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MotoGP, Ciabatti: "Ducati capisce Bagnaia, vogliamo andargli incontro"

"Per la GP22 non è stato il debutto che speravamo, alcuni particolari sono ancora acerbi. Gli altri costruttori contro l'abbassatore? Non vedo fair play nel nostro mondo"

MotoGP: Ciabatti:

La gara inaugurale del Qatar ha lasciato negli uomini di Ducati sensazioni contrastanti. Da una parte c’è stata la gioia per la vittoria di Bastianini con i colori del team Gresini, dall’altra la delusione di non vedere neppure una delle due Desmosedici della squadra ufficiale arrivare al traguardo, a causa di un errore per Bagnaia e di un guasto per Miller.

Dalla GP22 ci si aspettava di più e questo lo sa benissimo anche Paolo Ciabatti, che della Rossa è il direttore sportivo. Con lui iniziamo però dalle belle notizie, cioè il successo di Enea.

"La vittoria di Bastianini una soddisfazione sui piani sportivo ed emotivo"

“Credo che non se lo aspettasse nessuno - ammette - Sapevo che avrebbe fatto una bella gara perché da quando era salito sulla GP21, già dai test di Jerez, era sempre andato fortissimo e nelle prove in Qatar era uno dei piloti con il passo migliore. Speravo potesse salire sul podio, ha fatto una gara fantastica, superiore alle aspettative nostre, del team e sue. È stata una vittoria pienamente meritata perché arrivata non grazie a disgrazie altrui, tanto di cappello. Il passaggio sull’ultima versione della GP21, la moto che ha vinto le ultime 4 gare su 6 dello scorso anno, è stato un passo avanti per Enea e lo ha saputo sfruttare al meglio”.

L’avventura del team Gresini con Ducati non avrebbe potuto iniziare meglio.
È una bella soddisfazione per Enea ma sopratutto per la squadra, sapendo tutte le difficoltà che ci sono stare lo scorso anno dopo che Nadia ha deciso di proseguire con il progetto di Fausto. Non è stato un anno facile per mille motivi, a partire da quelli affettivi passando a quelli pratici. Insieme a loro siamo riusciti a creare una situazione di cui siamo pienamente soddisfatti, non solo sul piano sportivo ma anche su quello emotivo.

"Alcuni particolari della GP22 sono ancora acerbi, non il debutto che speravamo"

Le brutte notizie sono arrivate dal team ufficiale, né Bagnaia né Miller sono arrivati al traguardo.
“Abbiamo avuto un fine settimana complicato, avere fatto zero punti è un risultato molto negativo per noi. Jack ha avuto un problema elettronico che abbiamo chiarito e non si ripeterà più, ma purtroppo si è dovuto fermare. Pecco, che stava girando molto velocemente, ha fatto un errore coinvolgendo anche Martin. Non abbiamo portato al debutto la GP22 con i risultati che speravamo, evidentemente alcuni particolari sono ancora acerbi”.

I test invernali non sono stati sufficienti?
Sicuramente non avere potuto girare con continuità in condizioni stabili non ci ha aiutato a mettere a punto una serie di aspetti della moto che devono essere ancora sistemati. A Mandalika avevamo trovato una pista molto sporca e poi l’asfalto che si sgretolava. Nonostante la pole position di Martin, le prestazioni in Qatar sono state al di sotto della nostre aspettative”.

Qualcuno ha interpretato la scelta di un motore diverso da parte di Bagnaia e Miller rispetto agli altri piloti sulla GP22 come un segno di confusione.
Lasciamo le interpretazioni degli altri a chi le fa. Durante i pochi giorni di test è emerso che soprattutto Bagnaia ma anche Miller ritenevano l’erogazione del motore non fosse sufficientemente modulabile. Quindi hanno chiesto, dopo il test di Sepang, se fosse possibile rivedere alcune caratteristiche del motore. Abbiamo cercato di andare incontro a queste richieste e abbiamo portato questa sorta di motore ‘ibrido’, che ha alcune caratteristiche più simili a quelle del 2021. Detto questo, gli altri piloti con la versione 2022 avevano dato il loro OK a proseguire con questo motore che, può avere bisogno di essere addolcito ancora nel suo comportamento, ha consentito a Marini di fare il miglior tempo nel 2° giorno a Mandalika. Credo di potere dire che, per quanto riguarda Pecco, il fatto di avere chiuso la stagione 2021 in modo eccezionale, con una fiducia eccezionale e con un tipo di erogazione del motore più progressiva, ci abbia spinto a creare una versione ibrida del propulsore che avesse quella caratteristica.

