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Ezpeleta: "Non mi è piaciuto il finale della F1, come nel 2015 in MotoGP"

Il CEO di Dorna: "Non vorrei una cosa del genere, nonostante nel 2015 per il casino tra Rossi e Marquez ci fu grande attenzione mediatica. Il ritiro di Valentino? La MotoGP è più importante di qualsiasi cosa"

MotoGP: Ezpeleta:

Carmelo Ezpeleta è l'uomo che ha cambiato per sempre il motociclismo grazie al lavoro svolto con la Dorna. Ha traghettato il mondiale verso l'era del 4 tempi facendo nascere la MotoGP ed ha reso il nostro sport uno dei più importanti a livello mediatico, anche grazie a quanto fatto da Valentino Rossi in pista. Un pilota che è stato protagonista della fase di crescita della MotoGP, diventando un'icona e da un certo punto di vista un asset fondamentale di questa. 

Il 2022 sarà la prima stagione senza Valentino in pista, ovvero senza il pilota che ha portato il motociclismo nelle case di tutti. Ma Ezpeleta non teme che questo possa rappresentare un problema, riconoscendo invece la grande eredità di Rossi, rappresentata sia dall'Academy che sopratutto da tutto ciò che ha rappresentato per questo sport. Spazio anche alla Formula 1 ed al discusso finale di stagione, che in qualche modo ricorda quanto accaduto nel 2015 in MotoGP.  Il CEO di Dorna ne ha parlato a fondo in un'intervista rilasciata ai colleghi spagnoli di Marca. 

"A me non piacerebbe. Non vorrei che un mondiale MotoGP finisse come la F1. - ha dichiarato Ezpeleta - Mi piacerebbe avere due piloti in lotta per il titolo nell'ultima gara, ma il modo in cui l'intera faccenda si è sviluppata.... Non sono a favore o contro qualcuno. È stato un campionato fantastico, combattuto per tutto l'anno e alla fine ha portato a controversie che non sono una buona cosa. Mi piace avere un campionato, se possibile, fino alla fine così combattuto, ma non mi piace che dopo la fine si crei il dubbio, che il secondo classificato non parli più. Di certo non lo desidero. Proprio come non ho sognato, anche se tutti erano molto felici dal punto di vista dell'impatto mediatico, con il casino del 2015 tra Rossi e Márquez. Non mi piacciono queste cose".

Questa sarà la prima stagione della MotoGP senza Valentino, ma Ezpeleta è fiducioso che la sua eredità resti presente. 
"Valentino non poteva correre fino a 60 anni. Nello sport, l'età conta più o meno a seconda di ciò che si fa. Valentino ha allungato la sua carriera per tutto il tempo che ha ritenuto necessario. Non credo che gli ultimi due anni siano giusti per valutarlo, perché la gente ha visto gli altri e lui era 11°. Ma Valentino, a Valencia, è stato decimo, a meno di un secondo dal ragazzo che stava vincendo con una prestazione incredibile e tempi record. Quello che è successo è che prima sarebbe stato terzo e ora è 15°, 10°, 18°. A Valentino posso solo dire grazie per quello che è stato e non posso chiedergli di andare avanti ulteriormente. Ha un piede nel campionato del mondo, con una squadra, e quello che ha fatto è incredibile: ha creato la scuola, Tavullia, l'Accademia.... Ci è successo più di una volta. Tutti dicevano: 'cosa succederà quando gli americani non saranno qui? cosa succederà quando Doohan non sarà qui? Siamo sempre andati avanti perché il campionato è molto importante. È più importante di qualsiasi altra cosa".

Ezpeleta è convinto che l'impatto del ritiro di Valentino non sia drammatico. 
"Parte dell'eredità di Valentino è aver lasciato tanti ragazzi che guidano grandi moto. Non credo che tutti i personaggi che abbiamo attualmente, se non fosse stato per Valentino, sarebbero al livello che hanno. Vedo tutti i ragazzi che arrivano, che dicono che il loro idolo è Valentino e questo ti fa venire voglia di emularlo".

Secondo lo spagnolo, non ci sarà una sorta di passaggio di testimone mediatico tra Rossi e Marquez. 
"Non abbiamo una staffetta mediatica tra Rossi e Marquez, non c'è. Dobbiamo fare il meglio che possiamo con quello che abbiamo, che è molto, che è meglio di quanto ci sia mai stato. Non c'è bisogno di andarlo a cercare. Sono un grande fan di tutti gli sport. Quando è stato il momento migliore per uno sport, quando uno sport ha dominato o quando molti hanno dominato? Ci sono stati entrambi i periodi. Per esempio, il Tour de France era fantastico in Spagna negli anni in cui Indurain vinceva, ma non era fantastico in Francia. Quello per cui dobbiamo lavorare è che il campionato del mondo sia il più uguale possibile, in modo che, se possibile, piloti diversi e moto diverse continuino a vincere e, se possibile, che uno di quelli che vince sia un privato, tanto meglio".


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