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Stefano Domenicali: a rischio le prove libere in F1. Toccherà anche alla MotoGP?

“Le prove libere interessano solo agli ingegneri”. Non è vero: diciamo le cose come stanno: nell’era della onanistica TV dell’eccesso interessa dare al circolo delle Pay uno spettacolo facilmente comprensibile anche ai non edotti. Il Wrestling, con tutto il rispetto, non la Boxe. Ma non è detto che la finzione funzioni meglio della realtà

Stefano Domenicali: a rischio le prove libere in F1. Toccherà anche alla MotoGP?

La settimana scorsa, parlando a Portimao con l’amico e collega Guido Meda che mi perculava, come dicono i giovani, sul mio supposto attaccamento al passato, mi sono domandato se sbaglio a rimpiangere un po’ (un po’ non tutto), il motociclismo del passato. Anche quello del recente passato.

Ho poi proseguito il discorso con Boselli, che mi ‘spiegava’ che la MotoGP deve attirare i giovani, mentre io avanzavo l’ipotesi che nel frattempo sarebbe intanto importante non perdere i vecchi appassionati. Cosa che sta accadendo.

Peraltro ho sulle spalle anche una quindicina di anni in cui, facendo motociclismo ed automobilismo per il Corriere dello Sport, seguivo anche la F.1 finché a quel grandissimo Direttore ed amico che è Italo Cucci che mi chiedeva di dedicarmi solo alle quattro ruote, gli risposi che, no, preferivo restare nelle due. Perché? Passione. La F1 già all’epoca si stava imbastardendo, ti guardavano male quando entravi nei box e parlare con Schumacher con sempre sotto il naso il registratore dell’addetta stampa cominciava ad infastidirmi. Toglieva autenticità alle risposte.

Non credo di aver sbagliato. La F1 si è sempre più allontanata dal mio modo di vedere il motorismo. Per un certo periodo è pure decaduta causa assenza di spettacolo (intendo sorpassi e battaglie), poi grazie ad una rivoluzione mediatica con Liberty Media e Stefano Domenicali al comando a forza di spottoni Netflix alla Drive to survive, ha ripreso il volo. Ma a me sembra uno di quei gelati spumosi e pieni d’aria che quando ne assaggi una cucchiaiata non ti rimane niente in bocca.

Vuoi mettere, Guidone, quando il sottoscritto, a Francorchamps, domandava a Maurizio Nardon cosa gli avesse chiesto Gerhard Berger inquadrando con lo specchietto il retro box della Ferrari e la risposta era stata: “il telefono della ragazza vicino alla gomme”! E non si trattava di uno scherzo!

No, adesso non solo non si sta più nel box, ma sembra che il futuro della F.1 sia sempre più sostenibile e in quest’ottica è stato infatti deciso assieme alla Fia, ai team e alla Pirelli, di abolire le termocoperte dal 2024, per ridurre gli sprechi energetici a favore dell’ambiente. Si dice: ma in fondo che sarà mai? I piloti potrebbero impiegare due o tre giri, dopo un pit stop, per scaldare le gomme e ritrovare il ritmo…

Ma certo, e nel frattempo, le Case continueranno a mandare in giro per l’Europa sei autotreni diesel per assemblare le faraoniche Hospitality senza le quali il paddock apparirebbe povero.

Intendiamoci: si può fare a meno delle termo: Freddie Spencer partiva a razzo e dava cento metri a tutti anche senza, ai suoi tempi d’oro. Solo mi piacerebbe che non contrabbandassero la decisione come una svolta ecologica.

Un po’ come la Formula E: ho visto una sola gara e quel che mi è rimasto in mente è stata la musica per coprire il silenzio delle monoposto ed il rumore dei generatori a gasolio per caricare le batterie. Va bene tutto, il progresso va avanti, la Ducati V21L mi intriga, si arriverà ad ottenere batterie poco ingombranti e pesanti e le MotoGP assomiglieranno nell’anno 2100 agli sgusci di Star Wars. Addirittura avremo parcheggi a Roma con le colonnine ad ogni posto! Beh questo forse nel 2300…

L’importante, comunque, è che non si perda la passione, che è quello che ci fa desiderare, dopo un Gran Premio, di assistere a quello successivo. Senza però prendersi in giro. Senza contrabbandare con scelte ecologiche quelle che sono ottiche commerciali. Lecitissime, ovviamente. Cioè, detto fra amici: non prendeteci per il culo.

E qui vengo al dunque. A Portimao non ho incontrato Stefano Domenicali che considero un po’ più che un conoscente, anche se non certo un amico stretto.

Le sue dichiarazioni domenica scorsa ai microfoni di Sky nel corso delle telecronaca del GP del Motomondiale hanno fatto discutere. Il numero uno della Formula 1 ha ventilato l’idea di ridurre, se non eliminare, del tutto le prove libere: “Vorrei limitarle al minimo - ha detto - perché interessano solo agli ingegneri, non agli spettatori. Presenterò una proposta nelle prossime riunioni: secondo me, ogni volta che le auto vanno in pista, devono essere messe in condizione di lottare per qualcosa di importante, per cui valga la pena”.

Vista l’aria che tira, ho drammaticamente capito a chi si ispira la Dorna visto che il GP di Portimao è stato compresso dal nuovo formato che spinge i piloti a tirare alla morte già dal venerdì, per assicurarsi il passaggio alla Q2, per ritrovarsi poi a spingere come matti fra Q1 e Q2 per la qualifica e successivamente nella gara Sprint del sabato ed infine a scannarsi la domenica, imbenzinati da un fine settimana al limitatore.

Caro Stefano, lo sai meglio di me: un Gran Premio non è questo. Il Gran Premio è anche preparazione e attesa dell’evento. Se togliamo anche quel poco di prove libere che sono rimaste oltre ad accrescere la pericolosità si riduce tutto ad una sveltina in cui contrabbandiamo il piacere con l’orgasmo. Con la scusa, e questo è anche peggio, che sia questo ciò che conta. Non l’assaporare il momento, costruire ed aspettare il Gran Premio. Bensì divorarlo vivo.

“Le prove libere interessano solo agli spettatori”. Non è vero Stefano, diciamo le cose come stanno: nell’era della onanistica TV dell’eccesso a voi interessa dare al circolo delle Pay uno spettacolo facilmente comprensibile anche ai non edotti. Il Wrestling, con tutto il rispetto, non la Boxe. Pensate che la finzione funzioni meglio della realtà.

 

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