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Marquez spezza lo scudo di Bagnaia e anticipa il 2025: il 'mano a mano' che verrà

Una volta al comando, nel suo elemento naturale, correre rischi ad altissima velocità, Marquez ha mantenuto la concentrazione senza sbagliare nulla in condizioni in cui conta una cosa sola: il coraggio. Un assaggio della vera sfida uno-contro-uno che vedremo il prossimo anno

Marquez spezza lo scudo di Bagnaia e anticipa il 2025: il 'mano a mano' che verrà

Verrà un giorno in cui gli attuali campioni saranno chiamati fuoriclasse, ma non è oggi, perché inequivocabilmente, definitivamente e impetuosamente Marc Marquez con la vittoria a Misano, in un Gran Premio difficile e da improvvisare per un imprevisto quanto breve e leggero scroscio di pioggia ha dimostrato perché è ancora il più talentuoso ed il più veloce pilota della MotoGP. E probabilmente uno dei migliori della storia.

Non glielo sentiremo dire, però, ma se per lui a parlare ci fosse Muhammad Ali, si esprimerebbe con una sua frase: “Sono il più grande. Non solo li metto K.O., ma scelgo anche il round”.

Ed è forse, per questo, che i soliti idioti lo hanno pesantemente fischiato, sul podio, invece di godere per aver assistito ad un assolo di quaranta minuti che sarà ricordato, fra i veri appassionati, per anni e che invece di capire hanno subito solo l’amarezza della sconfitta nel loro giardino di casa.

Ma lo sport non è questo. Lo sport, oggi, sono stati quei due colpi di maglio al 20° e 21° passaggio, quando Marc ha piazzato due giri in 1.31.564 e 1.31.578, grazie ai quali oggi ha spezzato lo scudo di Bagnaia. E’ stato allora, infatti, che Pecco, all’inseguimento del suo futuro compagno di squadra e probabilmente con ancora in testa l’idea di provarci, ha visto crescere il suo distacco da +0.874 a +1.379 ed intelligentemente gliela ha data sù.

E’ iniziato tutto con un leggero scroscio di pioggia al 7° giro che poeticamente Marquez ha immaginato potessero essere le lacrime di gioia di Fausto Gresini che, dall’alto, ha voluto dare al suo team la possibilità della seconda vittoria. Così mentre Jorge Martin gettava al vento il suo vantaggio mondiale entrando ai box per il cambio moto abbandonando la sua vantaggiosa seconda posizione alle spalle di Bagnaia che Marquez, già quinto dopo una bella partenza nonostante scattasse dalla nona piazzola della terza fila, ha operato la sua magia prendendo la testa della gara infilando uno dietro l’altro Miller, Binder, Bastianini e Bagnaia.

Una volta al comando, nel suo elemento naturale, correre rischi ad altissima velocità, Marquez ha mantenuto la concentrazione senza sbagliare nulla in condizioni in cui conta una cosa sola: il coraggio.

Una volta lì il suo vantaggio su Pecco ha oscillato dai tre ai cinque decimi fino al 12esimo passaggio. Al 13° giro lo ha portato a otto decimi, per poi ritrovarsi nuovamente a +4 decimi al successivo. Pecco Bagnaia non mollava. Il braccio di ferro è iniziato qui e proseguito per altri sei giri durante i quali il campione del mondo in carica lo aveva ancora nel mirino e con l’intenzione di non lasciare nulla di intentato sino alla fine.

Poi, come scrivevamo all’inizio, sono arrivati i due fendenti che hanno spezzato lo scudo di Bagnaia. Due giri consecutivi sotto il record della pista. Un avvertimento: fino a che punto sei disposto a seguirmi, Pecco?

E’ stato allora che, intelligentemente, pensando al campionato e all’errore appena commesso dal suo primo rivale, Jorge Martin, la prima guida della Ducati  si è arreso. Non lo avesse fatto e avesse commesso un errore sarebbe stato lapidato. Ed è stato bravissimo ad accettare la sconfitta perché, come ha ammesso lui stesso dopo il podio, l’obiettivo di un campione è solo e sempre quello di vincere.

Ha sbagliato però a dire che non era al cento per cento delle condizioni per accettare la sfida di Marquez, secondo lui battibile solo in parità, riferendosi al recente incidente di Aragon, perché Marc quest’anno ha sfidato sé stesso sapendo di non avere, quelle pari condizioni. Comunque anche se Bagnaia fosse stato al 100% avrebbe comunque fatto bene a non rischiare. I mondiali si vincono anche così e l’ego troppe volte gioca brutti scherzi a questi ragazzi pieni di testosterone.

Bagnaia deve fare Bagnaia, Marquez, il Marquez. Il mano a mano, così gli spagnoli definiscono la sfida fra due e due soli matador nell’arena, lo vedremo il prossimo anno.

Photo ©PierLuca Brunetti

 

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