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MotoGP, Ezpeleta: "Senza Valentino tiferemo i suoi "figli", i piloti italiani"

VIDEO ENG SUB Una lunga intervista al CEO di Dorna, il papà della MotoGP. "Troppe tappe per il campionato? Se posso fare 21 gare io possono farle tutti, al momento il nostro format è il migliore possibile"

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MILANO - Quando Carmelo chiama, non si può non rispondere al telefono. Così GPOne.com è stata felice di accettare l'invito del CEO di Dorna per una intervista che dimostra, ancora una volta di più e ad una settimana dall'inizio della stagione, il serio impegno dei proprietari del campionato del mondo di MotoGP. Così, in un albergo di Milano e catturata dalle nostre telecamere si è consumata una sorta di puntata del nostro celebre BAR SPORT  con ospite il padron del motociclismo moderno. Dunque, insieme a Paolo Scalera (P) e Matteo Aglio (M), Carmelo Ezpeleta (C) ha risposto alle nostre domande e curiosità prima del via ufficiale del campioanto 2022 che si terrà il 6 marzo a Losail.

P: Innanzitutto ti voglio ringraziare perché in questi due anni tu sei stato il “papà” della MotoGP e ci hai traghettato in un momento molto difficile. Ricordiamo in Qatar quando la MotoGP non ha potuto correre. Ecco, la prima domanda che ti voglio fare è se tu hai mai avuto paura, in quel momento, di dover fermare tutto. 

C: “In quel momento no, a me ha sempre fatto pensare quando non abbiamo potuto fare la gara della MotoGP anche se le moto erano in Qatar. Il problema era con i piloti italiani inizialmente perché l’Italia ha un sacco di gente nel paddock e senza di loro non si poteva gareggiare. Mi ero un po’ arrabbiato perché la domenica precedente alla gara pensavo di potercela fare. Avevamo pensato di mandare tutti gli italiani in Francia e fargli prendere un aereo ed era tutto quasi organizzato, ma non ce l’abbiamo fatta. Io mi ero arrabbiato perché pensavo che fosse una cosa di quel momento, poi il Ministro della Salute del Qatar mi ha detto: ‘Io penso che sarà una cosa molto grave, se fossi in lei tornerei a casa veloce’. In quel momento ero un po’ perplesso. Poi, una volta tornato, è iniziato tutto anche in Spagna, il 15-18 di marzo si è fermato tutto. Avevamo un piano di non fare le gare esterne ma di tornare la prima domenica di maggio a Jerez, quello è stato l’unico momento di paura nel quale ci siamo detti: ‘se continua così e non si sa quando finisce, con il numero di contagio e di morti…’ allora abbiamo pensato a cosa avremmo potuto fare se non si fossero potute disputare gare nel 2020. In quel momento abbiamo fatto una conferenza telematica con i nostri soci, con il fondo Bridgepoint e CPPIB e lì abbiamo detto che il paddock doveva continuare a vivere e che se non si fosse fatta alcuna gara noi avremmo pagato lo stipendio ai meccanici. Da quel momento, in cui mi sono sentito più tranquillo, ho iniziato a pensare ai vari piani per la stagione, con un piano A, B e C. Poi abbiamo fatto il piano A con l’inizio del campionato a Jerez in luglio". 

P: Quest’anno si riparte tra una settimana in Qatar ed è arrivata la comunicazione da Dorna che sarà un GP normale. È tutto finito o dobbiamo ancora stare attenti?

C: Dobbiamo stare attenti sempre, io non mi fido di niente. Dopo la gara di Portimao 2020 ho pensato di avercela fatta, ed invece il 2021 è stato quasi peggio, non peggio perché sapevamo com’erano le cose ma è stato difficile il 2021. Io ho la speranza di non avere sorprese ma sono preparato per fare quello che è necessario

"Se io posso fare 21 gare, possono farle tutti"

M: Questa sarà la stagione più lunga di sempre con 21 GP. Qualcuno dice che sono troppi, ma la F1 è già a 23. 

