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MotoGP, Bagnaia: "Più difficile gestire Quartararo che il dolore alla spalla"

"In una gara così non hai tempo di pensare ad altro che non sia essere veloce. Ho smesso di cercare di adattare la Ducati GP22 a me e ho cambiato il mio stile"

MotoGP: Bagnaia:

Venticinque giri in apnea, con il fiato di Quartararo sul collo e la pista davanti agli occhi. Venticinque giri aspettando la bandiera a scacchi, sperando che non fosse oscurata da un’ombra blu. La gara di Jerez è stata tutto questo per Bagnaia e molto di più, il momento per tornare quello che era, veloce e preciso, finalmente tutt’uno con la sua Ducati. Dimenticando il dolore alla spalla, le prime gare di sofferenza, i dubbi su se stesso e la moto.

È una vittoria importante, soprattutto internamente a Ducati - afferma Pecco - L’abbiamo ottenuta su una pista in cui la Yamaha e Quartararo hanno sempre detto la differenza e dopo un momento in cui eravamo in difficoltà”.

È stato più difficile gestire la spalla o Quartararo sempre alle tue spalle?
Fabio! (ride) Non ho mai avuto un vantaggio di due o tre secondi, era a 5, 6, 7 decimi, per tutta la gara. In quella situazione è facile sbagliare e non pensi ad altro se non essere migliore, più veloce. Non avevo tempo per pensare ad altri problemi, ero totalmente concentrato, se fossi andato largo a una curva sapevo che Fabio ne avrebbe approfittato. Era importante essere costante”.

Non è la prima volta che ti trovi in una situazione del genere ma l’ultima volta, a Misano, avevi sbagliato.
Quella caduta era stata causata da una scelta di gomme sbagliate, una scommessa che non aveva pagato. In Moto2, però, avevo fatto molte gare così, in cui pensare solo a dare il meglio possibile. Sapevo che Fabio oggi sarebbe stato forte, ma lo ero anche io”.

È la prima di una serie di battaglie fra voi due?
Vedremo, in MotoGP le cose cambiano sempre. Oggi è andata così, ma penso che Aleix sia rimasto un po’ bloccato e anche Mir era veloce”.

Raccontaci la tua gara.
Ho fatto una delle mie migliori partenze di sempre, sono contento perché con la GP22 faticavamo con l’impennamento. Poi, nel primo giro, ho pensato a chiudere tutte le porte a Fabio, soprattutto all’ultima curva. Sapevo che era lui l’uomo da battere e se si fosse messo davanti avrei potuto avere problemi con la gomma anteriore. Però tenere quel passo è stato difficile, con quel caldo il posteriore scivolava e l’anteriore si bloccava”.

Con questa vittoria sei uscito finalmente dal tunnel?
Nei test invernali ero ottimista, ma alla prima gara ho capito che la realtà era diversa, faticavo. A un certo punto ho smesso di cercare di adattare la moto a me stesso e ho cercato di cambiare il mio stile. Già lo scorso anno la mia velocità in curva era aumentata, ma ho dovuto lavorare per capire come entrare ancora più forte e non è stato semplice perché parliamo di decimi di secondo, si particolare. La GP22 è più veloce nelle piste guidate come questa, ora dobbiamo trovare di migliorare la velocità massima”.

La spalla non ti ha dato problemi?
Ero molto preoccupato perché nel warm up non avevo usato antidolorifici ed era stato difficile guidare, ma la Clinica Mobile mi ha dato qualcosa di buono per la gara (ride). Gli ultimi giri sono stati comunque difficili, perché a Jerez molte frenate sono prima di curve a destra e mi faceva male”.

La rincorsa a Quartararo è iniziata?
"Sarà importante non perdere più punti, sono a 33 da lui dopo 6 gare. Sono già abbastanza ma ho ancora tempo per recuperare”.

Nella tua personale classifica, come si posiziona questa vittoria?
La prima che ottenni fu incredibile, ad Aragon, su una pista sempre difficile per me. Per anche quella di oggi è importante perché è arrivata dopo un periodo difficile e tanto lavoro per riuscire a dimostrare tutto il potenziale di questa moto. È stata una grande vittoria”.


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