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Leon Haslam: “Il mondiale SBK oggi è come una prigione per i piloti”

Abbiamo intervistato Leon a Donington: “Il BSB mi ricorda come era il mondiale una volta, più vicino ai tifosi e più divertente. Oggi nei contratti c’è scritto cosa puoi dire e cosa no. Non mi sembra positivo”

SBK: Leon Haslam: “Il mondiale SBK oggi è come una prigione per i piloti”

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Leon Haslam è impegnato nel BSB in questa stagione e per il figlio del mitico Ron è un po’ un ritorno alle origini. Ha corso in 500, ha corso per tanti anni nel mondiale SBK, ha vinto la 8 Ore di Suzuka. Di certo ha avuto una carriera lunga e di successo, durante la quale ha anche sfiorato il titolo iridato in SBK nel 2010, dopo una bella sfida con Max Biaggi. 

Abbiamo incontrato Leon a Donington, durante la tappa del campionato BSB in cui sta correndo in sella ad una Kawasaki. Come sempre gentilissimo, ha accettato di parlare con noi del suo presente ed anche di fotografare le differenze che ci sono oggi tra i due campionati, rivelando alcuni retroscena molto interessanti. 

Dal mondiale SBK al BSB. Ti manca quel campionato, oppure ti diverti di più qui?
“Io semplicemente adoro le gare, tutte. Ho corso tantissimi anni nel mondiale, a volte con moto buone, altre con moto meno buone. La competizione è di altissimo livello sia nel mondiale che qui nel BSB, hai in ogni caso bisogno di tutto il pacchetto. La moto, la squadra. A volte devi scegliere la migliore opportunità che ti si presenta e qui sto costruendo un progetto interessante. Sono sicuro che un passo dopo l’altro potrò tornare a vincere. Non mi manca il mondiale in realtà”.

Le ultime due stagioni con la Honda non sono state facili. Cosa è mancato secondo te?
“Con la Honda c’erano tanti problemi. Quando sono arrivato lì, è arrivato il Covid ed in Giappone molto lavoro in HRC è stato completamente fermato dal punto di vista dello sviluppo. Per i due anni in cui sono stato lì con Alvaro come compagno di squadra, non ci sono stati tanti sviluppi, non arrivavano pezzi nuovi. Il problema che secondo me aveva quella moto è che è stata sviluppata in Giappone utilizzando le gomme Bridgestone. Quelle gomme sono davvero molto diverse dalle Pirelli, completamente un altro mondo. Penso che loro debbano imparare da questo. Per me è sono stati due anni frustranti, ma è stato bello essere coinvolto in un progetto così bello. E’ stato un peccato non poter rimanere lì per rendere la CBR vincente, perché sono convinto che possa esserlo. Ma la cosa buona è che il mio compagno di squadra era Alvaro e la prima stagione l’abbiamo finita con gli stessi punti, ci siamo battuti tante volte a vicenda. L’anno precedente aveva vinto 15 gare, quindi per me questa è stata una bella soddisfazione”.

Guardando indietro, secondo te qual’è stato il tuo anno migliore?
“Il mio anno migliore è stato probabilmente il 2010, con la squadra Suzuki Alstare. Non c’erano aspettative troppo elevate, perché l’anno prima la moto non era stata particolarmente veloce. Ma abbiamo vinto subito, la prima gara del mondiale e le aspettative si sono alzate all’improvviso. La moto era buona, la squadra era fantastica. Potevo vincere o arrivare settimo, tutti nel team erano felici. Era come una famiglia, per me questo è un ricordo bellissimo, una grande stagione. Ho chiuso al secondo posto nel mondiale dietro Biaggi, è stata la mia stagione migliore”. 

Il BSB non sembra affatto un campionato più facile. Ci sei tu, c’è Sykes, ci ha corso Redding.
“Il BSB è un campionato molto competitivo. Ci sono tanti piloti veloci. Le regole sono abbastanza severe per limitare le prestazioni delle moto, e questo a volte crea qualcosa di buono, altre meno perché i piloti non possono imparare molto e farsi trovare pronti per il mondiale. E’ così, ci sono tanti piloti molto forti che corrono qui e sanno che non è affatto facile. Anche Sykes è qui e di certo non sta soffrendo perché è un cattivo pilota, perché lui è uno dei più forti. Ma qui devi capire come fare per essere veloce, le piste sono particolari, le moto anche. Nel mondiale puoi lavorare su ogni singolo tracciato sull’elettronica della moto, adattarla alla pista. Qui è completamente diverso”.

Tu hai corso nel mondiale SBK quando c’erano nomi come quello di Bayliss, Haga, Corser. Quanto è cambiato il mondiale da quel periodo ad oggi?
“Io sono arrivato molto giovane nel mondiale SBK ed ho vissuto un po’ la fine di un’era. Erano le ultime stagioni di Colin Edwards, il paddock era più aperto ed amichevole con i tifosi, come è oggi quello del BSB. Era un posto in cui potevi divertirti con la famiglia, anche tra piloti ci si divertiva di più la sera dopo le prove o le gare e si faceva festa. Negli ultimi anni ho perso questa sensazione nel mondiale, un po’ magari a causa del Covid. Ma anche perché oggi fare il pilota è più come un lavoro. E’ sempre stato un mondo di professionisti, dove tutti si sono impegnati al massimo in quello che facevano. Ma oggi con i Social tutto è cambiato e sei costantemente sotto osservazione, nei contratti che firmi con le Case c’è scritto quello che poi dire e quello che non puoi”. 

Sembra che manchi un po’ di libertà.
“E’ un po’ come stare in prigione. Per me questa non è una cosa positiva, ma capisco in parte le ragioni che ci sono dietro. E’ un business enorme, rappresenti il lavoro di molte persone. Nel BSB è come se tutto fosse ad un livello meno impegnativo.Ho un’academy in Inghilterra e sto cercando di insegnare ai miei ragazzi a mantenere la propria personalità, anche se devono adeguarsi a certe regole. Per me questa è la cosa più difficile”. 

Hai avuto tanti compagni di squadra, chi è stato secondo te il più veloce?
“La domanda è difficile! Ho avuto tanti compagni davvero veloci. Noriyuki Haga era incredibile. Nelle libere o in qualifica non era mai veloce, poi arrivava la gara ed era davvero leggendario. Anche Troy Corser era un grande, mi sono divertito molto con lui. Ma alla fine il re è senza dubbio Jonathan Rea. Ho corso con lui in Honda ed anche in Kawasaki, ed il modo che ha sempre avuto lui di gestire le varie situazioni è incredibile. Dal punto di vista delle prestazioni, Rea è senza dubbio stato il migliore in assoluto. Ma con Haga e Corser mi sono divertito di più!”.

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