Molti anni fa non saremmo stati nemmeno qui a parlarle. Il problema dei sorpassi, duri o meno, era cosa da risolversi fra piloti. Il comportamento e la condotta di guida se li dettavano fra di loro i migliori. C’erano le incazzature, come quella fra Freddie Spencer e Kenny Roberts ad Anderstorp nel 1983, manovra ardita che peraltro ad Imola regalò a Fast Freddie il titolo su King Kenny per appena due punti, ma si era tutti d’accordo che le corse non erano musica classica.
Se casualmente vi fosse capitato di andare in parco chiuso, a Gran Premio finito, vi sareste accorti che molte carenature erano segnate. Nessuno si lamentava, o meglio: le rimostranze si risolvevano faccia a faccia. I Giudici di gara non ci mettevano bocca.
Oggi le cose sono molto diverse, ma non migliori, perché lo Steward Panel presieduto proprio da Spencer (l’incarico nel 2025 passerà a Simon Crafar) è quanto meno ondivago.
Ne abbiamo avuto l’ennesima dimostrazione domenica scorsa quando il sorpasso in curva 4 di Bastianini su Martin, capace di regalargli la vittoria non è stato nemmeno oggetto di investigazione.
Eppure c’è stato un contatto, Jorge è andato largo ed anche Enea. Non diciamo che non sanzionarlo è stato sbagliato ma un momento di attenzione - secondo i parametri attuali - sarebbe stato necessario per poi dare vita ad un ‘non luogo a procedere’. Quando la forma è anche sostanza.
“Non capisco. Sono molto deluso. Non capisco cosa stia facendo il collegio dei commissari sportivi - ha detto Espargaro - Non ho parole, c’è stato un contatto, entrambi sono usciti di pista e non sono stati nemmeno messi sotto inchiesta. Non ha senso. Sono un po' preoccupato, perché il messaggio che stanno mandando a tutti i piloti è che si può fare già che si vuole”, ha concluso Espargaro.
Della stessa opinione è apparso Marc Marquez: “Ho visto il replay ed Enea non è riuscito a mantenere la moto dentro i limiti della pista. Quindi, avrebbe dovuto cedere la posizione. Io sono d’accordo sul fatto che quello sia l’unico modo per sorpassare con queste moto, ma il fatto è che ha oltrepassato il cordolo. È lì che sorge il problema - ha spiegato Marc - Il mio punto di vista è lo stesso di sempre: nel motociclismo, e soprattutto nella MotoGP attuale, se devi sorpassare devi farlo in quel modo, soprattutto sei così vicino. Bastianini ha fatto tutto molto bene fino a che non ha toccato il blu, cioè è andato oltre il cordolo e quindi fuori dalla pista. Se questo non fosse successo, allora non sarebbe successo nulla. Il sorpasso era aggressivo, ma è stato pulito. Era un sorpasso al limite all’ultimo giro. Enea mi ha passato allo stesso modo ad Assen. Sono andato largo e non ho detto nulla, perché fa parte delle gare. Ma chi sorpassa deve sempre restare dentro la pista. Una volta che le gomme sono fuori, dal mio punto di vista, si perde una posizione. Alla fine sono cose che succedono. Si tratta semplicemente di avere un criterio chiaro su ciò che si può fare e non si può fare”.
Leggete bene entrambe le critiche: né Aleix Espargarò, né Marc Marquez parlano di penalizzazioni, ma semplicemente puntualizzano sul fatto del ‘come deve essere effettuato un sorpasso’, più che sull’eventuali piccola collisione.
E lo fanno perché vogliono capire ciò che è lecito o meno fare. Insomma qui si invoca la certezza del diritto, più che la sanzione. E non si può dare loro torto.
Ora voi sapete che noi siamo tutt’altro che politicamente corretti. Ci piacciono i comportamenti decisi e odiamo le mezze parole e chi si nasconde, ma all’orizzonte c’è l’arrivo di Liberty Media e temiamo che le cose cambieranno drasticamente.
Già perché a Misano 2 non c’è stato solo il sorpasso deciso di Bastianini, ma anche il gesto decisamente poco elegante dell’ombrello di Jorge Martin nell’attimo del taglio del traguardo. A noi boomer queste cose fanno sorridere, ma agli americani un po’ bacchettoni non piacciono e vi ricordiamo che a Singapore a Verstappen sono stati comminati ‘lavori socialmente utili’ per mondarsi dall’aver usato un linguaggio inappropriato durante la conferenza stampa del giovedì. Il motivo, ovviamente, è che un campione deve essere d’esempio per i giovani.
Meditate gente, meditate.