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Barcellona, giro di boa del mondiale: sei domande in attesa di risposta

Si può vincere il mondiale senza attaccare? Chi merita di più questo campionato? E' migliorata più la KTM o la Suzuki? Marquez con un po' di pazienza in più avrebbe potuto vincere il mondiale? Perché l'Aprilia è così indietro? La Yamaha si è comportata bene con Rossi?

Barcellona, giro di boa del mondiale: sei domande in attesa di risposta

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C’è chi ha detto, scherzando, che era tutto programmato: è arrivata la firma con Petronas per il 2021 ed anche il ritorno in prima fila che a Rossi mancava da Silverstone dell’anno scorso.

Sarà, ma quando Valentino, ancorché in una delle sue piste preferite, affianca a tre decimi due giovani scatenati ed in lotta fra di loro come Morbidelli e Quartararo, a 41 anni, bisogna solo togliersi il cappello.

Si può non tifarlo, dunque, ma in occasioni come questa è impossibile, in nome del dio della velocità, non inchinarsi rispettosamente.

Perché per fare quei tempi bisogna rischiare, anche se per un unico giro a vita persa, e decidere di attraversare lo Stige dopo 9 mondiali, non è da tutti.

Del resto lo vediamo nell’attitudine di alcuni: Jack Miller non si tira mai indietro, e non a caso è quarto assoluto e primo dei ducatisti nel BMW M Award che premierà il miglior poleman alla fine dell’anno.

Già perché se in fondo ci aspettavamo la prestazione dei piloti Yamaha, oggi, incluso il quarto tempo di Vinales, Jack e Johann Zarco, entrambi in seconda fila meritano il nostro encomio. Se è vero infatti che le Michelin non si adattano alla Desmosedici, ciò significa che per fare i tempi bisogna metterci qualcosa in più: il coraggio. E merita dunque una citazione anche Danilo Petrucci per aver agguantato la terza fila con il nono tempo dietro a Pol Espargarò e Joan Mir.

Non deve essere stato semplice, quindi è stato un giro a vita persa, che forse domani non porterà a nulla ma onora, in un certo senso, lo spirito combattente che i tifosi della Rossa rispettano.

Detto questo ci sono cinque considerazioni da fare su questo strano mondiale che sembra ancor alla ricerca di un protagonista.

Rossi: ha fatto bene ad accettare di passare in un team Satellite?

A Barcellona si è capito che, con ogni probabilità, il 2021 sarà l'ultima stagione di Valentino. Un contratto annuale, senza una opzione come ha confermato il pesarese, è un segnale chiaro. Anche se è vero (parzialmente) che oltre al 2021 nessuna casa ha un contratto firmato con Dorna. Finché, comunque, Vale riuscirà a partire in prima fila o fare Gran Premi soddisfacenti ha tutto il diritto di non chiudere. Anche se naturalmente Rossi si sarebbe aspettato di chiudere nel team ufficiale. La firma è arrivata alla fine di una lunga trattativa, ma la Yamaha non ha ceduto all'opzione a favore di Rossi. Con tre giovani nel team avrebbe anche potuto farlo.

Dovizioso: si può vincere il mondiale senza occupare il centro del ring?

Non nutriamo alcun dubbio che Andrea domani risalirà la china dal Bronx  della penultima fila come un salmone, ma a partire così indietro non rispecchia certo la sua posizione in classifica. Anche perché se escludiamo Rabat è l’ultima Ducati sullo schieramento di partenza. E se è vero che il mondiale si vince per somma di punti, è altresì innegabile che se non si occupa stabilmente il centro del ring, non è un bel combattimento. Una sfida mondiale merita un combattimento mondiale.

KTM: è veramente oggi una delle MotoGP più complete?

La casa di Mattighofen si è conquistata quest’anno un posto fra le grandi, e visto che nel 2019 aveva chiuso il mondiale in appena undicesima posizione con un 6° posto di Pol Espargarò a Le Mans come migliore posizione all’arrivo, dobbiamo riconoscere agli austriaci di aver fatto un lavoro incredibile. Il migliore di tutti. Pol è veloce, ma con un po' più di consistenza la KYM sarebbe già pronta per il titolo.

Suzuki & Mir: sono i due outsider della MotoGP pronti per il titolo?

Se dovessimo dire chi, quest’anno, fra i piloti ha fatto il passo in avanti più grande probabilmente il nome che uscirebbe sarebbe quello di Joan Mir. E’ stato lui a totalizzare il miglior punteggio negli ultimi quattro Gran Premi. Anche la Suzuki ha fatto un grande passo avanti, motoristicamente parlando. Se la batte con la KTM. E' assolutamente da tenere in considerazione per il mondiale.

Con maggiore pazienza Marquez avrebbe potuto vincere il mondiale?

Sinceramente non capiamo coloro i quali si stupiscono della posizione della Honda, assente Marc Marquez. L’anno passato, drammatica stagione di Lorenzo a parte, Cal Crutchlow si è classificato solo in nona posizione, con tre podi. Ovviamente non c'è la controprova, ma se Magic Marc avesse avuto maggiore pazienza avrebbe potuto vincere il titolo anche rientrando a Brno.

Cosa manca all'Aprilia per essere fra i protagonisti?

La casa di Noale è stata a lungo fra le più vincenti della storia e per quanto riguarda noi italiani ha in un certo senso rilevato la grandezza che è stata di Mv Agusta prima e Morbidelli poi. I suoi recenti trascorsi in Superbike, poi, confermano quanto di buono sa fare la casa veneta. In MotoGP, però, deve decidersi a passare il Rubicone. Già penalizzata per avere solo due moto in pista - ma la Suzuki è nell’identica posizione - quest’anno avendo deciso di attendere Iannone, è praticamente in pista con un solo pilota, Aleix Espargarò, veloce sì, ma poco consistente.
Ora che sul mercato c’è Andrea Dovizioso, qualora l’altro Andrea dovesse veramente incappare in quella squalifica per doping che si teme e che ha già compromesso parzialmente la sua carriera, pensiamo che Aprilia non dovrebbe pensarci due volte.

 

 

 

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