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I tre Gran Premi oltreoceano che ci riportano indietro nel tempo

Le tre settimane fra Giappone, Australia e Malesia riportano la moderna MotoGP (quasi) ai tempi del Continental Circus, quando si viaggiava in Europa fra Svezia, Finlandia ed Inghilterra al seguito della carovana iridata

I tre Gran Premi oltreoceano che ci riportano indietro nel tempo

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Amo queste tre trasferte oltreoceano, che nel motomondiale chiamiamo 'trio'.
Rispetto ai Gran Premi tradizionali, in Europa o nelle trasferte mordi e fuggi fuori, la MotoGP torna ad essere il motomondiale che mi affascinava da ragazzo, quando inseguivo il Continental Circus con un furgone Fiat 242 camperizzato e, ancor prima, con una Fiat 500 L dormendo in tenda.

Ricordo che nel trio di allora - Svezia, Finlandia ed Inghilterra - i pochi giornalisti al seguito dei Gran Premi diventavano pochissimi. Esattamente come ora e magicamente si creava quel clima di amicizia che non è scomparso ma certo in qualche modo oggi è mascherato da ciò che viene inteso come professionalità: le divise dei team tutte uguali, le Hospitality, le conferenze stampe, gli addetti stampa.

Non dover andare in circuito con due uova sode in tasca ha i suoi vantaggi

Non ne sminuisco l'apporto. In questi tempi moderni è tutto più semplice ed organizzato. Non devo più arrivare in circuito con delle uova sode in tasca per mangiare qualcosa a metà giornata, senza dover chiedere ospitalità nella roulotte della bella Veronique, la allora fidanzata di Virginio Ferrari. E non dover bussare alla roulotte del simpatico ma lunatico Marco Lucchinelli ha i suoi vantaggi, perché si poteva, indifferente, essere invitati a dividere la compagnia (spesso simpatica e femminile) come essere mandati a quel paese.

Magee: "Tutti abbiamo iniziato a correre perché amavamo guidare, non per diventare campioni"

Ma quelli erano i tempi. Non torneranno e nemmeno c'è bisogno che tornino. Oggi però mi sono trovato a parlare con Kevin Magee, il pilota australiano ex compagno di Wayne Rainey nel team Roberts nel 1985, oggi commentatore per la TV e ciò che mi ha detto mi ha colpito.

Parlavamo di come un non più giovanissimo scriba come me ami ancora andare in moto, e delle sensazioni piacevoli che ho provato tornando a girare in pista a Vallelunga dopo più di 10 anni.

"Paolo - mi ha detto - prima di iniziare a correre e, nel mio caso, diventare un professionista, tutto è iniziato dal piacere di guidare. Fintantoché provi quel piacere vai senza preoccupazioni".

Cosa rappresenti veramente il motomondiale me ne accorgo soprattutto in queste tre trasferte oltreoceano

La conversazione è proseguita per un po', entrambi una bottiglia di birra in mano, come due motociclisti intenti a rilassarsi dopo una tirata sul Passo del Muraglione. Vecchi nostalgici? Tutt'altro, per entrambi i Gran Premi continuano ad essere una parte importante della vita, ma cosa rappresenti veramente il motomondiale me ne accorgo soprattutto in queste trasferte dove per qualche motivo, magicamente, i superprofessionisti di oggi ritornano i piloti di allora. Ad uno Starbuck in aeroporto, o mentre si fa la fila alla Europcar, piuttosto che qui sulla Esplanade di Cowes dove la MotoGP, il Continental Circus di allora, si ritrova alla sera dopo una pizza da Pino's o all'Isola di Capri.

Negli anni '80 nessuno andava in palestra, ora i piloti sono dei veri atleti

Mi mancano solo le corse a piedi di allora quando, allenato abbestia, io scriba diventavo un punto di riferimento. Non che allora la forma fisica rivestisse una importanza particolare, eh. Non pensiate che ciò generasse invidia. Guardate qualche vecchia foto di Barry Sheene. Non aveva l'aspetto di uno che si massacrasse in palestra. Oggi qui a Phillip Island al mattino, vista anche la bellezza del luogo, corrono tutti. Allora si rispettava chi girava la manopola del gas, ed io all'epoca potevo vantare solo il bombolino azzurro del Campingaz.

Quando si spandeva l'aroma di caffè dalla Moka, però, partivano bei discorsi e in Finlandia, con il sole di mezzanotte, mai mi è capitato di sentire qualcuno che dicesse: ragazzi, vado. Domattina presto ho le prove. Anzi, ignominiosamente, al TT del ritorno di Hailwood, nel 1978, fu Mike The Bike, che aveva le prove all'alba sul Mountain, a tirare tardi.
Ecco, quel genere di pilota lì un po' ci manca, anche durante questo trio che ci riporta indietro nel tempo.


 

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