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Leggere fra le righe: il GP di Malesia al cronometro...con qualche sorpresa

Ma sono veramente queste mostri che sembrano le MotoGP attuali? a vederle dal vivo, sì, sicuramente, ma una analisi comparata con i tempi del 2019, tre anni fa, raccontano un'altra storia

Leggere fra le righe: il GP di Malesia al cronometro...con qualche sorpresa

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Malesia riflessioni.  Nel 2019 Vinales (Yamaha) ha vinto con in 40’14”632 , oggi Bagnaia ha vinto in. 40’14”332 = zero progresso. Giro veloce di Martin in 1’59”634, Rossi (Yamaha) nel 2019  1’59”661 = zero progresso.

Da sottolineare Bagnaia nettamente più veloce di tutti: media 5 velocità 332,2kmh., nonostante non abbia mai avuto una scia. Mai sotto i 330. Bastianini 329,4, Zarco 327,0, Miller 328,5, Quartararo 328,6. Epargarò 320,4 (nel 2019 era stato 322,3…).

Notare che Rossi nel 2019 aveva fatto solo 321,6, eppure stessi tempi di gara.

Morbidelli nel 2019 miglior giro in 2’00”030, oggi 1’59”993
Oggi più veloce sul giro di Quartararo , specie in 3 settori, solo sul primo era più lento.

Le righe che leggete sopra non sono frutto di una mia ricerca ma dell’amico e collega Silvano Di Giovanni, a lungo al fianco di Maurizio Flammini nella Superbike e giornalista dai tempi delle derivate di serie si è preso la briga di andare a vedere cosa era successo nell’ultimo GP corso a Sepang.

E’ una riflessione che…fa riflettere e che giriamo a Gigi Dall’Igna con il quale parleremo presto per capire dove ci sta portando il regolamento della MotoGP che ha tagliato su punti importanti - centralina, alesaggio, aerodinamica - ma che, numeri alla mano, non sembra che ci stia portando da nessuna parte.

E dire che nel 2018 Marquez aveva vinto con la Honda in 40’32”.372, quindi un bel po’ più piano dell’anno precedente. Ma soprattutto ci preoccupa il fatto che ormai quasi tutti i piloti si lamentino della difficoltà di seguire chi lo precede per disturbi aerodinamici. E non solo: avrete notato che domenica scorsa Bastianini sui rettilinei usciva sempre dalla scia di Bagnaia e la risposta è stata scontata: lo faceva per non far surriscaldare la gomma anteriore.

Il dubbio che ci assale e, che fra abbassatore anteriore e posteriore, freni migliori e aerodinamica che genera un carico aerodinamico importante, si sia creato un eccessivo sovraccarico sullo pneumatico anteriore che praticamente non è cambiato da anni.

Questo da vita a gare nelle quali più che tirare allo spasimo si guida al risparmio per poi dare tutto negli ultimi cinque, sei passaggi, per chi ha ancora gomma.

Per carità: il risultato dei Gran Premi è sempre frutto di molte variabili, non è solo bruta cavalleria messa a terra, anche se parlando con Marc Marquez, alla domanda se riteneva che la potenza del motore fosse sufficiente ci ha candidamente risposto: “i cavalli non sono mai abbastanza. Più potenza c’è e meglio è!”.

Lo sanno tutti i piloti, questo, ma l’impressione è che, oggi, le MotoGP abbiano fatto un grande passo in avanti in due settori importanti: frenata e guidabilità, consentendo a molti di portarle al limite. Che non è però un limite reale, bensì un limite del mezzo. E questo spiegherebbe perché Luca Marini, ottimo pilota in crescita, abbia auspicato l’arrivo di “moto più difficili da guidare”. In modo da poter fare la differenza.

Detto questo onore al merito di Pecco Bagnaia che nella seconda metà di questo campionato ha centrato cinque vittorie, quattro delle quali consecutive, due secondi ed un terzo posto.

Qualunque sia il problema della MotoGP il ducatista, che ha cinque zeri, quattro cadute ed un tamponamento a Barcellona da parte di Nakagami, merita pienamente il titolo, mentre Bastianini su quattro zeri, può recriminare solo il cerchione del GP d’Austria.

E’ evidente, invece, che Quartararo - tre vittorie, quattro zeri - si è perso nella seconda metà di campionato, mentre Aleix Espargaro, una vittoria, quattro podi, è stato il miglior passista ma ha pagato un errore suo ed un’altro della squadra.

C’è da aggiungere solo un dettaglio: nel 2019, al 19° Gran Premio, Marc Marquez aveva 420 punti, oggi Bagnaia 258. Vabbè ogni stagione ha la sua storia.

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