"Capiamo Bagnaia e terremo conto di quello che ci ha detto"

Bagnaia si è lamentato a fine gara: ‘non sono qui per fare il collaudatore ma per vincere’, sono state le sue parole. Come avete accolto quello sfogo?
La GP22 aveva soluzioni non del tutto mature e capisco che un pilota, che lo scorso da un certo punto non aveva più toccato la moto riuscendo a trovare una fiducia eccezionale con tutto il pacchetto, sia sia trovato in difficoltà con alcune soluzioni che gli hanno fatto perdere un po’ di feeling nella prima giornata e mezza di prove. Capisco il suo punto di vista e ne abbiamo tratto le dovute conseguenze.

C’è stato un carico di lavoro eccessivo nei suoi confronti?
Il lavoro è stato distribuito su tutti i piloti con la GP22. Nel suo caso, avendo l’obiettivo di lottare per il Mondiale, il fatto di provare delle soluzioni che non gli hanno dato fiducia lo ha innervosito”.

Dal GP di Indonesia il metodo di lavoro cambierà?
È Dall’Igna a prendere certe decisioni, ma credo che la volontà sia quella di andare incontro alle sue necessità. Sappiamo che la convinzione del pilota di avere il pacchetto giusto fa molto, a volte più di un’innovazione tecnica”.

Avere 8 moto in pista ha complicato il lavoro di sviluppo sulla GP22?
No, ci sono complicazioni a livello logistico ma le conoscevamo già e le abbiamo affrontate. Non è stato quello il problema”.

"La reazione degli altri costruttori contro l'abbassatore non è corretta"

A proposito di problemi da affrontare, prima ancora di scendere in pista avete affrontare l’attacco degli altri costruttori sull’abbassatore anteriore.
È una storia che si ripete e non può farci piacere. Pensiamo che la reazione degli altri costruttori di vietare a un’azienda, che si muove all’interno del regolamento, una soluzione tecnica consentita sia poco corretta. Mi sembra di vedere ripetersi con le ali nel 2016, con il cucchiaio nel 2019, con tutta una serie di innovazioni che Ducati ha introdotto per prima. Il sistema di abbassare la moto in partenza lo abbiamo inventato noi e lo hanno copiato tutto, lo stesso il dispositivo che abbassa il posteriore durante la gara. Credo che le ragioni addotte siano pretestuose.

Puoi specificare?
È stato detto che non è un sistema che non si può usare sulle moto di serie, faccio presente che tutti i nostri concorrenti usano le valvole pneumatiche che non si useranno mai sui motori di serie e lo stesso vale per i freni in carbonio. Due soluzioni che, per altro, costando un sacco di soldi, quindi mi sembra un argomento che non abbia ragione di esistere, come quello dei costi. Ognuno all’interno del budget che ha dovrebbe essere libero di fare le proprie scelte, sia per quanto riguarda le aree tecnologiche su cui investire e sia per calmierare in qualche modo l’ingaggio dei piloti. Mi sembra che ci siano squadre che spendono cifre molto importanti per i loro piloti, quindi mi fa sorridere questo appunto nei nostri confronti. Noi abbiamo un budget e cerchiamo di usarlo per avere piloti competitivi e vincenti e per fare lo sviluppo che ci serve,  nient’altro. Altri costruttori decidono di spendere di più sui piloti, è una scelta e io non la critico e vorrei che allo stesso gli altri  non andassero a guardare come Ducati spende i suoi soldi nelle corse. Infine è stata addotta una motivazione di sicurezza che vorrei capire sulla base di che cosa, non è oggettivabile”.

È una battaglia che date persa o ci sono ancora margini per vincerla?
Spero che torni il buon senso e una sorta di fair play che non vedo nel nostro mondo da un punto di vista tecnico. Se qualcosa è consentito dal regolamento, e non ci sono ragioni di sicurezza per pensare di abolirlo, dovrebbe essere consentito.  La posizione dei costruttori è chiara, cinque vorrebbero vietarlo a partire dal 2023 e uno, cioè noi, vorrebbe tenerlo. Bisognerà aspettare cosa deciderà la GP Commission, che normalmente cerca di mantenere una certa equità. Il campionato è di proprietà della FIM e gestito da Dorna, queste sono le entità più interessate a far sì che sia il più corretto possibile sia da un punto di vista tecnico che sportivo. Bisognerà vedere quale sintesi si potrà trovare su questo tema, sfortunatamente fino a oggi non è stato possibile raggiungere una posizione comune fra i costruttori, è un peccato ma evidentemente gli interessi singoli prevalgono sulla volontà di produrre una soluzione unitaria. Per averla bisognerebbe che cambiassero idea o tutti gli altri o Ducati, non è una sintesi facile (ride)”.

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