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Una terrazza sulla pitlane: la Misano di un cronista autorecluso

Nove giornalisti in tutto al GP di San Marino per concessione Dorna, ma non è tutto oro ciò che riluce. “Io sono ottimista - ci ha detto oggi il Presidente FIM, Jorge Viegas - stiamo lavorando per assicurarci un calendario mondiale 2021 assolutamente normale”.

Una terrazza sulla pitlane: la Misano di un cronista autorecluso

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Abbiamo, se così si può dire, combattuto per esserci, anche se probabilmente ‘combattere’ non è la forma verbale giusta.

E’ più corretto dire che ci siamo confrontati, dapprima un ristretto, ma comunque numeroso, gruppo di giornalisti del motomondiale che poi ha lasciato spazio ad un manipolo di colleghi.

Non sono state riunioni ‘carbonare’, abbiamo regolarmente tenuto informati i principali team manager, le Case e, ovviamente FIM e Dorna, che è stato il nostro principale (se non unico) interlocutore e devo ammettere che Carmelo Ezpeleta in persona non si è tirato indietro, ma ha risposto prontamente partecipando sia alle chiamate individuali che a quelle collettive, con spirito di collaborazione.

Così oggi siamo qui, a Misano, non nell’usuale sala stampa del circuito, bensì in una saletta al secondo piano. Per accedervi abbiamo dovuto seguire, giustamente, la medesima procedura di piloti e squadre. Dunque tampone obbligatorio entro le 96 ore precedenti all’ingresso al circuito e, ovviamente, mascherina e distanziamento sociale.

I colleghi Pecino e Zamagni si ristorano sulla terrazza

All’ingresso ci siamo sottoposti al controllo della temperatura, che ormai ti fanno anche quando entri in un centro commerciale e, in più, al controllo del QR Code generato da una app per iOS e Android - MotoGP Med - che certifica il tuo stato di negatività.

Checché se ne dica il tampone è un controllo invasivo e non piacevole e, farlo, eventualmente, tutte le settimane non è un sacrificio da poco. Piloti, team manager e meccanici sono costretti a farlo ma, dopo, possono svolgere integralmente il proprio lavoro, anche se come tutti devono rinunciare a gran parte della socialità vivendo in una ‘bolla’, ma del resto le squadre vivrebbero comunque viaggiando assieme, dimorando negli stessi Hotel e mangiando assieme.

La differenza, oggi, è che non ci sono le Hospitality quindi i momenti di quella che una volta si chiamava ‘refezione’ sono tristi pranzi nei lunch box, ma del resto dimenticatevi le tavolate di una volta anche in tempi normali: ormai le squadre, quasi tutte, mangiano comunque in circuito nelle proprie Hospitality, per risparmiare, perché quella che di giorno in tempi normali è la principale struttura per gratificare gli sponsor, diventa il punto di ritrovo del team.

Per i giornalisti, però, la situazione è diversa e nella situazione attuale a noi non è permesso lavorare normalmente. La prima restrizione, ma anche quella che racchiude tutte le altre, è che non possiamo circolare nel paddock. Il che equivale a non poter raccogliere informazioni. Men che meno si può circolare nella pitlane, il che significa non poter vedere le moto, cioè non ci possiamo rendere conto del lavoro svolto da team e piloti.

Cinque dei 9 giornalisti presenti a Misano, il primo a sinistra è Mat Oxley, storico cronista ed ex pilota

Ogni tanto qualche team manager o PR sale a salutarci, oggi addirittura Willi Favero della Yamaha, ci ha portato il caffè, ma rimane poco perché non essendo insonorizzata nella saletta c’è un frastuono infernale. Intendiamoci: oggi mi sono quasi commosso nel risentire dal vivo il rombo dei motori e, affacciato al balconcino che da sul rettilineo di arrivo, ho anche potuto constatare che le KTM, uscendo in scia si mangiano le Yamaha, ma poi alla fine della giornata, costretti a seguire le interviste su Zoom con i piloti, le informazioni raccolte sono percentualmente di poco superiori a chi segue il Gran Premio in mutande da casa.

Servizio al tavolo da parte della Yamaha per Paolo Ianieri della Gazzetta, nostro compagno di banco

E non è la stessa cosa: a dirvelo è uno che per passione ancor prima che per lavoro segue ininterrottamente il motomondiale dal 1977 e ha lasciato la F.1, dopo 15 anni di convivenza difficilissima perché significava seguire qualcosa come più di 25 GP all’anno con le concomitanze, perché la massima formula dell’automobilismo si è allontanata dal mio modo di concepire questo lavoro.

Poter entrare in un box, salutare i meccanici, osservarli al lavoro, scambiare un’occhiata con il pilota mentre attende che la sua moto sia pronta. E magari poi parlarci di persona od addirittura fermarsi a chiacchierare di emozioni comuni è ciò che ci permette di scrivere con cognizione di causa di uomini che passano la loro giovinezza a 300 all’ora.

E sapete perché? Perché non è solo una battuta quella di vivere la vita un quarto di miglio alla volta. Significa, fuor di metafora, andare sempre al massimo, in piena accelerazione.

In un mondo rapido come la MotoGP, che vive di velocità, non potersi muovere è la più grande iattura. Prendiamo questa apertura della Dorna alla stampa come un primo passo verso la normalizzazione, in questi tempi difficili già essere riusciti ad organizzare il mondiale è un risultato assolutamente degno di plauso.

Ora è però necessario fare un passo ulteriore, non fermarsi qui. “Io sono ottimista - ci ha detto oggi il Presidente FIM, Jorge Viegas - stiamo lavorando per assicurarci un calendario mondiale 2021 assolutamente normale”.

Nel frattempo, però, dobbiamo provare a normalizzare questo. Misano ha già fatto un enorme passo in avanti aprendo a 10.000 spettatori, il successivo e lasciarci riprendere a raccontare ciò che succede dietro le quinte.

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