazione da mandare a memoria, più Bulega e Dalla Porta. Sette su dieci, non c’è male.

IL BRUTTO – L’espressione sul viso di Danilo Petrucci, incrociato nel paddock poco dopo la gara. I GP pazzi sono pane per i denti del ternano, peccato che l’alternatore della sua Ducati abbia deciso di togliergli il boccone dalla bocca. Maledetta sfortuna.

IL CATTIVO – La stagione di caccia si è aperta in anticipo e i volatili hanno avuto la peggio. Scordatevi le ali in MotoGP, la loro agonia durerà fino al termine della stagione. Addio alette, l’unica innovazione tecnica visibile a chi non avesse due lauree in ingegneria, l’unica curiosità che aveva portato qualche differenza in moto sempre uguali. Gli italiani le piangono, i giapponesi gioiscono.

LA DELUSIONE – Chi va piano va sano e va lontano, è il motto che Jorge Lorenzo ha fatto suo ad Assen. Di solito in MotoGP non funziona, ma c’è un eccezione a tutto. Il che non toglie che il fine settimana del maiorchino sia stato al limite dell’imbarazzante.

LA CONFERMA  – Talento e follia? Togliete la seconda caratteristica, perché il Marc Marquez versione 2016 è più saggio di un’eremita. Controlla, gestisce e vince anche arrivando secondo. La moto non sarà perfetta, ma il suo ruolino di marcia quasi.

Andrea Dovizioso, Danilo Petrucci e Valentino RossiL’ERRORE –  Due dei piloti più esperti e lucidi del Mondiale sono caduti nella stessa trappola e, dopo la pioggia, si sono fatti da soli una bella lavata di capo. Senza bisogno di chiederglielo, Valentino Rossi e Andrea Dovizioso si sono seduti dietro alla lavagna con il cappello dalle orecchie d’asino. Infierire non serve.

LA SORPRESA – Nessuno si aspettava di vedere un pilota bere lo champagne dal suo stivale (rigorosamente usato). In pochi si aspettavano anche di vedere Miller sul gradino più alto. E Redding su quello più basso. Insomma, doppia sorpresa e molto bella.

IL SORPASSO – Ci eravamo ripromessi di scegliere il migliore tra quelli della Moto3, ma poi la difficoltà dell’operazione (e la pigrizia) ci ha fatto cambiare idea. Scegliete voi, sbagliare è impossibile.

LA CURIOSITA’ – In ordine sparso: erano 63 GP che vincevano sempre i soliti noti (Rossi, Marquez, Lorenzo e Pedrosa) e se ci mettiamo anche Stoner arriviamo al 2011 per trovare Spies in Olanda; poi era dal 1987 che non c’erano 5 italiani davanti a tutti (6 in quel caso); inoltre i vincitori delle 3 classi erano tutti alla prima volta (nel caso di Miller in MotoGP). Basta così.

IO L’AVEVO DETTO –Se piovesse, servirebbe un miracolo”. Miller che toglie punti a Marquez e Rossi che va a terra bastano, Jorge?

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