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MotoGP, Mir: "Ho dimostrato che la Suzuki può andare forte anche a Portimao"

"Ne ero sicuro dopo il brutto weekend dello scorso anno. Marquez può spingere al 100% e non mi ha sorpreso". Rins: "Ora so perchè nel 2020 avevo faticato qui in Portogallo, non avevo forza"

MotoGP: Mir:

La prima giornata della Suzuki in Portogallo è stata sicuramente migliore rispetto a quella che Joan Mir ed Alex Rins avevano vissuto a novembre dello scorso anno nel corso dell’ultimo GP della stagione. In quell’occasione il tracciato di Portimao aveva restituito al pubblico una GSX-RR con qualche problema di troppo con Mir che era riuscito a chiudere in sesta posizione mentre Rins si era dovuto accontentare del diciassettesimo tempo. Dopo quel venerdì il weekend di Suzuki si era complicato ulteriormente, soprattutto quello di Mir che oggi, forte della terza posizione e delle sensazioni provate in sella alla moto, sorride. 

“Oggi è stato tutto più semplice grazie al mio buon passo nelle FP1 – ha detto il campione del mondo – Ho provato ad andare bene con tutte le mescole e poi con la morbida ho anche fatto un bel giro veloce. Lo scorso anno avevo avuto un problema al motore qui a Portimao ma comunque le sensazioni erano state buone ed ero sicuro che la Suzuki potesse andare forte, oggi l’ho dimostrato”.  

Mir: "Marquez può spingere al 100%"

Marc Marquez oggi è tornato in pista e ha subito dimostrato di poter essere della partita. Voi altri piloti siete un po’ scossi da questa dimostrazione di forza? Vi toglie qualche sicurezza?
“Non mi ha sorpreso la prestazione di Marc, sappiamo che la Honda funziona molto bene qui a Portimao ed infatti sono stati tutti veloce. Io credo che il suo braccio sia al 100% e che possa spingere al 100%, lui sa come guidare una MotoGP ed è normale che lui sia veloce. Per tutto quello che ha fatto non mi sorprende più nulla, spero che potrà continuare ad andare forte. Io darò sempre il 100% e andrò a casa soddisfatto in ogni caso”. 

Per un avversario che rientra in pista c’è un capotecnico, Frankie Carcherdi, che rimane in isolamento con il Covid. Crachedi è uno dei principali attori della vittoria mondiale di Mir nel 2020, cosa perde lo spagnolo senza il suo braccio destro?
“In realtà sono contento della situazione, con Franchie a casa è tutto più difficile ma stiamo gestendo bene la cosa. Questa settimana sono seguito da Tom O’Kane che non vuole mettersi troppo in mostra, vuole solo lavorare e questo è un bene. Ad ogni modo, Frankie è nell’ombra parliamo molto ed è in una camera isolato e quindi in realtà sta lavorando proprio come farebbe in pista, forse di più visto che si sente costantemente con Tom e con Claudio Rainato, il mio ingegnere elettronico. È un peccato che abbia preso il Covid perché fa sempre tutto con molta attenzione, questo ci ricorda come questo virus sia imprevedibile”.

Qual è l’obiettivo per la qualifica di domani?
“Oggi la pista era in condizioni peggiori rispetto allo scorso anno, c’era poco grip ma siamo comunque riusciti a fare un bel salto in avanti con le gomme nuove, quasi un secondo e non è una cosa che ci riesce spesso. Io spero che domani troveremo più aderenza in pista e vedremo quanto riuscirò a migliorare”. 

Rins:"Ora ho capito quali erano stati i miei problemi nel 2020 a Portimao"

Dall’altro lato del box Suzuki, Alex Rins si gode la quarta posizione a dispetto del diciassettesimo posto del 2020 al termine del venerdì. Oggi lo spagnolo è riuscito a lavorare in modo corretto sulla Suzuki ma cosa è cambiato rispetto a quattro mesi fa?
“La moto è esattamente la stessa del 2020. Lo scorso anno non avevo capito il perché delle mie difficoltà a Portimao, ma oggi mi è stato tutto più chiaro: non avevo abbastanza forza. Questo è un tracciato dispendioso per il fisico ed io non ero pienamente a posto con la spalla per via dell’infortunio di inizio anno e per tutta la fatica accumulata durante la stagione. Ora sono allenato meglio, ho messo più massa muscolare e soprattutto non ho l’edema osseo che avevo la scorsa stagione. Qui a Portimao nel 2020 non ero riuscito a fare più di 3 giri sullo stesso ritmo”. 

Qual è stato il lavoro della giornata? Su cosa vi siete concentrati in Suzuki?
“Oggi è stata una buona giornata. Al mattino le condizioni della pista erano molto complicate ma io ho comunque voluto cercare il limite e ho chiuso secondo. Nelle FP2 il piano iniziale era di provare e comparare la gomma posteriore media con la dura ma poi mi sono reso conto che non c’era un sufficiente livello di aderenza e sono rimasto con la media fino al time attack. Stamattina abbiamo visto che se piove di notte la pista potrebbe non asciugare in tempo e quindi è un bene essere già in Q2”. 

Le condizioni fisiche sono molto importanti in MotoGP, quale gara del Qatar ti ha provato di più?
“Ero assolutamente più stanco dopo gara 1 perché ho dovuto spingere per colmare il mio distacco dai primi. In gara 2, invece, ero già nel gruppo ed è stato più semplice mantenere il ritmo soprattutto nelle curve veloci”. 


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