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Lorenzo vs Marquez al Red Bull Ring: prove di futuro

Al Red Bull Ring 'Magic Marc' e 'Porfuera' si sono reinventati indossando l'uno i panni dell'altro. Ma nonostante la vittoria ora la prima Ducati è più indietro

Lorenzo vs Marquez al Red Bull Ring: prove di futuro

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E' stato un bel film, nel quale entrambi hanno recitato la parte dell'altro, la sfida fra Marquez e Lorenzo al Red Bull Ring.

Tutti e due sapevano, infatti, che per vincere sarebbero dovuti andare oltre il proprio ruolo. Reinventarsi.

Così il pilota della Honda ha interpretato la grande fuga, tipica delle gare di Jorge, vestendo i panni del maiorchino e restando al comando per ben 18 – tranne il primo – dei 28 giri complessivi.

SCAMBIO DI RUOLI - Il ducatista, al contrario, si è immerso nel ruolo del campione del mondo nella prima parte del Gran Premio, resistendo ad ogni tentativo di sorpasso del compagno di squadra, Dovizioso.

E poi, piegatolo, ha raggiunto e impegnato Marquez in un duello ad altissimo rischio dal quale è uscito trionfatore grazie ad una serie di sorpassi e controsorpassi – sette in tre giri – culminata in una stoccata all'esterno che è il suo marchio di fabbrica. Porfuera, appunto.

Il bello è che a leggere la trama di questo action movie, prima del via, nessuno avrebbe potuto immaginare il finale.

MICHELIN SI E' FATTA IN TRE - Marquez, infatti, aveva scelto di partire con la gomma posteriore dura, non l'ideale per una fuga; Dovizioso aveva optato per la media, pensando di dover ripetere la tattica attendista di Brno; mentre Lorenzo, al contrario, aveva puntato sulla morbida, soluzione che faceva pensare ad una delle sue solite partenze sprint.

Tre Michelin diverse, per tre teste diverse. Un grandioso risultato per la casa di Clermont che ha confermato l'importanza della strategia nella MotoGP attuale, dimostrando nel contempo come qualunque delle tre scelte possibili siano in grado comunque di terminare la gara con prestazioni eccezionali.

E poco importa che, alla fine, gli spettatori e noi stessi siamo rimasti ingannati nell'immaginare strategie 'classiche' che poi non si sono avverate.

STRATEGIE DIVERSE - Marc infatti ha usato la dura per non doversi preoccupare troppo del consumo e tirare fin dall'inizio; Lorenzo la morbida per non ritrovarsi, come a Brno, alle spalle del compagno di squadra. E fa pensare il fatto che Dovi, l'unico fra i tre ad optare per una scelta tradizionale, si sia domandato sul gradino più basso del podio se non sia stata proprio questa mancanza di coraggio a penalizzare la sua prestazione.

Lo ha tradito, pensiamo, credere che sia Jorge che Marc avrebbero usato le loro armi tradizionali. Non è stato così.

GEMELLI DIVERSI - Del resto i due, che il prossimo anno saranno compagni di squadra in HRC, si sono pesati e valutati da tempo. Sono della stessa lega. E Andrea nel futuro dovrà far tesoro di questa lezione, anche ripensando agli errori (e punti persi) nel passato per i suoi attacchi al maiorchino: il maldestro sorpasso in staccata, con conseguente largo per ambedue, a Jerez, che ha poi innescato l'involontario incidente con Pedrosa e la scivolata di Le Mans. Ma ci stà: a questo livello si corre sempre sul filo del rasoio. Più cavallo nero, che cavallo bianco, per usare una metafora a lui cara.

Il trionfo nella lunga volata di Lorenzo, il suo terzo successo quest'anno, dimostra che la Ducati è da mondiale, ma nel contempo è una vittoria di Pirro perché ora il vantaggio di Marquez sul secondo, Valentino Rossi, è salito a 59 punti, mentre i ducatisti inseguono staccati rispettivamente di 71 (Jorge) e 72 punti (Andrea). Quasi tre Gran Premi. Ed è evidente che sarà la coppia in Rosso a giocarsi le posizioni alle spalle di Magic Marc. Un ulteriore punto a vantaggio del pilota della Honda visto che i suoi due principali avversari correranno l'uno contro l'altro rubandosi di volta in volta punti preziosi.

MONDIALE MARCHE NEL MIRINO - Unica nota consolatoria per la Ducati è la possibilità di vincere il mondiale marche che al momento li vede in seconda posizione a -28.

E siamo ai titoli di coda.

Se avesse vinto Marquez, al Red Bull Ring, ad essere sconfitta sarebbero stati i suoi piloti, non la Ducati.

Il film è senza coprotagonisti: Crutchlow è finito quarto a 10 secondi, Petrucci a 13 e Valentino Rossi, dopo una bella rimonta, alle sue spalle.

Ha meno rimpianti lui dei tre che lo hanno preceduto. Dovizioso incluso.

 

Questo articolo è apparso sul Corriere dello Sport il 13/08/18

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