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Valentino Rossi, il 'suo' team VR46 in MotoGP con Aprilia e l'esempio di Agostini

Ora che è ufficiale lo sbarco della VR46 in MotoGP ci si interroga con che Casa: Ducati, Aprilia e Suzuki nel mirino. Ma c'è anche da decidere il futuro di Valentino Rossi pilota o manager. E perché no entrambi?

Valentino Rossi, il 'suo' team VR46 in MotoGP con Aprilia e l'esempio di Agostini

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La conferma dell’ingresso della VR46 è arrivata, ma invece di portare certezze apre, inevitabilmente, ad altre domande.
La prima, ovviamente, è quella se vedremo Valentino Rossi semplicemente a capo del suo team, oppure nelle vesti di pilota-manager, come fece anche Giacomo Agostini nel penultimo anno della sua carriera quando alternò la MV Agusta e la Suzuki con i colori Marlboro. E’ una ipotesi possibile.

La seconda, naturalmente, è di quale moto sarà dotata la nuova struttura. Con Petronas al fianco di Yamaha ci sembra difficile la nascita di un terzo team con la casa dei tre diapason, dunque per la continuazione della sua never ending story il Fenomeno divorzierà dalla Yamaha per approdare…dove?

Ducati, Aprilia e Suzuki nel mirino della VR46

Non ci sono ancora indizi sufficienti per privilegiare una ipotesi in favore di un’altra, ma ovviamente stiamo parlando di tre case: Ducati, Aprilia e Suzuki.
Su Suzuki sapete come la penso: si parla di un secondo team dai tempi di Kevin Schwantz, ma l’ipotesi non si è mai tramutata in realtà. Certo, oggi potrebbe essere il momento giusto, specie dopo l’abbandono di Davide Brivio, ma la volontà di Suzuki di farlo rimane un punto interrogativo.

Rimangono Ducati ed Aprilia, entrambe case italiane, il che faciliterebbe la logistica. Ducati attualmente, con il team ufficiale e la Pramac è quella che ha meno bisogno di un terzo team forte, anche perché la VR46 non accetterebbe probabilmente lo stesso trattamento dell’ex Avintia. Inoltre i discorsi della casa bolognese sono già piuttosto avanti con il team Gresini.

Rossi come Agostini: pilota e manager di sé stesso

A questo punto l’ipotesi che rimane, per certi versi affascinante, è quella di Aprilia. Ed in un certo senso si chiuderebbe un cerchio perché proprio con la casa di Noale Vale iniziò la sua avventura nel 1996 in 125.
Ovviamente siamo ancora al livello delle ipotesi, non c’è ancora nulla di concluso, ma come diceva Hercule Poirot “Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova”.

Ora il terzo indizio non c’è ancora, nel senso che non è ancora completamente venuto alla luce.
L'Art. 192 del Codice di Procedura Penale afferma che l'esistenza di un fatto non può essere desunta da indizi, aa meno che questi non siano gravi, precisi e concordanti.

Ma quale può essere questo terzo indizio, cosa manca al puzzle per essere ricomposto?

Secondo noi la decisione di Valentino, se proseguire o continuare. E l’esempio di Giacomo Agostini è, per certi versi, entusiasmante.

 

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