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MotoGP, Da Morbidelli a Miller: seconde guide non di nome ma di fatto

L'ANALISI - Nel confronto con i loro compagni di squadra nella gara del Mugello, Franco, Jack, Martin e Vinales ne escono sconfitti senza possibilità di replica

MotoGP: Da Morbidelli a Miller: seconde guide non di nome ma di fatto

Aprilia, Ducati, Yamaha: dal GP di Austin in poi non ci sono state moto di altre marche sul podio. Sono loro tre a fare la differenza, o meglio i loro piloti di punta. Se la moto di Noale e quella di Yamaha possono contare su una sola punta (Aleix Espargarò e Fabio Quartararo, naturalmente) a Borgo Panigale hanno ben più nomi a cui affidarsi (Bagnaia e Bastianini prima di tutti). In verità i team ufficiali avrebbero tutti a loro disposizione due prime donne, ma ultimamente le cose stanno andando diversamente e la differenza fra i compagni di squadra sono abissali.

È successo anche al Mugello, dove la differenza fra prima e seconda guida non è politica, ma dettata dai risultati. Come dimostra la tabella che trovate qui sotto.

Partiamo dal vincitore del Gran Premio di Italia, Pecco Bagnaia, e analizziamo i suoi risultati con quelli di Miller, che è arrivato al margine della zona punti. Il confronto è impietoso: l’australiano, nell’arco della gara, è stato di quasi 18 secondi più lento dell’italiano e anche nel giro più veloce la differenza è enorme: ben più di un secondo.

Strano, contando che Jack è andato già due volte sul podio in questa stagione e che nella scorsa aveva vinto ben 3 gare. Al Mugello ha sbagliato in partenza, andando addirittura fuori dal tracciato e perdendo tante posizioni. Trovatosi 22° è riuscito a rimontare solo per una manciata di posizioni: “faticavo a superare” ha spiegato. Strano, vedendo come Bagnaia l’ha invece fatto con piloti ben più veloci di quelli con cui si e trovato ad avere che fare Miller.

Anche nel team satellite Pramac la situazione non è stata tanto diversa: ai piedi dei podi Zarco e 13° Martin, arrivato al traguardo quasi 15 secondi dopo il compagno di squadra. Anche i 6 decimi abbondanti di differenza sul giro più veloce parlano di un momento di crisi dello spagnolo che lo scorso anno, al debutto in MotoGP, aveva impressionato sia in qualifica che in gara. Jorge ha un problema al tunnel carpale, ma ancora di più con la GP22, e se ne è lamentato apertamente durante il fine settimana.

Il caso più eclatante, però, è quello di Morbidelli. Franco era arrivato 2° in campionato solo due anni fa, guida la Yamaha da tempo e ha molta esperienza. Anche avere Quartararo nel box non è una novità, ma da quando ha messo piede nel team ufficiale è irriconoscibile.

Al Mugello forse ha toccato il punto più basso: quasi 20 secondi dal compagno di squadra al traguardo, vale a dire quasi un secondo a giro, mentre la differenza nel loro miglior giro è di 7 decimi e mezzo. Ancora: Morbidelli è arrivato dietro a Darryn Binder, che arriva dalla Moto3, guida la M1 dell’anno scorso e ha anche scontato una Long Lap Penalty. C’è chi ha fatto peggio di lui: Dovizioso, con 29 secondi da Fabio.

Difficile spiegare cosa stia succedendo a Franco, che a ogni GP giura di stare facendo passi in avanti, anche se il cronometro sembra smentirlo. Il pilota della Yamaha non riesce ancora a sfruttare la sua moto e, quel che è peggio, non vede una luce in fondo al tunnel.

Il discorso su Vinales, invece, è diverso. Innanzitutto è quello che ha pagato meno a fine gara dal compagno di squadra (una decina di secondi) e anche la differenza da Aleix sul giro veloce è più contenuta (mezzo secondo). Maverick, però, ha fatto segnare la sua migliore prestazione in gara al terzultimo giro, Aleix al 5°.

In altre parole, Vinales non riesce ancora a sfruttare la sua RS-GP con gomme nuove, come dimostrano anche i suoi deludenti risultati in qualifica. Infatti, guardando ai cronologici, lo spagnolo negli ultimi 8 giri è riuscito a girare con un passo simile a quello dei piloti che sono saliti sul podio, quando non migliore.

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