Chi vince festeggia, chi perde spiega. Ce lo ha ricordato Pecco Bagnaia dopo l’ennesima caduta, la sesta quest’anno, al 20° giro in un Gran Premio in cui, dopo una prima fase interlocutoria - in testa al via, poi retrocesso in terza posizione al 5° giro - stava recuperando sulla coppia di testa, Martin e Bastianini, ancorché già staccato di oltre tre secondi.
Dal 14° giro, infatti, e con la sola eccezione del 19°, Pecco si era riportato intorno ai due secondi. Un bel recupero che dimostra quanto stesse spingendo.
Come al solito quando il motivo dell’errore non è chiaramente individuabile, si identifica la gomma nell’elemento colpevole. A volte non funziona del tutto, altre non si ‘accende’, come spiega il neologismo coniato quest’anno. Di gomme riscaldate due volte, per fortuna, non si parla più, ma la realtà è quella di pneumatici indubbiamente critici, cioè difficili da sfruttare al 100% ed estremamente sensibili all’uso.
L’errore però rimane e quello di Bagnaia rende il favore (e i punti) a Martin per l’entrata anticipata ai box nella Misano 1 bagnata. A volte, e vale per entrambi i casi, serve ragionare di più. E se Jorge una settimana fa avrebbe dovuto solo copiare i movimenti di Pecco, questa volta il torinese, con soli 7 giri davanti non avrebbe dovuto pensare di poter limare altri due secondi senza incorrere in qualche rischio.
In un mondiale così lungo, e per di più con punteggio doppio con l’arrivo della Sprint, come diceva Totò, è sempre la somma che fa il totale. Del resto nel linguaggio dei numeri, la somma dei punti ancora a disposizione nei restanti 6 Gran Premi, recita 222, la cifra dell’equilibrio e dell’armonia.
E bisognerà averne molto, di equilibrio perché da oggi inizia una volata lunga: cinque gare doppie in sei settimane - Indonesia, Giappone, Australia, Thailandia, Malesia, prima dello show-down di Valencia, dopo appena una settimana di riposo.
Sono gli ultimi sei round sul ring del motomondiale, quelli in cui ogni colpo portato a segno vale il doppio, perché ad ogni giro di giostra il cesto con i numeri da pescare si svuota.
Con Bagnaia a -24, Bastianini a -59 e Marquez a -60, Jorge è la lepre con tre levrieri in scia. E per la Ducati, ieri alla vittoria nel mondiale numero 100 dalla prima di Iannone (era Dall'Igna, perché ovviamente la prima fu di Capirossi a Barcellona 2003) nel 2016 al Red Bull Ring, il rischio ora dopo il mondiale marche già vinto con largo anticipo, è quello di vedersi sfuggire il numero 1 che, visto come è andato il mercato, potrebbe addirittura finire sulla carenatura di una Aprilia o di una KTM. Il rischio c’è.
Oggi Enea, inconsapevolmente, un piccolo favore al compagno di squadra lo ha fatto ma, il suo sorpasso su Jorge lo ha dimostrato, d’ora in avanti nessuno farà sconti a nessuno. Poi a Valencia sotto il podio vedremo le facce.