C: Si, però tutto arriva dalla domanda che abbiamo da nuovi paesi per fare un GP, quest’anno abbiamo Finlandia e Indonesia, e questo ci ha portato a fare una rotazione nel GP di Spagna. È anche vero che finiamo a novembre e iniziamo a marzo, è un periodo lungo senza gare nel quale spariamo dal mondo e non è buono. Siamo arrivati ad un accordo con le Case e con i team, fino al 2026 non ci saranno più di 22 gare. Il 2021 e il 2022 costeranno molto, è vero che 21 gare sono molte comparate alle 13 che abbiamo fatto nel primo anno in cui Dorna è stata nel mondiale, nel 1992. L’unica cosa che posso dire è che io vado a tutti e se posso farlo io penso che possano farlo anche gli altri. 

M: Ma dove guarda la MotoGP per allargarsi ancora? Stati Uniti, Sud America, paesi arabi dove, per esempio, la F1 ha molti GP.

C: Asia, soprattutto perché è una domanda dei costruttori e anche Sud America. Ovviamente non possiamo ridurre il numero dei GP in Europa. L’Europa è il cuore del motociclismo. Io dico sempre che a differenza di altri campionati famosi noi e la F1 siamo un campionato europeo che è riuscito a fare delle gare internazionali, cosa che per esempio non è riuscita alle specialità americane come la Indy o la Nascar che hanno cercato di fare delle gare fuori dall’America e non ci sono riusciti. Noi e la F1 abbiamo un prodotto che piace anche aldilà dell’Europa e per tutti i costruttori e gli interessi che abbiamo dobbiamo cercare di andarci con un bilancio economicamente possibile. 

 "Senza Valentino tiferemo i suoi "figli", i piloti italiani"

P: Oltre al Covid, quest’anno abbiamo un altro problema: si è fermato Valentino. Tu avresti preferito che Valentino contuniasse con il suo team, che in effetti ha, ma proprio come team manager e vederlo in tutte le gare, oppure no?

C: Io preferisco vedere Valentino sempre perché è un amico e lo ringrazio moltissimo per quello che ha fatto. Lui verrà a delle gare ma so che il suo mestiere continuerà ad essere quello di gareggiare, continuerà in macchina, lo capisco bene ma il team è in buone mani ma è il team di Valentino. 

P: Ti ha preoccupato quando ad un certo punto non si è capito se ci sarebbe stata una sponsorizzazione del team? Si parlava di Aramco poi non è arrivato, ora c’è Mooney che comunque è un grosso gruppo finanziario.

C: A me non ha preoccupato. Io ero in contatto con loro e sapevo che un team di Valentino, in una maniera o in un’altra c’era sicuramente

M: Ma ti aspetti un calo di interesse ora che Valentino se n’è andato? Perché quelle tribune gialle le abbiamo viste tutti, il pubblico che attirava era enorme, ti aspetti un contraccolpo quest’anno?

C: Io mi aspetto che quella gente venga lo stesso e tifi per tutti gli italiani che sono i figli di Valentino. 

"Il motomondiale deve ringraziare Honda e Yamaha"

M: Però abbiamo recuperato Marquez dall’inizio che è una buona notizia. Come l’hai seguita tu? Perché sappiamo che hai un legame particolare con tutti i piloti logicamente e lui negli ultimi anni ne ha passate di tutte e di più. L’hai sentito in quei momenti in cui aveva il problema all’occhio e non sapeva se sarebbe potuto tornare ad una vita normale?

C: L’ho visto meglio con il problema all’occhio che quando non si risolveva il problema al braccio, era meno preoccupato, è una mia impressione. Quello dell’occhio era già successo in Moto2 e lo ha risolto bene. Lui mi diceva che si era dato fino a Natale per vedere se si potesse risolvere da solo, se no c’era la possibilità di una operazione e io gli ho detto: ‘vedrai che non avrai bisogno di nessuna operazione’ e finalmente è stato così, non perché l’abbia detto io, cercavo solo di dargli un po’ d’animo. 

