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MotoGP, Addio Suzuki: Mir e Rins all'ufficio di collocamento

Per Joan l'ipotesi più probabile è la Honda, Aprilia potrebbe aprire la porta ad Alex con Vinales che sta sondando altre strade

MotoGP: Addio Suzuki: Mir e Rins all'ufficio di collocamento

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Il mercato piloti, dopo tante speculazioni, sembrava starsi incanalando verso sentieri tranquilli. Con Marquez e Bagnaia già accasati, Quartararo si è ormai convinto di non cambiare ed era la stessa idea di Mir, come confermato dal suo manager. Rins, da parte sua, aveva dichiarato di avere avuto garanzie da Suppo sulla possibilità di una sua permanenza in azzurro. Finché, lunedì, Suzuki non ha annunciato (alla squadra, perché un comunicato ufficiale lo si attende ancora) di volersi ritirare dalla MotoGp a fine anno.

Ora ci sono due pedine sul mercato e di quelle importanti, perché parliamo di un campione del mondo della MotoGp (Joan) e di un pilota molto veloce (Alex). C’è abbastanza per cambiare qualche equilibrio. Non fosse che almeno due squadre ufficiali sono già a posto: Yamaha che ha già un contratto con Morbidelli come partner di Quartararo e Ducati, che sceglierà internamente chi affiancare a Bagnaia.

Per Mir, l’opzione più probabile è quella di vestire i colori Repsol della Honda. Lo spagnolo avrebbe potuto già farlo anni fa, quando debuttò in MotoGp, ma scelse Suzuki. Ora il matrimonio si può fare, anche perché il rendimento di Pol Espargarò non soddisfa HRC e Joan sarebbe l’opzione migliore per sostituirlo. Parliamo di un pilota molto costante, che può portare informazioni importanti arrivando dall’equilibratissima GSX-RR e molto giovane con i suoi 24 anni.

Per Mir si tratterebbe di andare nella tana del lupo Marquez, mossa che ha già scottato altri piloti, ma non è il momento di fare gli schizzinosi.

Per Alex Rins, invece, il futuro è più incerto. Se parliamo di team ufficiali, ne rimangono (prendendo per buono l’arrivo di Mir alla Honda) solo due liberi: KTM e Aprilia. Il primo, però, non sembra troppo interessato allo spagnolo al momento, mentre nel secondo la situazione è più fluida.

Noale, dopo i risultati di questo inizio di stagione, è praticamente ‘costretta’ al rinnovo con Aleix Espargarò, bisogno solo mettersi d’accordo su soldi e durata dal contratto. Le cose con Vinales non vanno invece altrettanto bene e, a Jerez, sono circolate voci insistenti che il suo manager avrebbe bussato alla porta di Pramac per valutare un passaggio alla Ducati nel team satellite lo scorso anno.

Per Noale non sarebbe per nulla un brutto colpo nel caso di addio di Vinales e anche Alex non potrebbe lamentarsi, considerate le prestazioni della RS-GP quest’anno. Anche perché, se volesse un’altra moto, Rins dovrebbe accontentarsi di team privati.

Su questo campo, però, bisogna ancora andare con i piedi di piombo. Innanzitutto perché la notizia del ritiro di Suzuki è arrivata all’improvviso, quindi è ancora tutto in fieri, con i manager che stanno sondando possibilità e scenari futuri. Non è un mistero che Leopard da anni voglia passare in classe regina, come che KTM stia investendo sul marchio GasGas con cui corre già in Moto3 e Moto2. Ora si dice che potrebbe fare altre 2 moto, per colorarne due in bianco e rosso. Ora come ora, sono ipotesi.

Se Dorna vorrà mantenere le 24 moto sullo schieramento, allora un costruttore dovrà garantirle. KTM certo, ma anche Aprilia, a cui servirebbe una squadra satellite per fare crescere giovani piloti e sviluppare al meglio la sua moto, soprattutto ora che ha perso le concessioni.

Un team come Leopard (magari con una collaborazione da parte di Max Biaggi) potrebbe essere un candidato, ma c’è anche Razali che deve decidere il suo futuro. Il team WithU ha firmato infatti un accordo con Yamaha di un solo anno e, se non venisse rinnovato, potrebbe passare a un altro costruttore.

La speculazioni sono tante anche per quando riguarda dove andrebbero a finire le M1 rimaste orfane. C’è chi dice che a Iwata potrebbe farne a meno e chi che andranno alla VR46 (che ha in verità un contratto di 3 anni con Ducati).

I giochi sono tutt’altro che fatti e la settimana di pausa dalle gare non lo sarà dal lavoro per i manager.

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