Da bambini c’è chi vuole fare il poliziotto e chi vuole fare il pompiere. Poi si cresce ed ognuno sceglie cosa vuol fare nella vita. Non tutti però: ci sono alcuni che rimangono con l’idea di essere un po’ poliziotti ed un po’ pompieri.
Questo non è però il nostro mestiere, noi facciamo i giornalisti, che non è poi raccogliere pedissequamente il virgolettato e riproporlo ai lettori. Le parole hanno un significato, ed è questo il mestiere: trasmettere il vero significato delle parole, delle frasi.
Lo sappiamo: sfuggono, diamine se sfuggono, il linguaggio parlato non è quello scritto, ma proprio per questo è, forse, ancora più importante.
Il problema è non vergognarsene. Non cercare la smentita, la spalla amica: io veramente non volevo dire questo, intendevo, insomma, una cosa diversa. E via scantonando.
Non ci piace questo andazzo. Non ci piacciono gli uffici stampa con il simbolo della croce rossa. Questi ragazzi vanno a 350 Km/h, sono coraggiosi, ma hanno anche delle paure. Incredibilmente hanno più paura delle parole di un highside. Li ammiro. Incredibilmente. Ma ammiravo molto di più Marco Lucchinelli, Kenny Roberts o Eddie Lawson che non faceva entrare nel suo motor home certi colleghi - alcuni dei quali ancora in giro - perché non capivano ciò che gli accadeva attorno. Mi piaceva che Eddie, quando gli giravano, non facesse entrare nemmeno la responsabile della Phillip Morris. Marco, Kenny, Eddie: avevano le palle.
Ma veniamo al dunque.
In una intervista a TNT Sport, ripresa da Crash, ripresa anche da noi, Francesco Bagnaia ha dichiarato: “Credo che Ducati abbia voluto creare questa situazione (di avere Bagnaia e Marquez nel box, ndr). L’anno scorso abbiamo perso il campionato perché ho commesso degli errori e Ducati vuole vincere il campionato con moto, squadra e piloti, io credo che con questo team otterranno questo risultato”.
Vuol dire: La Ducati ha preso Marc Márquez perché, avendo capito che si rischiava di perdere il mondiale a causa dei miei errori, e poiché vuole vincere il campionato con moto, squadra e piloti, con me e Marquez nella stessa squadra otterrà questo risultato.
Poi ha aggiunto: “Il fatto è che quando sei il più forte e vinci 18 gare in una stagione incluse le sprint e poi perdi il campionato è strano, anche da spiegare. E sono stato io ad averlo perso. Ero sempre lì, eppure tante volte ho sbagliato, sono caduto, ho avuto dei problemi mentre lottavo per le prime posizioni. Mi ci vorrà molto per accettarlo perché so che è solamente colpa mia.”.
Che tradotto significa: non me la posso prendere con nessuno se Ducati ha fatto la scelta di cui sopra - cioè prendere un secondo top rider - mi ci vorrà molto per accettarlo perché so che è solamente colpa mia”.
Personalmente non ci trovo niente di strano, né di peccaminoso in queste dichiarazioni. Anzi, è il solito Bagnaia, riflessivo, onesto. E se si fa un titolo “Colpa dei miei errori se Marquez è nel team ufficiale Ducati” - lo abbiamo fatto - non si fa altro che l’esegesi delle fonti. Spieghiamo, per chi non ha studiato: Il contenuto della parola (o, più genericamente, di qualsiasi mezzo di comunicazione o di espressione), in quanto traducibile in concetti, nozioni, riferimenti.
Concetti, riferimenti. Ce ne sono in quelle due frasi di Pecco Bagnaia. E il significato, che è quello che conta, non lascia dubbi.
Ma lui non l’ha detto! è il grido disperato del pompiere di turno, che è anche un po' poliziotto: ce l'ha con la stampa italiana che farebbe la cattivona con Pecco. Peccato che il significato delle parole, nel senso del discorso, sia indiscutibilmente quello.
Ma va bene, Pecco, qual’è il problema? Ammettere che la Ducati si è voluta parare il fondoschiena costruendo una squadra con due fuoriclasse in modo da mettere in cassaforte il mondiale piloti, marche, squadra, ci sembra una ovvietà. Ed è altrettanto ovvio che non farlo sarebbe stato un errore, perché sbagliare è umano, perseverare diabolico.
Certo, se il mondiale 2024 fosse andato in modo diverso, se tutti quegli errori non fossero stati commessi…ma già al Mugello a Borgo Panigale avevano qualche premessa: Martin in testa al mondiale dopo sette Gran Premi con quattro zero del torinese. Certo, il campionato era ancora lungo, ma scriviamo una ovvietà dicendo che Gigi Dall’Igna è quel che è perché ha una certa capacità di guardare avanti.
Guarda avanti, Pecco. Sei un grande pilota, e finalmente hai la possibilità di dimostrarlo al di là di ogni ragionevole dubbio. Comunque vada questo campionato. Non hai bisogno di pompieri. Né tantomeno di parole gettate al vento. Poi se ci spieghi invece quale era il significato di ciò che hai detto, che cioè non volevi dire che a causa dei tuoi errori la Ducati ha scelto di raddoppiare i talenti per evitare il bis del 2024, ascolteremmo con interesse la tua lezione.