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Il silenzio degli innocenti: Emilio Alzamora e il 'caso' Alex Marquez

Ci era già accaduto: ci siamo svegliati con il volto di Alzamora e siamo andati a parlare con i fratelli Marquez dopo che Alex è stato licenziato senza nemmeno mai aver disputato una gara nel team Repsol Honda. Mercato impazzito? Nel frattempo anche Rossi è in silenzio su Petronas...

Il silenzio degli innocenti: Emilio Alzamora e il 'caso' Alex Marquez

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Comincio ad essere preoccupato: ieri pomeriggio ero un po’ stanco così ho deciso di fare un riposino. Appena ho chiuso gli occhi ho iniziato a sognare. Ero sveglio e stavo andando a parlare con i fratelli Marquez…ma non ero io. Ne ho avuto la certezza perché, in macchina, mi sono guardato nello specchio retrovisore: avevo il volto di Emilio Alzamora!

Ora ricorderete del mio stupore quando, due settimane fa, avevo sognato di essere Paolo Ciabatti, ma era la prima volta che mi accadeva! Non gli ho dato troppo peso, anche perché queste trasformazioni ci danno pur sempre delle notizie…ma ora è la seconda volta e la cosa mi sconcerta.

Io Emilio lo conosco bene, anche meglio di Paolo: quando lui a fine anni ’90 gareggiava nella 125 a volte andavamo a correre assieme, in circuito. Avevo già passato i 40 anni, ma da ex mezzofondista ero ancora piuttosto veloce e Alzamora andava forte. Anzi era l’unico con cui potevo fare un allenamento serio. Ricordo una bella corsetta al Mugello, con noi c’era anche l’ex olimpionico di maratona Alessio Faustini, ma non voglio divagare: questo è un altro discorso.

Comunque per farvela breve mi sono ritrovato sotto casa di Marc e Alex. Mi stavano aspettando ed ovviamente abbiamo iniziato subito a parlare di quanto è successo: la firma di Pol Espargarò con HRC.

Come mi era già successo quando mi ero ritrovato in Ducati, sapevo benissimo di non essere Emilio, ma possedevo tutti i suoi ricordi, oltre al volto e alla voce, così Marc ed Alex non hanno sospettato nulla.

Naturalmente Alex era perplesso e dispiaciuto, mentre Marc se ne è uscito con una frase che mi ha fatto pensare: “ora smetteranno di dire che ci sono io dietro la tua carriera!”.
Era un po’ incazzato.

Questa cosa, naturalmente, ci ha colto di sorpresa e ne sappiamo ancora troppo poco per esprimere una opinione. Naturalmente quando conoscerò tutto, nei dettagli, dirò la mia, ma abbiamo convenuto che è troppo grossa per essere solo farina del sacco di Alberto Puig.

Qui c’è di mezzo il Giappone e sicuramente la decisione è stata condivisa da Yoshishige Nomura, il presidente di HRC. Quello che non andava d’accordo con Nakamoto. Quando? Non è stata una decisione dell’ultima ora.

Al momento, dunque, stiamo attendendo l’ufficializzazione. Certo, senza nemmeno aver fatto una gara in MotoGP, per Alex è stata una cosa dura da accettare. D’altro canto, non ho potuto non ricordargli che di questi tempi essere in MotoGP è un privilegio.

Intendiamoci: Alex si meritava la promozione: ha vinto il mondiale in Moto3 ed in Moto2. Dodici Gran Premi, ventitré podi, dodici pole e dieci giri veloci non si fanno per caso. Peraltro è ciò che è stato detto durante l’ufficializzazione a Valencia: non si arriva nel team Repsol-Honda senza vittorie.

Purtuttavia questa decisione presa in Giappone ci sconcerta. Sono state fatte, ed abbiamo fatto noi stessi, più di una ipotesi, inclusa quella che fosse già tutto fatto a novembre, quando abbiamo firmato. Del resto non è forse vero che Alberto Puig in più di una occasione, in quel periodo, aveva parlato molto bene di Pol Espargarò?

Quel che io, Emilio Alzamora, dico è: se l’ingaggio di Pol doveva essere un segreto è stato veramente mal custodito. E non è stato bello che sia venuto alla luce addirittura prima dell’inizio del campionato.

Marc e Alex mi hanno chiesto se era il caso di dire qualcosa. Ho risposto loro che fintantoché non sarà tutto chiaro non lo farò. Dopo, certo, parlerò. Per il momento mi limito a rispondere al telefono. Parlo con tutti. E’ giusto così. Il futuro di Alex nel team LCR? Vedremo.

Con questa spiegazione ci siamo lasciati, anche perché queste mie trasformazioni durano poco e avevo paura di riprendere il mio vero aspetto. Chissà cosa avrebbe detto Marc: probabilmente si sarebbe fatto una delle sue risate!

Comunque una volta in auto, sulla via di casa, è bastato uno sguardo allo specchietto retrovisore per capire che ero nuovamente io, in pizzetto e occhiali e mi è venuto in mente che il caso di Alex Marquez non è il solo mistero di questo anticipo di mercato a bocce fermo veramente inusuale.

Di Valentino Rossi e Petronas, infatti, vogliamo parlare? A lui la sella in Yamaha ufficiale l’hanno tolta ancora prima, ma quando sembrava che fosse disposto a firmare, anzi che la firma fosse solo una questione di pochi giorni per decidere quanti dei ragazzi della sua squadra lo avrebbero seguito, si è bloccato tutto.

Cosa è successo? Un ripensamento di Vale o, piuttosto, un braccio di ferro con Yamaha che non vuole cedere a Petronas una squadra ben collaudata come quella orfana di Jeremy Burgess…o le due cose assieme.

C’è poi un’altra considerazione da fare: chi lascerebbe un team ufficiale, una casa, per andare in una squadra che per la pandemia ha dimezzato tutti gli stipendi?

Bah, ci sono ancora troppi punti interrogativi in questo mercato piloti esploso a quasi un mese dal ritorno alle gare. Troppi tasselli mancanti per formare l’immagine di un puzzle riconoscibile.

Quel che è certo è che oggi la MotoGP la numerosi buchi nella sua trama: Cal Crutchlow è sicuramente in partenza perché, da quanto si dice, si è già offerto ad un paio di team. Ha ragione Lucio Cecchinello: non vuole più ritirarsi. Anzi il fatto che la Honda voglia ‘ritirarlo’  gli ha riacceso l’interesse.

E poi c’è KTM, una casa che decisamente non va d’accordo con Honda e che oggi si trova a dover sostituire il più giovane degli Espargarò. Cal si è sicuramente offerto, ed avendo esperienza sul V4 potrebbe essere preso in considerazione. Però sulla stessa pista di sono Danilo Petrucci ed Andrea Dovizioso. Anche se per Dovi, probabilmente, è solo una sponda su cui appoggiarsi nella trattativa con Ducati.

 

Un'ultima considerazione, quasi una nota a piè di pagina: la Honda DOVEVA ingaggiare un altro pilota prima della fine del 2020: non bisogna infatti dimenticare che gli altri due piloti del team LCR finiscono spesso a malapena nei primi dieci. E con Policcio stava parlando anche Ducati. Di qui la decisione di ingaggiarlo. La comunicazione è stato un disastro, ma è una novità per Honda? Affatto. Per Alberto Puig la comunicazione e la stampa non esistono.

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