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Kipchoge, perché il re di maratona è come Marquez, Rossi e Lorenzo

Perché andare a 21,13 Km/h di media ci fa amare sempre la velocità. Il primatista mondiale di maratona ha raggiunto il suo obiettivo a Vienna scendendo sotto le 2 ore. E' stato aiutato da 41 lepri e da una ottima organizzazione, ma le gambe e la testa erano solo sue

Kipchoge, perché il re di maratona è come Marquez, Rossi e Lorenzo

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Non c'entra con il motociclismo, ma ha a che fare con la velocità.
Questa mattina Eliud Kipchoge, atleta keniano, vincitore della maratona di Berlino con record del mondo in 2h01'39", oro in maratona ai giochi olimpici di Rio de Janeiro, ha corso i mitici 42 Km e 195 metri sotto le due ore. Esattamente in 1h59’40". Un record mondiale non omologato perché non è stato corso durante una vera gara di maratona, ma in una manifestazione appositamente organizzata.

Ma a noi questo non importa. Da appassionati della velocità, sotto qualsiasi forma, andare sotto le due ore con una media di 2'50" al Km alla media di 21,13 Km/h è come raggiungere e trovare il Santo Gral.

Eliud Kipchoge 'circondato' dalle lepri a metà della sua impresa

E' vero, Eliud è stato 'aiutato' nell'impresa da ben 41 lepri, anch'essi atleti di livello assoluto, che si sono dati il cambio, davanti e di lato a lui con una formazione a freccia, ma pensate e vedete differentemente: per chiunque ami la maratona e sappia cosa significa correre sul passo del 2’50”/Km tutto ció è incredibile. Non solo la forza, la resistenza, ma anche la concentrazione. E poi le lepri. Sono mesi che si allena con loro, sono diventati un gruppo.

Proprio come noi mortali amatori. Al di là dell’aiuto fisico nello starti davanti, tirarti, c’è l’incredibile aiuto umano, psicologico. È artificiale, ma come un robot con un cervello umano. Mi emoziona perché amo la velocità in tutte le sue espressioni.

E' vero, non è record nel senso che diamo a questo termine, anche se in realtà non esiste un record assoluto in maratona ma solo un miglior tempo, visto che si corre su percorsi diversi. Questa è solo una magnifica dimostrazione di volontà nel raggiungere un obiettivo. Certo, aiutato dagli sponsor ma è così che va oggi.

21,13 Km/h di media, per come li intendiamo comunemente, non sono una velocità. Per chi ama correre, anche su distanze più brevi, rappresentano invece l'ultima Thule.

Eliud ha corso l'ultimo chilometro a 2'40", sprintando

Ricordiamo, e di anni ne sono passati moltissimi, quando con il compianto Andrea de Cesaris, pilota di F.1 e nostro compagno occasionale di allenamento, parlavamo dei 3' al Km per 1 Km. E di quanto fosse difficile quel passo, anche per un giovane allenato.

'Mandingo' quasi non voleva credere alla difficoltà di mantenere quella spinta per un solo chilometro. Si ricredette.

Per questo, da affascinato della velocità, che quasi ogni settimana si genuflette di fronte alle imprese dei miei eroi su due e quattro ruote, egualmente mi inchino di fronte al dio capace di farlo su due gambe.

Circondato da amici. Spinto dalla folla. Inutile? Forse. Ma tutto ciò che facciamo su questa terra è inutile, tranne quello che ci fa sentire bene, tutto ciò che ci fa superare i nostri limiti.

E sapere che un uomo come me ha superato quel limite, anche se io mai ne sarei stato capace di farlo nemmeno negli anni più verdi, mi rende felice.

Del resto non guiderò mai una Honda RC213-V come Marc Marquez, non saprò cosa si prova ad avere una carriera lunga come quella di Valentino Rossi, non mi troverò mai di fronte ad un anno sportivamente così terribile come quello di Jorge Lorenzo.

Però avrò e cercherò di superare altre sfide.

#nohumansislimited

 

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