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Caso Ducati: perché ha ragione, perché ha torto

Bisogna intendere qual'è il fine ultimo delle leggi. L'importanza della motivazione che il legislatore aveva voluto attribuire alla norma nel momento in cui la ha stilata

Caso Ducati: perché ha ragione, perché ha torto

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Ci vuole onestà mentale. E poi bisogna intendere quale è il fine ultimo delle leggi. Si decide, si dovrebbe decidere, in base a questo. In base, cioè, al significato che il legislatore aveva voluto attribuire alla norma nel momento in cui la ha stilata.

Il problema, e l'illogicità della decisione presa della Corte d'appello della FIM, sta tutta qua.

Perché anche se è vero che il 'cucchiaio' Ducati non ha fini aerodinamici apprezzabili dal punto di vista della deportanza - ma ci piacerebbe capire che tipo di calcoli hanno portato a Mies Honda, Suzuki, Aprilia e KTM per dimostrare il contrario - è altresì innegabile che ha un effetto aerodinamico: cioè devia l'aria per indirizzarla verso la gomma posteriore.

Ed a testimonianza di ciò ci sono le due 'cartelle' a parziale copertura dei dischi dei freni anteriori che servono, evidentemente, per pulire il flusso d'aria sotto la carenatura.

Dunque a questo punto bisognerebbe capire per quale motivo Danny Aldridge ha ritenuto legale uno studio teso, comunque, a migliorare le prestazioni. Perché se una cosa è deviare l'acqua in caso di pioggia dalla gomma, un motivo di sicurezza, un altro è raffreddarla per migliorarne le prestazioni.

Perché in fondo a cosa servono gli studi di aerodinamica che la FIM vuole monitorare e contenere?

La risposta è ovvia: a migliorare le prestazioni. Dunque non ci dovrebbe essere alcuna differenza fra aumentarle grazie ad una deportanza di qualche chilo oppure ad un incremento delle prestazioni di uno pneumatico.

Sarebbe esattamente la stessa cosa perché l'obiettivo, in questo caso, non è la sicurezza di guida, bensì il guadagno di qualche decimo.

Dunque il legislatore faccia pace con sé stesso e con il proprio cervello. E' il principio del mantenimento dei costi ad essere stato violato. Non perché l'oggetto in questione crei o meno una deportanza significativa, ma perché causa un aumento della prestazione.

Al contrario, nel caso servisse solo per deviare l'acqua ed evitare il pericoloso aquaplaning, ci sarebbe egualmente un miglioramento delle prestazioni, ma a scopo di sicurezza.

Lo sappiamo: il confine è sottile. E le corse sono fatte per spendere. I Price cup sono, nella maggior parte dei casi, inutili, perché si sposta semplicemente la direzione dove deve affluire il denaro.

Vogliamo mettere un tetto di spesa alle sospensioni? Si lavorerà su una altra area. E' il budget totale che conta, perché se, poniamo, la Casa X ha a disposizione 50 milioni di Euro per lo sviluppo, potrà investigare su un numero maggiore di area rispetto alla casa Y che ne ha soli 25. E' per questo che si cerca di mantenere i costi, in modo che tutte le Case possano avvicinarsi.

Scriviamo una cosa scontata, ma ciò che conta  maggiormente non sono le parole di una norma, bensì lo spirito per la quale è stata scritta.

Attenzione: ciò non significa assolutamente che la Ducati e Gigi Dall'Igna hanno imbrogliato. Non è così! Anche se per i tifosi è molto più semplice vedere la realtà bianca o nera. Ma qui siamo in una zona grigia, dove più che la norma conta l'interpretazione. E se la Fim avesse voluto, e con lei la Dorna, limitare in futuro certi voli pindarici, avrebbe dovuto, salomonicamente, come del resto avevano chiesto Honda, Suzuki, Aprilia e KTM, lasciare la vittoria a Dovizioso e vietare il 'cucchiaio'.

Ora è aperta la possibilità di un ricorso al CAS, ma temiamo più che speriamo che la grande livellatrice Dorna abbia già provveduto a mettere d'accordo le parti. E così di accordo in accordo si andrà avanti. Nulla di nuovo. E come è accaduto per le decisioni da prendere delegate alla Direzione di Gara, si andrà avanti a spanne. A vista. A secondo che un pilota od una Casa conti in quel particolare momento o meno.

Di che parliamo?

Diamine, ma ve la ricordate la partenza del Gran Premio di Argentina 2018?

Eppure in quel caso le regole erano chiare...

Non in legendo, sed in intelligendo leges consistunt.

 

P.S. Nell'applicare la legge non si può ad essa attribuire altro senso che quello fatto palese dal significato proprio delle parole secondo la connessione di esse (1), e dalla intenzione del legislatore (2)

1) È questa la c.d. interpretazione letterale (c.d. vox iuris), volta ad attribuire alla norma il significato che si evince immediatamente dalle parole utilizzate.

2) È questa la c.d. interpretazione logica che, superando il significato immediato della disposizione, mira a stabilire il suo vero contenuto ossia lo scopo che il legislatore ha inteso realizzare, emanandola.

 

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