C’è una guerra in atto fra Jorge Lorenzo e la Ducati a Sepang e questo spiega perché oggi, caparbiamente, il maiorchino dopo aver saltato il GP del Giappone e quello di Australia in seguito all'incidente in Thailandia causato da un guasto tecnico della sua Ducati abbia insistito a provare in entrambi i turni di prove del venerdì.
Jorge, infatti, avrebbe tranquillamente potuto, dopo la FP1, lasciare via libera al collaudatore della Rossa, Michele Pirro, fatto giungere appositamente dall’Italia come possibile sostituto.
E lo avrebbe forse fatto se non fosse in atto una disputa contrattuale fra la casa, che vorrebbe - si mormora - non pagare a Jorge, in caso di rinuncia alla gara, l'ultima rata del ricco contratto. Parliamo di circa un milione di euro, ed è per questo che il cinque volte iridato non intende dare via libera al collaudatore finché la Ducati non firma una liberatoria con la quale conferma di non avere nulla a che pretendere in caso di rinuncia al Gran Premio della Malesia.
“Dobbiamo ricordare che se sono in queste condizioni non è per colpa mia. Sono ritornato in fretta in Thailandia per essere al massimo della forma e in quell’occasione è successo qualcosa a livello tecnico che mi ha fatto cadere”, ha sottolineato il 99.
La Ducati, pur ammettendo il gusto meccanico, non ha fornito delucidazione in merito. Si ipotizza un guasto all’elettronica o al cambio. Fatto sta che Lorenzo è caduto senza averne colpa. Ed ora balla l’ultima rata del ricchissimo contratto, un milione di euro, appunto.
Fra i due fuochi, purtroppo per lui, è preso Michele Pirro che sabato potrebbe essere chiamato in fretta e furia a salire sulla GP18 qualora Lorenzo trovi un accordo dell’ultimora con la Ducati. Ciò potrebbe voler dire, per lui, poter disputare magari solo la FP4.
Naturalmente sull'incidente...diplomatico le bocche sono cucite. La situazione però potrebbe sbloccarsi e questo significherebbe il via libera per Pirro, che avrebbe così a disposizione due turni prima delle qualifiche.