P: Hai detto che il campionato di 21 gare tu lo segui tutto e che lo possono fare anche gli altri, però noi vediamo che non c'è in calo di interesse ma un calo di testate presenti. Sei probabilmente contento delle televisioni, ma dei giornali? Secondo te lo seguono con passione, con interesse questo motociclismo?

C: Dipenderà da quanto è interessante lo spettacolo, lo sport e le gare. Noi abbiamo fatto quello che abbiamo potuto, creare un sistema insieme alle Case e insieme alla FIM, dove abbiamo creato un sistema di concessioni per le moto. Mi ricordo sempre di quando erano Honda e Yamaha che vincevano tutte le gare, Ducati cominciava e Ducati è stata la prima che ha avuto le concessioni perché abbiamo convinto Honda e Yamaha che sarebbe stato interessante per il campionato. Per questo sistema bisogna ringraziare, loro erano in una posizione dominante e vinceva e gli abbiamo detto ‘adesso entra un concorrente che ha più opportunità’ ma questo ha dimostrato che era una cosa buona. Ducati ha immediatamente cominciato a vincere e ha perso le concessioni, dopo le ha perse Suzuki, dopo KTM e mi aspetto che quest’anno le perda Aprilia. Nei test ci sono stati 20 piloti chiusi in un secondo. Il campionato si presenta interessante, ma il campionato è il campionato. 

"Abbiamo un accordo, il regolamento tecnico non cambierà"

P: La F1 sta un po’, con Domenicali, rivoluzionando il formato con la mini gara del sabato. Tu sei contento del format della MotoGP? 

C: Io si, ne abbiamo parlato anche con Stefano, lui è stato un rivoluzionario, parliamo moltissimo. Loro hanno certi problemi e noi altri. A me piacerebbe avere molti loro “non problemi” e viceversa. Siamo uno sport simile ma ci sono problemi diversi. Io dico sempre che le macchine sono importanti, ma i circuiti sono fatti per le moto perché la larghezza della pista ti permette i sorpassi che sono difficili per le macchine. Noi abbiamo altri problemi che loro non hanno. 

M: Ormai le moto hanno ali, spoiler, abbiamo visto la Ducati che si abbassa dietro, davanti anche nel giro e le prestazioni sono in costante aumento. Secondo te, è arrivato il momento di mettere un freno? Anche per le questioni di sicurezza. 

C: Noi abbiamo un accordo con i costruttori, fatto con il rinnovo fino al 2026, per non cambiare il regolamento tecnico. Poi, se troviamo qualcosa all’unanimità o in una grossa maggioranza si può fare ma io non sono per cambiare le regole. 

P: Ci sono gli spagnoli, ci sono italiani, adesso ci sono anche i francesi: aspettiamo di avere anche dei piloti americani come nel passato.

C: Soprattutto inglesi e tedeschi. 

P: Anche inglesi e tedeschi, c'è un modo per avvicinarli? Tu per esempio credo che sia molto vicino a Wayne Rainey e al suo MotoAmerica. lo l'ultima volta che ho parlato con lui mi ha detto che vi sentite.  

C: Quest'anno comincia l’American Talent Cup che è simile al programma Road to MotoGP. L’unica cosa che si può fare per trovare piloti è lavorare, lavorare, lavorare e a differenza di prima se troviamo qualcuno veramente bravo lo aiutiamo per farlo arrivare a differenza di posti come Spagna o Italia che non hanno bisogno di aiuto. 

"La serie di Amazon da una visione diversa del mondiale"

M: La F1 ha usato la docu-serie Drive to Survive per entrare nel mercato americano nella quale era un po’ snobbata, adesso ci sarà la serie dedicata alla MotoGP: UNLIMITED. Vuoi fare lo stesso percorso? Qual è il mercato che ancora manca?

