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Ucraina-Russia: la tensione passa anche per i biker di Putin

I Night Wolves da anni ormai fungono da forza paramilitare putiniana e hanno il loro ruolo fuori dai confini russi anche durante l’occupazione del Donbass, come dimostrato pochi giorni fa in Montenegro

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In una giornata che porta lo spauracchio della guerra in Europa, come non succedeva ormai da oltre 70 anni, le notizie di propaganda si mescolano alla cronaca dell’invasione russa in Ucraina, nel Donbass. Come già successo nel 2014 per la Crimea ad alimentare la strategia della tensione e la propaganda in favore di Vladimir Putin ci sarebbe anche un folto gruppo di motociclisti, i Night Wolves.

Chi sono?

Il Motorcycle Club, simile per estetica e organizzazione agli MC americani, è stato fondato negli anni ’80 da un ex militare russo, Alexander Zaldostanov, e negli anni è riuscito a ritagliarsi un ruolo di spicco nell’entourage dello zar. Spesso infatti Putin si fa fotografare in moto durante i raduni nazionalisti dei Night Wolves e li ha definiti più volte “amici”. Dal canto loro, i biker russi contraccambiano l’affetto con vere e proprie azioni da corpo paramilitare: nel 2014 infatti attaccarono una sede della Marina ucraina in Crimea e organizzarono pattugliamenti e ronde nella regione, molti di loro svolsero il ruolo di contractor nelle fasi più calde dell’occupazione. Il loro motto è “Prega Dio e resta fedele alla Russia” e nei loro chapter, ovvero le sedi territoriali del club, si insegnano tecniche di combattimento militare e guerriglia. Nell’ultimo periodo l’espansione dell’organizzazione verso i Paesi confinanti, con maggior attenzione a quelli aderenti alla NATO.

La tensione in Ucraina

Già nel 2018 la stampa internazionale aveva acceso i riflettori sui Night Wolves e sui loro tentativi di destabilizzare i Paesi Nato, e ancora oggi l’allarme è più attuale che mai. Come riportato dal quotidiano Balkan Inshigh, in Montenegro giovedì scorso la costola locale del Motorcycle Club ha fatto pressione sulle istituzioni per far annullare una manifestazione in solidarietà della popolazione ucraina, minacciando scontri e rappresaglie e scatenando un vero e proprio incidente diplomatico tra l’ambasciata russa, quella ucraina e anche l’ambasciata statunitense nel Montenegro. Se lo scenario del 2014 dovesse ripetersi questa sarebbe solo la prima mossa di una escalation bellica che vedrebbe purtroppo dei sedicenti motociclisti, nello scacchiere bellico.


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