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Dall'Igna: "non disturbate Bagnaia", ma è Ducati ad avere il tris in mano

C'è un Poker d'assi nella partita che si giocherà a Misano fra poco più di una settimana e che vale un titolo mondiale, ma è la Casa di Borgo Panigale ad averne tre nelle mani. Bisogna però dichiararsi 'serviti' e fare una scelta rimandata troppo a lungo

Dall'Igna: "non disturbate Bagnaia", ma è Ducati ad avere il tris in mano

Un personaggio non lo possiamo creare, ha bisogno di tempo, di vittorie e di carisma personale. Tutte cose che arrivano o non arrivano e senza le quali qualsiasi atleta, da questo punto di vista, è un gigante con i piedi di argilla.

Un altro campione del mondo, però, il motociclismo italiano può averlo. Potrebbe arrivare già quest’anno, o il prossimo.
Ed il momento è favorevole perché sono due le case che schierano moto capace di darcelo: Ducati e Aprilia.

La seconda ad oggi può vincere il mondiale con Aleix Espargarò, ma diciamocelo: non sarà mai la stessa cosa di quanto ci riusciva con Max Biaggi. Eppure le premesse ci sono tutte. Diciamo che per rappresentarci pienamente gli manca un po’ di sana arroganza. Massimo Rivola, Ceo della casa di Noale è troppo un signore nei modi, ma forse il successo di quest’anno ha colto tutti un po’ di sorpresa. Magari più avanti nel tempo, con una seconda squadra da equipaggiare la situazione sarà diversa. E forse arriverà anche un pilota italiano.

Con la Ducati il discorso è chiaro: è la forza dominante, e trainante, del motomondiale con otto moto in pista con le quali tutti i piloti riescono ad andare forte. E’ indubbio che il connubio Dall’Igna-Ducati abbia fatto scuola: tutte le innovazioni degli ultimi anni le ha introdotte la Rossa di Borgo Panigale…che però non vince il mondiale dal 2007, dove dimostrò, come la Ferrari, di essere capace di scatenare l’entusiasmo anche se alla guida non c’è un pilota italiano. Un unicum per un paese nazionalista e tifoso come il nostro.

Comunque entrambe alla vigilia del Gran Premio di Misano sono in lizza per centrare il bersaglio grosso. Sulla carta dovrebbe essere favorita l’Aprilia con Aleix Espargarò che è più vicina a Fabio Quartararo a - 32 punti, ma il volitivo spagnolo ha vinto un solo Gran Premio, in Argentina, con un Quartararo in difficoltà, così ci sembra che in realtà abbia maggiori possibilità Pecco Bagnaia, che è a -44 ma ha vinto più di tutti quest’anno, cinque Gran Premi, gli ultimi tre consecutivi.

La matematica però ci dice che con 7 gare alla conclusione del mondiale il francese - che è anche un po’ italiano di origini e spagnolo di adozione e dunque ci riesce difficile non amarlo e non desiderare il meglio per lui - potrebbe fare sempre secondo alle spalle del ducatista ed egualmente confermare il suo titolo. Se lo meriterebbe comunque.

Come abbiamo già scritto il GP d’Austria è stata un enorme occasione sprecata per la Ducati: togliere appena 5 punti a Fabio nel drag-circuito di Spielberg è una cosa che, in privato, avrà fatto incazzare a bestia Gigi Dall’Igna.

Così per Misano urgono dei cambiamenti. E questi non possono che arrivare dalle forze in campo, perché come abbiamo già avuto modo di dire ai vertici bolognesi, si può stravincere il mondiale marche e quello team, ma senza titolo piloti non si è vinto niente.

Al Red Bull Ring è mancata la strategia da parte di Ducati

Per questo motivo c’è bisogno, non di ordini di scuderia che peraltro la Ducati potrebbe dare solo all’interno del team factory, ma di strategia. Quella che al Red Bull Ring è totalmente mancata.

Si potrebbe recriminare che Jack Miller non sia riuscito a tenere le ruote davanti alla Yamaha, che non ce l’abbia fatta neanche Johann Zarco, ma secondo noi le altre due punte su cui possono contare a Borgo Panigale sono Martin e Bastianini. E loro lo sanno.

In Austria 'Bestia' sfortunato, Martin non ha corso per la marca

Sfortunato il secondo per la rottura del cerchio anteriore, l’arrembante spagnolo non ha corso certo per la marca. Nulla da obiettare, non c’erano ordini, ma un suggerimento ad evitare di creare situazioni difficili sì, quello c’era.

Per questo motivo a Misano non possono essere commessi gli stessi errori. Dall’Igna lo sa, ma si porta dietro una situazione che gli è sfuggita di mano: la guerra interna (perché è guerra) fra Martin e Bastianini. Le lungaggini, inutili, dannose, su chi dei due finirà nel team ufficiale hanno creato forti malumori interni che i due piloti hanno metabolizzato diversamente in base al proprio carattere.

Bastianini si è gettato l’ingiustizia alle spalle, Martin al momento è un toro che vede rosso e che vuole dimostrare. Ma dimostrare cosa?

A questo punto è verissimo ciò che Gigi ha dichiarato al collega Paolo Ianieri della Gazzetta: “Io continuo a vederla (la possibilità di strappare il titolo a Quartararo) ma non possiamo puntare solo sulle nostre forze. Avremo bisogno che si crei qualche situazione particolare, però guardando in casa nostra dovremo fare le cose nel migliore dei modi possibili”.

Come non è accaduto al Red Bull Ring. Ed infatti Dall’Igna ha proseguito: “Che non si debba rompere le scatole a Pecco lo si può già dire: sarebbe stupido se un pilota della Ducati lo infastidisse senza motivo”.

Questo non è un ordine di scuderia, che come viene ribadito ci può stare solo all’ultima gara. Lo chiese Kenny Roberts alla Yamaha nel 1983, pretendendo l’aiuto di Eddie Lawson contro Freddie Spencer ad Imola, e non servì. E’ però un chiaro invito che non può non essere accolto.

Già, ma il problema è che la Ducati al momento non può offrire nessuna carota, né a Martin, né a Bastianini, visto che a entrambi ha promesso la luna senza farceli atterrare. Un po’ la situazione dell’astronauta Buzz Aldrin, che comandò il modulo dell’Apollo 11 senza però poter sbarcare sul nostro satellite. E così finirà per uno dei due. E sarà ancora più dura, sia se l’annuncio sarà dato prima che dopo Misano, perché sarà avvertito comunque come una occasione perduta.

Questi sono i fatti, e le nostre considerazioni a riguardo. Errori se ne commettono sempre, e certamente senza quelli di Bagnaia ad inizio stagione la Ducati non sarebbe in questa situazione. Certo è che oggi, però, questo mondiale è nelle mani della squadra, oltreché nella manetta di Pecco.

 

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