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"Senza lo stallo tecnico attuale il miglior motore per la MotoGP sarebbe un 3 cilindri"

La MotoGP è in stallo tecnico con regole congelate sino al 2026. Oggi i primi 16 piloti sono racchiusi in meno di un secondo: sembra fantastico, ma non lo è perché dietro l’apparenza di sedici superpiloti si nasconde una MotoGP che plafona le prestazioni umane. E non è vero che un vincitore diverso ogni domenica faccia spettacolo

"Senza lo stallo tecnico attuale il miglior motore per la MotoGP sarebbe un 3 cilindri"

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“Con il nuovo formato è quasi impossibile fare delle prove e, di conseguenza, migliorare. Il venerdì bisogna cercare di entrare in Q2, è un imperativo categorico, perché la qualifica vale sia per la Sprint race, nella quale una buona partenza è tutto, ma anche per il Gran Premio vero e proprio”.

A spiegare in poche parole che il nuovo formato della MotoGP sta dando vita ad un campionato completamente diverso da quelli ai quali abbiamo assistito fino ad ora è uno dei tecnici storici del campionato, ma preferisce non essere citato. Nessuno vuole essere additato come colui che demolisce la nuova formula, ma molti ingegneri e la maggior parte dei capi tecnici la pensano nell’identico modo: così chi è indietro rimane indietro, perché c’è a mala pena il tempo di fare l’assetto. Inoltre chi ha più moto in pista è enormemente avvantaggiato dal poter avere più dati a disposizione. E questo vale per tutto, non solo per la scelta delle gomme.

Il risultato è che case come Yamaha e Honda arrancano con poche o nulle possibilità di migliorare, anche perché c’è un altro problema di cui si parla poco apertamente, ma molto nelle segrete stanze: la MSMA ha accettato di non mantenere l’attuale regolamento sino al 2026. Il che comporta l’impossibilità di fare investimenti, perché sarebbero troppo a breve termine.

“La MotoGP - spiega il nostro ingegnere - è castrata dalla regola che fissa l’alesaggio a 80mm. Il motore quattro cilindri in linea, come per esempio quello della Yamaha, è un bel propulsore, piccolo e compatto. Il quattro a V è più complesso, più lungo e ha la difficoltà di sistemare gli scarichi posteriori a cui bisogna far fare dei giri per rispettare le lunghezze. Insomma, se si decidessero a modificare le regole portando l’alesaggio, che so, a 86, il miglior motore per la MotoGP sarebbe senza dubbio il tre cilindri”.

Non vedremo però nulla di tutto ciò, a meno che ovviamente le regola non vengano cambiate. Ma ovviamente quelli che gradirebbero ripartire da zero, oggi, hanno poca voce in capitolo, numericamente parlando.

D’altro canto la casa dominante, la Ducati, a cui peraltro è stato proibito l’abbassatore anteriore nonostante fosse perfettamente nelle regole, non vuole vanificare la sua competitività raggiunta in anni di investimenti, a ragione.

Il risultato è che la MotoGP è in stallo tecnico. Oggi i primi 16 piloti sono racchiusi in meno di un secondo: sembra fantastico, ma non lo è perché dietro l’apparenza di sedici superpiloti si nasconde una MotoGP che plafona le prestazioni umane. E non è vero che un vincitore diverso ogni domenica faccia spettacolo. Al contrario il motociclismo è sempre stato al centro dell’attenzione quando i piloti di vertice sono stati tre o quattro.

La situazione attuale, peraltro, è che alcuni dei piloti migliori sono fuori dai giochi. Pensare ad altre tre stagioni così è da brividi: non conviene a nessuno. Bisogna rimettere mano al regolamento, e presto. Hai voglia a tentare di cambiare il formato. Ciò equivale a cambiare tutto per non cambiare niente di gattopardiana memoria. Ed anche gli innesti di esperti di marketin operati dalla Dorna non cambierà il declino della cilindrata.

Arriva un momento in cui bisogna prendere delle decisioni drastiche. E questo momento è arrivato. Non esistono sport dove 15 fuoriclasse coesistono nel medesimo tempo. Bisogna ridare centralità a chi fa la differenza. Inutile fare nomi. Bisogna essere ciechi per non vederli.

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