C: Noi abbiamo bisogno di essere popolari in tutto il mondo, ovviamente come detto prima, l’America mi importa molto, mi importano gli Stati Uniti. La serie di Netflix della F1 è stata cruciale secondo gli organizzatori del GP di Silverstone per aumentare l’interesse anche se è vero che arrivavano con Hamilton in testa ed era la prima volta che il circuito era pieno. Io però penso che quello che facciamo noi con Amazon, e io ho visto la serie, mi sembra che darà una visione del mondiale diversa da quella che siamo stati capaci di far vedere. Questa apertura dei team, dei piloti e delle case a spiegare i retroscena del campionato mi sembra che può aiutare molto ed interessare a gente che non è interessata. 

P: Nel mondiale ci sono 6 Case, ne mancano praticamente solo due: Kawasaki e BMW che sono però nella SBK. Mi sembra, un paio di anni fa, mi dicesti che la Kawasaki avrebbe voluto correre con una moto tipo CRT. Ci sono degli sforzi per portarli nel campionato?

C: No, per me il campionato ideale ha 6 Case che hanno il merito di essere con noi e con 6 team indipendenti che hanno fatto uno sforzo. Le altre Case possono entrare arrivando ad un accordo con uno dei team che è senza accordo adesso. Come factory, però, non c’è posto. Si può fare una cosa come quella che ha fatto fino allo scorso anno Aprilia con Gresini. 

M: Sei soddisfatto della SBK com’è adesso? Perché sembra un po’ troppo simile anche alla MotoGP con moto 1000, quattro tempi. Una volta, quando c’erano i 2 tempi la differenza era più facile. 

C: è passato molto tempo, non so se ci ricordiamo ancora dei 2 tempi. 

M: Però adesso non è l’ora di rinnovare veramente la formula della SBK?

C: La SBK è un campionato derivato dalle moto di serie e quindi ha un rapporto più chiuso con le Case e con il modello che loro producono. Se la maggioranza mi chiede di cambiare le cose, vedrò cosa si può fare ma per il momento loro sono felici di continuare così. Io penso che in questo momento, dove le moto di sport è difficile averle per andare in strada, sono più per gente sportiva che le prova in circuito, è una possibilità. Sono molto vicine con la MotoGP ma la differenza è che uno è per moto derivate di serie e dedicata ad un pubblico che compra una determinata moto, l’altra è puro prototipo anche se le prestazioni sono simili. Un’altra differenza è che la MotoGP ha i migliori piloti storicamente e l’altro ha un altro tipo di piloti che sicuramente sono bravissimi ma i piloti se possono scegliere sono nella MotoGP.

"Moto2 e Moto3 sono il cuore del motomondiale insieme alla MotoGP"

P: Nel passato le 5 cilindrate più i sidecar erano quasi tutte allo stesso livello. Angel Nieto, grandissimo campione delle piccole cilindrate 50, 80, 125 era assolutamente visto come un genio del motociclismo come Agostini, non c’erano differenze. Oggi l’interesse è accentrato tutto sulla MotoGP ma tu continui a portare avanti le 3 categorie. 

C: Mi sembra imprescindibile, è il cuore della MotoGP. E per me è tutto un vantaggio, possiamo fare 3 gare in una mattina con 3 partenze e 3 arrivi e i piloti, con qualcuno di loro che è già visto nel paddock dalla Red Bull Rookies Cup. Per la linea e per fare tutto questo mi sembra imprescindibile avere Moto3, Moto2 e MotoGP che sono categorie stabili e per le quali abbiamo domanda di team per farne parte. Questa è una delle cose delle quali i motociclisti devono essere più orgogliosi, avere un campionato di 3 categorie, ora 4 con la MotoE

P: Io e te seguiamo il motociclismo da moltissimi anni, io ricordo romanticamente alcune cose che mi mancano tipo la partenza a spinta. C’è qualcosa che ricordi con struggimento e che ti manca di quei periodi?

C: L’età che avevo quando spingevano la moto per la partenza, il resto è tutto meglio, mi manca solo l’età che avevo in quel momento. 

 

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