Tu sei qui

IL PUNTO La scomparsa delle altre categorie, mentre la MotoGP non cresce

E' un errore concentrare tutto su una categoria e nel contempo la dimostrazione di questi tempi che bruciano tutto in pochi minuti, poche frasi, i post, i reel, le stories, gli Instagram

IL PUNTO La scomparsa delle altre categorie, mentre la MotoGP non cresce

Share


Bene, bravi avanti così. Ad Austin Moto3 e Moto2 sono definitivamente scomparse dai quotidiani. Tutto è occupato dalla MotoGP. Ha ragione Paolo Simoncelli: “non ci vogliono più, ce lo dicano chiaramente”. Ma il motociclismo è uno sport complesso, come l’atletica, che non è solo i 100 metri e questa corsa all’unicità di una singola categoria è un errore, di cui ci pentiremo.

Nell’atletica i 100 metri sono la corsa più facile da capire: uno sparo e tutto viene bruciato nell’arco di meno di 10 secondi. Comprendere invece le gare più lunghe, ma anche le altre specialità, il salto, i lanci è più complicato, perché bisogna conoscere la tecnica.

Il motociclismo, al confronto, è uno sport semplice, e se nel passato le categorie erano la cilindrata che spingeva ‘il centauro’ - così venivano chiamati i piloti - oggi non è che poi sia troppo complicato e le dinamiche sono le stesse.

Ma perché è un errore concentrare tutto su una categoria e nel contempo la dimostrazione di questi tempi che bruciano tutto in pochi minuti, poche frasi, i reel, le stories, i post, gli Instagram?

La Gazzetta oggi ha pubblicato solo le classifiche MotoGP, nulla sulle prove Moto3 e Moto2: solo due colonnini

E’ semplice: perché la molteplicità crea maggiore affezione. Si può diventare tifosi - e lo si diventa - di uno sport anche perché il ragazzo della porta accanto approda nella minima cilindrata e comincia ad avere successo.

Questo non è rimanere attaccato alle tradizioni: è logica.

Ci si mobilitava anche per un campione delle 50. E semplicemente non era necessario che andasse a sfidare Hailwood e Agostini, che rimanevano Miti. Era un campione e basta. I quotidiani, e quelli che ancora non si chiamavano media mainstream dedicavano spazio a Lazzarini e Bianchi e Fausto Gresini era supercelebrato. Oggi fintantoché non appari nella MotoGP non sei nessuno. Anche se nel frattempo qualcosa hai vinto. Per te solo trafiletti.

L’errore sta tutto qui. D’altro canto capiamo che oggi non si ha voglia di approfondire. Vogliono - vogliamo? - tutto e subito. Non importa nemmeno che lo si capisca, il gesto sportivo, che si comprenda le difficoltà e l’allenamento che c’è dietro. Si apre lo schermo del telefonino, 15 secondi e via, lo ‘sport’ è bello che consumato. Poi se prima o dopo c’è qualcosa che ci richiama ai programmi spazzatura della TV, tanto meglio. Forse. E’ questo che vogliamo?

Articoli che potrebbero interessarti