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Rivola: "La MotoGP non deve copiare la F1 ma chiedersi perché ha più successo"

"La Sprint Race aiuterà ad attirare più attenzione e mi piacerebbe avere le comunicazioni radio, ma in modo che non siano pericolose per i piloti"

MotoGP: Rivola:

Il confronto fra Formula 1 e MotoGP è un tema caldo di questi mesi, con le quattro ruote che vivono un momento di crescita mentre le due faticano ad attrarre sponsor e pubblico. I due mondi vivono di velocità, ma sono anche distanti fra loro e fra chi conosce meglio entrambi c’è Massimo Rivola.

L’amministratore delegato di Aprilia Racing ha parlato a Speedweek di come stia cambiando il motociclismo e cosa debba fare per migliorare ancora.

La Formula 1 sta vivendo un momento fantastico se guardi a come la gente la percepisce - ha spiegato - Non credo che si possa paragonare con l’emozione della MotoGP, la F1 è qualcosa di più grande, ma lo spettacolo che noi mettiamo in scena è molto migliore. Quindi dobbiamo trovare un modo per attirare più sponsor e pubblico, non dobbiamo essere soddisfatti di ciò che abbiamo ottenuto”.

In tanti dicono che l’ambiente della massima serie dell’automobilismo sia più esclusivo e questo attrae la gente. “Penso che i piloti di Formula 1 mostrino più glamour, quelli di MotoGP passione” l’opinione di Rivola.

Poi c’è il tema della Sprint Race, format che debutterà in tutte le gare il prossimo anno e che ha pro e contro.

Dobbiamo trovare nuove idee - ha continuato il manager - Il prossimo anno avremo 42 gare, sarà intenso per le squadre ma soprattuto per il piloti. Sono però convinto ce la Sprint Race attirerà più attenzione. Fino a ora, in MotoGP abbiamo offerto 40 minuti spettacolari, ma a parte questo non c’è molto. In F1 vedi molta più preparazione: l’avvicinamento all’evento, la gara stessa in cui conta la strategia, che in MotoGP non c’è. Anche i messaggi radio sono molti importanti per offrire più spettacolo. Dobbiamo cercare di portare queste comunicazioni anche in MotoGP, anche se penso dovremmo trovare il modo giusto perché non siano  pericolose per i nostri piloti. Una soluzione potrebbe essere quella di fare parlare solo il pilota”.

Show e business devono andare a braccetto “però non si tratta di copiare quello che sta facendo la Formula 1, ma di chiedersi perché ha più successo di noi”.

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