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Sofia Goggia a St. Moritz come Capirossi e Lorenzo: una di noi!

Corre e vince con una mano fratturata dopo una operazione e indossando un guanto speciale, con la mano fissata alla racchetta con nastro adesivo: "“no, non penso, di aver fatto qualcosa di eroico, lo hanno fatto molti motociclisti prima di me”

Sofia Goggia a St. Moritz come Capirossi e Lorenzo: una di noi!

Sofia Goggia, una di noi, perché una sciatrice che vince nella discesa di St. Moritz e alla domanda se ha fatto qualcosa di eroico risponde: “no, non penso, lo hanno fatto molti motociclisti prima di me” è, appunto, dei nostri.

Ci fa pensare al Loris Capirossi o al Jorge Lorenzo di Assen, rispettivamente mano e clavicola, e ai mille piloti che sono scesi in pista in condizioni fisiche precarie. Senza paura. Anzi, come diceva 8e dice) il dottor Costa “con la forza degli eroi”.

E come loro anche Sofia ha minimizzato l’incidente: “questo recupero non è manco da paragonare a quello che mi ha portato sino all’argento olimpico a 23 giorni dall’infortunio di Cortina. In Cina sono scesa praticamente su una gamba e mezza, qui si trattava di una mano: è ben diverso. Avevo il pettorale rosso di leader della Coppa di discesa, nelle prove ero stata nettamente la più veloce: non volevo lasciare nulla di intentato. Dopodiché non era scontato nemmeno che potessi partire. E quando poi ho deciso di esserci, non mi aspettavo nulla”.

Sono le imprese che solo gli sportivi innamorati del proprio sport sono capaci di fare, ed infatti anche la Goggia non è che si sia imbottita di antidolorifici.

“Ho preso giusto un paio di tachipirine: ho solo la mano ancora gonfia, ed esce un po’ di sangue da due buchini, ma nulla di che. Sì, sui salti un po’ di fastidio l’ho provato, sentivo come le ossa che si spostavano... ma dolore no”.
E volete sapere la prima cosa che ha fatto dopo l’incidente dopo aver deciso di operarsi e correre egualmente: si è fatta preparare un guanto speciale per poter accogliere la mano gonfia, e se temeva di non riuscire a impugnare bene la racchetta…due giri di nastro adesivo è via!

Del resto il gesto atletico della libera non è nemmeno troppo dissimile da quello nostro: si piega, si cerca la massima aderenza (lei dalle lamine). Ci vuole reattività, gambe, scelta delle traiettorie…e coraggio.
Sofia Goggia, una di noi. Una curiosità: per caso vai forte anche in moto?

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