Adesso è difficile anche solo pensare che l’anno passato il divario fra la GP23 e la 24 fosse piccolo, quasi insignificante, come dicevano alcuni commentatori. La realtà è - e Gigi Dall’Igna deve essersene reso conto dopo poche gare grazie ai darti della telemetria - il ragazzo che aveva attraversato l’inferno per tornare a provare vincere, non era il ‘Marquez meno qualcosa’, ma il Marc più qualcosa: un talento semplicemente inarrivabile per qualsiasi altro pilota sullo schieramento.
Altro che ‘la MotoGP è cresciuta’, ‘la MotoGP con più talenti di sempre’, e via sparando boiate per cercare l’hype. Semplicemente è vero che la classe regina del motomondiale, senza il suo vero re, ha potuto respirare ed è normale che senza il gatto i suoi avversari abbiamo preso fiducia e si siano illusi di aver fatto un passo avanti. Di poterlo battere.
Non tutti però. Personalmente sono convinto che Pecco di questa realtà si fosse reso conto già nel 2024 e chissà che ciò non abbia lavorato nel suo subconscio spingendolo così tante volte all’errore, a partire da quell’assurdo incrocio di traiettorie a Portimao, tanto da perdere, alla fine, un mondiale che avrebbe dovuto vincere in carrozza contro un Jorge Martin veloce sì, ma certamente non imbattibile.
Naturale che ora, commentando il risultato della Sprint di Jerez, si faccia la figura dei fanboy, ma ciò che va detto, e sottolineato, non sono tanto le vittorie che senza l’errore di Austin sarebbero un percorso netto agghiacciante per i suoi rivali, quanto la sicurezza e relativa facilità con la quale sono ottenute.
Marquez non sta semplicemente vincendo, sta controllando i suoi avversari. Un po’ come se sul ring un boxeur, invece di cercare il colpo risolutivo da KO, si limitasse ad una serie di jab di sbarramento impedendo al rivale di avvicinarsi. Mandandolo in paranoia.
Detto questo il mondiale è appena iniziato e non bisogna fare l’errore di credere che andrà sempre in questo modo: finora nessuno ha anche solo provato a mettere sotto pressione all'otto volte iridato. Per questo oggi ci è piaciuto, tantissimo, Fabio Quartararo che ha gettato l’anima oltre le effettive possibilità della sua Yamaha. Quello che dovrebbe fare anche Pecco Bagnaia che invece sembra limitarsi a non commettere errori addirittura senza mai provocare l’altro Marquez, il fratello Alex.
Magari già dal GP di Jerez cambierà strategia e cercherà la vittoria. Ce lo auguriamo perché a questa Ducati bisogna lasciare le briglie sul collo, non fare il compitino. Per questo ci aspettiamo, contrariamente al solito dopo la Sprint, un Gran Premio diverso, con un Pecco all’attacco fin dalle prime battute.
Detto questo, grande Alex, il vero #GoFree della MotoGP 2025, vista la spensieratezza con cui cerca di arginare l’ingombrante fratello e bravo anche Aldeguer, capace dopo così poche gare di rimanere comunque attaccato alla medaglia di legno di Franco Morbidelli, mentre ci aspettiamo qualche guizzo in più da Di Giannantonio, che ha la parziale scusante di un mondiale iniziato in salita, mentre Vinales il guizzo lo aveva già fatto in Qatar, ma sapete com’è andata.
Il resto, ovviamente, è sottoclou.
Photo @Pierluca Brunetti