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Bufera sui social per la confessione di Marquez: disposto a tutto per vincere

LA CONFESSIONE "Alla fine della FP2 ero ottavo quando sono transitato sul rettilineo, quindi ho spinto per cercare di migliorare il tempo per accedere alla Q2, sapendo che se fossi caduto ci sarebbe stata bandiera gialla e gli altri non avrebbero potuto migliorare"

Bufera sui social per la confessione di Marquez: disposto a tutto per vincere

Continua a far discutere la filosofia di gara di Marc Marquez, e la prima giornata di prove del Gran Premio di Francia lo ha ampiamente confermato.

Due cadute, una in ognuna delle sessioni, un ottavo tempo, cioè l’ingresso in Q2 ed un Marc nonostante tutto contento: “perché io non mi accontento come gli altri piloti, è nel mio DNA”.

C’è tutto Marquez in quel suo, in fondo sprezzante, “gli altri piloti”.

Può piacere o meno il fuoriclasse di Cervera, ma non si vincono otto titoli mondiali - sei in MotoGP - senza avere carattere. E quelli col carattere spesso non sono simpatici. Anche perché a loro non interessa piacere: interessa vincere.

Così abbiamo assistito alla sua giornata tipica: ha provato a succhiare la scia di Bagnaia, innervosendo il campione del mondo in carica, anche se poi il tempo lo ha fatto da solo e poi a prove concluse se ne è uscito con una dichiarazione-confessione che ha lasciato tutti spiazzati: “alla fine della FP2 ero ottavo quando sono transitato sul rettilineo, quindi ho spinto per cercare di migliorare il tempo per accedere alla Q2, sapendo che se fossi caduto ci sarebbe stata bandiera gialla e gli altri non avrebbero potuto migliorare”.

Sui social i suoi detrattori su questa affermazione si sono scatenati e, certo, è una dichiarazione dura da accettare. Quasi una confessione di essere disposti a tutto pur di raggiungere il proprio obiettivo, ma soffermiamoci a pensare un attimo: avrebbe potuto non dirlo. Non rivelare la sua strategia. Invece lo ha fatto. Nulla di nuovo, secondo noi. Marc non è un pilota comune: uno qualsiasi, dopo il suo calvario, si sarebbe ritirato o sarebbe cambiato.

Come va la mia mano? - ha invece risposto ironico a chi glielo domandava - ragazzi, dopo quello che ho passato, cosa volete che sia? Io quando salgo in moto do sempre il massimo”.

Dunque la domanda che ci dobbiamo fare è: la MotoGP ha bisogno di un pilota come lui? La risposta è sì. Come la F1 ha bisogno di Verstappen, anche lui accusato delle peggiori nefandezze.

Il fatto è che ci sono i piloti che fanno il compitino, senza offesa, e poi c’è Marc Marquez. Dal suo incidente a Jerez ci sono stati tre campioni del mondo, Joan Mir, Fabio Quartararo e Pecco Bagnaia. Ed è innegabile che tutti e tre, per essere ricordati nel futuro, dovranno misurarsi con lui e batterlo in uno scontro diretto.

Se accadrà o meno, se la sua Honda glielo consentirà, se il suo latente lato autodistruttivo non prenderà il sopravvento, vedremo finalmente il Grande Duello. Perché, ricordiamo per quelli con la memoria corta: l'ultimo Marc Marquez, quello di Jerez 2020, era una spanna sopra i suoi avversari.

Non diminuiamo il loro valore, oggi, affermando che i tre campioni del mondo hanno vinto in un periodo privo di fuoriclasse. Non sono ancora nati i nuovi Stoner, Rossi, Lorenzo, Pedrosa. Semplicemente non ci nascondiamo dietro ad un dito. Tanti vincitori non significano altissimo livello, significa solo che al momento ancora nessuno ha preso il posto dei Miti che abbiamo citato.

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