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MotoE, Un elettrizzante mistero: viaggio all'interno della Ducati V21L

Sotto la carenatura, nel tripudio della fibra di carbonio, potrebbe celarsi un magnifico bicilindrico, visto l'acronimo V21L da leggere come: bicilindrico a V, 1° prototipo, Light, cioè alleggerito. Ma c'è solo una batteria

MotoE: Un elettrizzante mistero: viaggio all'interno della Ducati V21L

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La presentazione del prototipo MotoE Ducati, denominato V21L ha, com’era prevedibile, innescato le reazioni più varie da parte degli appassionati che sono rimasti concordi su un’unico punto: è una bella moto.

Sotto la carenatura, nel tripudio della fibra di carbonio a vista, potrebbe celarsi un magnifico bicilindrico, come potrebbe suggerire la sigla V21L che, come acronimo potrebbe significare motore a V, bicilindrico, 1° prototipo, Light, cioè alleggerito.

In realtà sotto la pelle si cela semplicemente un motore elettrico ed una batteria: un elettrodomestico, una lavatrice, come amano dire i detrattori del nuovo tipo di motorizzazione.

In realtà si tratta semplicemente di una moto, della quale per il momento non è stato diramato alcun dettaglio tecnico. Ad analizzarla ci hanno pensato i colleghi di Epaddock.it e senza parlare di numeri.

Tanto per mettere i puntini sulle i una MotoE Energica pesa 260 Kg, eroga 120 kW (163 cv), accelera da 0-100 in 2,8 sec e raggiunge i 270 Km/h con una batteria da 20kWh, inserita in un telaio in tubi.

Ovviamente Ducati, vista la sua esperienza, ma soprattutto il suo blasone vorrà fare di più e dunque migliorare questi dati. Come? Intervenendo soprattutto sul peso e sull’autonomia. Due parametri direttamente collegati.

Quindi visto che parliamo di batteria è evidente che si tratta dell’elemento centrale di una MotoE, e cosa è meglio se non farla diventare telaio essa stessa?

Se in alcuni casi - ricordiamo le Desmosedici di Filippo Preziosi - il motore era parte stressata e fungeva da collegamento fra il cannotto di sterzo ed il forcellone, nel caso della Ducati V21L sembra di poter dire che è la batteria stessa parte strutturale della moto.

Il propulsore della MotoE made in Borgo Panigale - perché la batteria è, a tutti gli effetti, un serbatoio di energia paragonabile a quello del carburante - si trova, invece più sotto tra il leveraggio della sospensione posteriore e la batteria stessa, vicino al motore, per ridurre le perdite elettriche con cavi il più corti possibile.

Un altro dei problemi correlati alle moto elettriche è il raffreddamento: perché se è vero che i 280/300 cv di una MotoGP hanno bisogno di smaltire una elevata quantità di calore - cosa peraltro vera anche per le supersportive stradali - la medesima necessità le hanno le MotoE. Nel caso della Ducati V21L è presente un grosso radiatore sdoppiato nella posizione tradizionale, cioè in questo caso davanti alla batteria.

Il raffreddamento della stessa è, dunque ad acqua, perché la batteria nel momento che eroga energia, scalda. Un fenomeno immediatamente comprensibile in chiunque abbia in mano un cellulare dopo una lunga conversazione od un uso intenso di internet.

La divisione in due del radiatore probabilmente risponde all’esigenza di indirizzare flussi diversi alla batteria vera e propria e al motore elettrico.

Si notano anche grosse sfinestrature di raffreddamento sulla carenatura, la cui importanza è resa evidente dalla nuova carenatura della Panigale V4S stradale. Tanta più aria si fa uscire, tanta più si riesce a far passare attraverso il radiatore. Un elevato studio dei flussi aerodinamici è una chiave dell’ottimizzazione del progetto per quanto riguarda l’erogazione della potenza che cala parallelamente all’aumento incontrollato della temperatura.

La domanda che tutti ci poniamo, e alla quale non possiamo dare una risposta è: quanto pesa la MotoE Ducati? Già fosse sui 230 Kg - 30 in meno della Energica - sarebbe un grosso passo in avanti rispetto ad Energica. Ma a quanto si può arrivare? Se teniamo conto che la componentistica è identica fra una MotoGP/Moto2 ed una MotoE per quanto riguarda sospensioni e freni, possiamo anche ipotizzare un peso ottimale fra appunto i 230 ed i 200 Kg.

Attualmente la MotoE è più lenta di una Moto3, a causa proprio del peso e delle scarse prestazioni in frenata. E’ evidente che Ducati non può permettersi di far scendere in pista un prototipo elettrico che le prende da una monocilindrica 4 Tempi 250 di cilindrata!

Certo, parliamo di un progetto totalmente nuovo, di un mezzo non paragonabile alle attuali moto così come le conosciamo. Un particolare: la doppia luce verde/rossa sul lato destro (e sin.) della moto che serve ad indicare l’integrità dell’apparato elettrico in caso di caduta, perché in caso di corto c’è il rischio di incendio.

Per il resto la V21L è filante e aggressiva come tutte le Ducati, e ci saremmo stupidi del contrario.

Parlando con Gigi Dall’Igna, la scorsa settimana a Firenze, ci ha raccontato di questo nuovo gruppo di lavoro dedicato alla MotoE che ha una sua propria dignità all’interno del Reparto Corse, oltre ad avere quasi carta bianca.

Dall’Igna ci ha anche detto che gli ingegneri che ne fanno parte sono invidiati, quanto a libertà di espressione, dagli stessi tecnici della MotoGP. Ed è proprio così che deve essere, perché nel nostro immaginario motoristico c’è una classe regina libera da ogni vincolo regolamentare. Espressione del più puro genio umano.

Qualcosa in più a proposito delle moto elettriche, i nostri VIDEO su Youtube:

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