Ventidue vittorie consecutive, un record eguagliato di Honda, dovrebbe essere un numero da festeggiare, ma oggi in Ducati a giudicare dalle facce la felicità per la vittoria di Alex Marquez, non era al limitatore.
Il fatto che il pilota del team Gresini, e fratello di Marc, abbia impedito a Fabio Quartararo e alla Yamaha di fare un reset e di costringere la Rossa a ricominciare da capo è stato un obiettivo minimo raggiunto, ma che non ha permesso alla casa di Borgo Panigale ed al suo munifico sponsor cinese Lenovo di festeggiare più di tanto.
Il ricordo del titolo iridato perso l’anno passato ad opera di Jorge Martin e della Pramac, un altro team satellite, è infatti ancora troppo fresco. Ed anche se i ducatisti sono tutti una famiglia, secondo la nostra opinione - warning: è il nostro pensiero - essere battuti da un’altra squadra, non ha fatto loro tutto questo piacere.
Nel mirino, ovviamente, l’errore di Marc Márquez che senza la caduta avrebbe vinto il Gran Premio in carrozza, ma soprattutto il terzo posto di Pecco Bagnaia, che non ha mai attaccato i suoi due avversari e si è acceso solo nel brevissimo duello col compagno di squadra.
Per Dall’Igna deve essere stato inaccettabile. Anche perché quando Marquez è rientrato, con la moto sicuramente inefficiente dal punto di vista aerodinamico, era 22° a 19”388 da leader, ed ha finito 12° a 20”890 dal fratello. Il che significa aver girato complessivamente più forte sia di Fabio che di Pecco. Nonostante i sorpassi.
Naturalmente dopo appena cinque Gran Premi è troppo presto per fasciarsi la testa, ma davanti in campionato c’è nuovamente una squadra satellite, il team Gresini, con Alex Marquez, anche se solo con un punto di vantaggio su Marc.
La filosofia di avere un dream team nel quale all’errore di uno corrisponde la vittoria dell’altro dunque non sta funzionando. Come spesso accade nelle squadre in cui non c’è una gerarchia definita.
Il rischio - ve la ricordate la collisione fra Dovizioso e Iannone all’ultimo giro del Gran Premio di Argentina del 2016? - è di avere uno dei due piloti in sofferenza per la rivalità interna che dà il 110% solo quando deve stare davanti al compagno, senza però riuscire a concretizzare il suo 100% quando si tratta di portare il risultato alla sua squadra. Che è ciò che è accaduto oggi.
Intendiamoci: Pecco fa benissimo a non voler commettere errori, il mancato risultato del 2024 brucia ancora, ma oggi a Jerez avrebbe dovuto puntare al bersaglio grosso invece dopo cinque Gran Premi è a -20 dal leader provvisorio del mondiale, Alex Marquez, che certamente non avrebbe dovuto essere il suo riferimento.
Pensa troppo, Bagnaia, al suo ex rivale, Jorge Martin ed all’esito del 2024, ma questa è una stagione diversa e non può credere di poter giocare sempre di rimessa aspettando gli errori di Marc Márquez.
Oggi dopo la gara ha detto che non se la sente di spingere fintantoché non avrà la situazione sotto controllo e la GP25 nelle mani, ma è solo fortunato che Marc sia Marc e nonostante tutto non riesca ancora a controllare il suo spirito indomito ma decisamente esagerato.
Un Marquez che fa il Bagnaia potrebbe prendersi il lusso di vincere il mondiale correndo di rimessa, perché come ha detto giustamente Kevin Schwantz ad Austin, solo Marc può battere Marc, ma che campionato avremmo?
Alla fine, tifosi del MarcZiano, e suoi detrattori, dobbiamo tutti essere felici ed accomunati da un fatto: sta rendendo questo mondiale, altrimenti scontato, pepato ed imprevedibile.
Photo: @Pierluca Brunetti