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La strana storia di Morbidelli, vicecampione del mondo, ma non per Yamaha

"Franky non è un pilota ufficiale Yamaha - fanno sapere da Iwata - Petronas ha ricevuto ciò per cui ha pagato, una M1 non ufficiale. Non è stata una nostra scelta"

La strana storia di Morbidelli, vicecampione del mondo, ma non per Yamaha

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Sabato sera nel nostro usuale Bar Sport non abbiamo parlato solo del rientro di Marc Marquez in Portogallo, ma anche della strana storia del vicecampione del mondo, Franco Morbidelli, stranamente poco considerato dalla Yamaha al punto da non avere una M1 ufficiale.

La domanda, in realtà, la avevamo posta a Paolo Ciabatti, ospite della nostra diretta, ma il Direttore Sportivo di Ducati da vero gentleman ha preferito non esprimere alcuna opinione sulle scelte di una casa concorrente.

La risposta, in realtà, non ha tardato ad arrivare, ed è stato il portavoce della casa di Iwata, William Favero, a fornirci la spiegazione.

“Non si tratta di una scelta della Yamaha - ha detto il responsabile della comunicazione - bensì di Petronas: noi abbiamo dato loro ciò per cui hanno pagato. Saremmo stati felici di offrire una moto ufficiale, ma Morbidelli non è un pilota ufficiale Yamaha. Non è sotto un nostro contratto, come sono invece Zarco e Martin nel team Pramac Ducati. Quindi da Iwata è arrivata la moto che è stata richiesta, e pagata”.

Nessuna responsabilità della Yamaha, dunque, non si è trattato di una sua scelta, bensì di quella dello sponsor che finanzia il suo team satellite e che quest’anno ha accolto nelle sue fila - dopo una lunga trattativa - Valentino Rossi. Lui sì pilota ufficiale Yamaha, ancorché questa stagione con un solo anno di contratto.

Ma è proprio così? Chi paga Valentino? L’assegno arriva dal Giappone o dalla Malesia? La M1 ufficiale è un ‘regalo’ di Iwata per il suo pilota più titolato o grava sul budget di Petronas?

Perché in questo ultimo caso si potrebbe affermare - ma siamo pronti a ricevere una eventuale smentita - che per accogliere Rossi in un team inizialmente nato per lanciare i giovani, siano finiti i soldi, ed a questo punto è stato giocoforza risparmiare da uno dei lati del box. Quello di Morbido.

Sarebbe, ciò, da una parte ironico, Vale e Franky sono amici, anzi quasi brothers of different mothers, ma dall’altra terribile perché in questa trattativa economica la Yamaha pare non aver considerato il suo miglior pilota del 2020.

Forse a questo pensava, sabato pomeriggio, Franco Morbidelli quando a denti stretti confessava di avere un rodimento interno, per questa situazione. Andando anche oltre e chiamando in causa la VR 46 per scelte più adeguate riguardo al suo futuro.

Insomma, da qualunque parte si guardi la situazione, non è bella. E per nessuna delle parti in causa. Per Petronas perché ha penalizzato il suo miglior pilota, per Yamaha perché ne ha fatto semplicemente una questione economica, e Per Rossi che involontariamente ha penalizzato un amico caro.

Almeno, nel passato, le case giapponesi premiavano i migliori piloti privati fornendogli l’equipaggiamento top quando, ad un certo punto del campionato, dimostravano di valere più dei piloti titolari.

Accadde anche, era il 1978, a Kenny Roberts, sbarcato in Europa con una sola moto, al contrario delle due a disposizione di Johnny Cecotto, a cui il raddoppio arrivò quando ai piani alti si accorsero che solo l’americano poteva dargli il mondiale.

Imparare dagli errori del passato non è mai stata una caratteristica del genere umano, tuttavia. E il caso Morbidelli ne è la dimostrazione.

 

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