E’ rimasto in testa al mondiale della MotoGP solo 24 ore Jorge Martin. Una caduta al 13° giro mentre era saldamente al comando del Gran Premio di Indonesia con poco più di 3” di vantaggio su Vinales a sua volta inseguito da Bagnaia.
Un errore grave, come gravi sono stati i precedenti errori di Pecco, in questo campionato e che avevano aiutato la rimonta di Martinator. Una volta di più si dimostra che non basta essere veloci in pista, ma che è altrettanto importante ‘keep it on the rubber’, come diceva spesso Phil Read: tenete entrambe le gomme sull’asfalto.
Si cade molto in questi ultimi anni nel motociclismo: l’aumento della sicurezza, ma anche l’evoluzione della MotoGP, con l’incredibile aumento dell’aderenza e stabilità in frenata grazie alla deportanza aggiunta dall’aerodinamica, ha comportato una esponenziale incremento degli errori nella fase di inserimento in curva.
Avrebbe potuto, Bagnaia, accontentarsi della seconda posizione dopo esser stato informato che il suo rivale era fuori. Non lo ha fatto, massimizzando il vantaggio. E’ stato l’atteggiamento giusto.
“Pecco ha reagito da campione, non è stato facile dopo la batosta di sabato, perché era stata proprio una batosta - ha sintetizzato Gigi Dall’Igna, che ha aggiunto - La gomma posteriore ha fatto una differenza importante, abbiamo evoluto anche l’elettronica, ma la grossa pezza ce l’ha messa lui. Per noi sarà una guerra fratricida, ma sarà bello vederli lottare sino alla fine”.
Può sembrare un termine forte, ‘guerra fratricida’, e a qualcuno non è piaciuta la frase, ma è così: le immagini di Tardozzi giubilante, la sua faccia quando si trasforma nell’incredibile Hulk in rosso, gli abbracci con Ciabatti e con Gigi dimostrano che il team interno tiene moltissimo al numero uno. E non potrebbe essere altrimenti.
Finalmente abbiamo visto un bel Gran Premio. Nonostante le molte cadute che hanno fatto sì che abbiano finito solo in 14, con Morbidelli addirittura classificato a 4 giri. Un record.
Ma la gara l’abbiamo già raccontata, o l’avete già vista. Quindi ecco alcune considerazioni e voti su ciò che abbiamo visto nel GP di Mandalika. E ve lo anticipiamo: LA LODE la hanno presa solo i DUE FABIO.
VOTO 4 Jorge MARTIN (NC): ha letteralmente dominato i primi 12 giri, dimostrando di essere un valido avversario di Bagnaia nella lotta al titolo. La caduta lo costringe a ricostruire il lungo inseguimento che lo aveva visto portarsi in testa al mondiale. Un errore o eccesso di fiducia? Quel che è certo è che da ora in poi ogni punto conterà ed il numero 1 finirà sulla carenatura di chi non si lascerà trascinare dalle emozioni.
9 Pecco BAGNAIA (1): ha reagito alla grandissima, così come il team ridandogli fiducia nella sua Ducati. Non ha il 10 perché per metà gara Martin lo ha dominato.
9 Maverick VINALES (2): la vittoria lo illude sempre, ma ha fatto una gran gara. L’ottimo grip dell’Aprilia è pagato da un consumo maggiore della gomma, e se questa cala difendersi diventa difficilissimo. La RS-GP deve ancora trovare l’equilibrio perfetto, cosa non facile visto che parliamo di dettagli. Quanto ci ha messo la Ducati?
10 e lode Fabio QUARTARARO (3): Il migliore in pista, tenendo conto che ha portato la Yamaha sul podio. E a meno di mezzo secondo da Bagnaia. La M1 è sempre la migliore moto nell’inserimento in curva, ma è chiaramente in difficoltà in accelerazione e velocità. Onore a Fabio per non essere mai eccessivamente critico sul lavoro di Iwata, anche se Yamaha deve stare attenta, perché rischia di perderlo.
10 e lode Fabio DI GIANNANTONIO (4): Diggia ci ha messo un po’ ad esprimere il suo talento, ma in zona Cesarini ci sta riuscendo. Difficile dire se sia stata la paura di rimanere a piedi ad avergli dato quel qualcosa in più, ma quella di Mandalika è stata una gara vera. Con la situazione del mercato ancora fluida in questa MOTOGC - Gran Casino, come dice Pernat - qualche possibilità di rimanere nella massima categoria ce l’ha ancora. Prepariamoci all’ennesimo colpo di scena.
9 Marco BEZZECCHI (5): gran bella gara anche lui con una clavicola fratturata pochi giorni prima. Nel 1978 Takazumi Katayama vinse il GP di Abbazia nella stessa condizione, successo che gli valse il titolo iridato della 350. I piloti, gente speciale.
5 Brad BINDER (6): la sua velocità è senza dubbio da 8, ma a Mandalika è stato troppo aggressivo. Prima con Marini e poi con Oliveira. Nel motociclismo ci sono spesso contatti, ma NON è uno sport di contatto. Comunque, occhio ad averlo alle spalle!
5 Jack MILLER (7): è sempre stato un pilota generoso, ma negli ultimi tempi non ci convince. Sembra non essere molto a suo agio alla guida della KTM. Il prossimo Gran Premio, a casa sua, a Phillip Island ci dovrebbe far vedere la sua grinta, che al momento sembra essersi appannata.
8 Enea BASTIANINI (8): una bella gara ad onta del largo che gli ha fatto perdere il gruppo, che poi sia stato causato da un contatto o meno, perlomeno la Bestia ha tenuto fede al suo soprannome. Ha scontato anche un long lap penalty. Non dobbiamo dimenticare che quest’anno ha corso pochissimo.
8 Alex RINS (9): quanto detto per Enea vale anche per Rins: ha corso pochissimo quest’anno e l’incidente subito è stato grave. Ha chiuso come migliore Honda. Onore al merito.
4 Marc MARQUEZ (NC): è caduto mentre era in ottava posizione, al 7° giro, mentre si trovava a 6” dalle vetta. Sembra che da quando abbia avuto la sicurezza di poter lasciare la Honda abbia ripreso ad accarezzare la sua filosofia del ‘tutto o niente’. Cade sempre nello stesso modo e, naturalmente, prima dell’errore era la migliore Honda in pista, ma sarebbe meglio finirle, le gare.
6 Aleix ESPARGARO (10): guida molto aggressivo e paga molto il consumo della gomma. A Mandalika però ha preso 30 secondi dal compagno di squadra. Non è da lui.
NQ Luca MARINI (NC): e’ stato tirato giù da Binder nel secondo giro mentre si trovava in quarta posizione. Non gli si può dare un voto per il Gran Premio, ma ds quanto aveva fatto vedere nella Sprint, si sarebbe meritato di finire in una buona posizione.