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Bagnaia applaude al suo errore a Motegi, e Marquez si inserisce nel duello

Pecco rischia per un punto e sbaglia, ma il mondiale resta aperto perché in 7, Marc compreso, arrivano davanti a Fabio Quartararo. Ancora cinque Ducati nel primi dieci con Miller e Martin sul podio

Bagnaia applaude al suo errore a Motegi, e Marquez si inserisce nel duello

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From hero to zero. In italiano, dalle stelle alle stalle. Gigi Dall’Igna, molto politicamente, ha assolto Pecco Bagnaia dall’ultimo, inutile, tentativo, di sorpasso su Fabio Quartararo: “ci avrei provato anch’io”, ha detto il superingegnere che a Motegi ha festeggiato la 11esima vittoria stagionale con Miller, probabilmente per evitargli un crollo emotivo.

Gli avrebbe fruttato un misero punticino, quella mossa, a Pecco. Per carità, si sono vinti mondiali per mezzo, ma tentativo più inutile il leader della Ducati non poteva fare nel Gran Premio del Giappone.

Peccato, perché fino a quel momento aveva fatto una gara discreta. A volte bisogna sapersi accontentare. Specie quando si dispone della miglior moto del lotto. Anche oggi, infatti, la Rossa ha piazzato due GP22 sul podio, con Jackass e Martinetor, primo e terzo con Binder come al solito…solido con la sua KTM nel non mollare la preda davanti a sé negli ultimi giri, ma di Ducati, nei primi dieci, ce ne sono ben cinque aggiungendo quelle di Luca Marini, 6°, Enea Bastianini,9° e Marco Bezzecchi, 10°.

Vabbè, il mondiale marche è già nella bacheca di Borgo Panigale, ma non vincere il titolo piloti, quest’anno, grida vendetta davanti agli dei della velocità, perché la Desmosedici è veloce sul giro, veloce sul passo, veloce sempre, ma ancora non ha un cavaliere che la sfrutti al cento per cento ad ogni Gran Premio.

Bagnaia quest’anno è stato bravissimo - ha vinto 6 GP - ma sbaglia ancora troppo e se è vero che è impossibile insegnare ad andare forte ad un pilota lento, ma si può imparare a non cadere, come diceva Kenny Roberts, è altresì innegabile che alla quarta stagione in MotoGP bisogna essere più costanti. Perlomeno finché non cambieranno i regolamenti e su calendari così lunghi non saranno reintrodotti gli scarti.

Il suo applauso autoironico, ancora nella via di fuga, lo assolve come bravo ragazzo capace di prendersi le proprie responsabilità, ma non gli dà la sufficienza in questo Gran Premio. E nel campionato. E non per l’errore di una staccata forzata nella quale peraltro ha corso anche il rischio di tirare giù Fabio, ma perché partendo 12° in quel momento era comunque dietro a Luca Marini (10° al via), che ha chiuso 6° e da poco aveva recuperato la posizione su Bastianini che gli era partito dalla fila dietro, nella 15esima casella.

Per carità, il mondiale è ancora alla sua portata, perché 18 punti con ancora quattro gare da disputare, non sono l’Everest, ma comunque fra -11 e -18, il rischio doveva essere calcolato. E la chiudiamo qui notando che ai piedi del podio, staccato di appena poco più di sette secondi e mezzo troviamo Marc Marquez. In una gara asciutta, su una pista da staccate violente. Prima Honda, ovviamente, 10” davanti a quella del compagno di squadra Pol Espargarò, 12° al traguardo. Commenti non ne facciamo, ma il Marcziano il suo peso sulla stadera del mondiale lo ha messo.

Non ha avuto colpe invece, Aleix Espargarò costretto a rientrare in pitlane per cambiare moto dopo che, sulla linea di partenza, non è stata disinserita la 'Eco Map', nata per far consumare meno benzina possibile nel giro di allineamento. A quando un pulsante per rilasciare flare per disorientare gli inseguitori? (ironico)

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