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MotoGP: un grande spettacolo...in cerca di autore

Il motomondiale è iniziato in modo entusiasmante ma ha bisogno di maggiore professionalità

MotoGP: un grande spettacolo...in cerca di autore

C'è poco da lamentarsi: la MotoGP quest'anno sta offrendo veramente un grande spettacolo. Il confronto con la F.1 è impietoso ed a favore delle due ruote. Se da una parte, la loro, c'è il dominio Mercedes, con la Ferrari ancora all'inseguimento, dall'altra, la nostra, tanti argomenti di conversazione per i tifosi.

Un Valentino Rossi ancora competitivo a 37 anni e pienamente in lotta per il mondiale, il ritorno di Marc Marquez alla vittoria, l'imperscrutabilità di Jorge Lorenzo, capace di gare meravigliose ma anche di incomprensibili cadute e, infine, una Ducati sicuramente competitiva, anche se ancora alla ricerca del colpo d'ala capace di farla decollare.

Poi, certo, ci sono anche alcuni lati oscuri. E a Termas de Rio Hondo, in Argentina, ne abbiamo visti alcuni.

IL GIALLO DELLE GOMME - E' facile, ovviamente, puntare il dito contro la Michelin, rea di aver creato, dall'inizio della sua nuova avventura in MotoGP due serie situazioni di pericolo: lo scoppio dello pneumatico di Loris Baz nei test di Sepang ed il desciappaggio della copertura di Scott Redding a Termas durante la FP4.

D'altro canto competere significa sperimentare e Bridgestone non fece meglio all'esordio: chi ricorda l'esplosione della stick posteriore sulla Kawasaki di Nakano a Mugello nel 2004? E vogliano parlare di Phillip Island 2013 quando la casa giapponese fu costretta a chiedere - come è accaduto qui - di dividere il Gran Premio in due perché le sue gomme non erano in grado di reggere alla distanza.

Jorge Lorenzo con un tecnico Michelin

PIOVE SUL BAGNATO - Per questo motivo assolviamo la casa di Clermont Ferrand, ma condanniamo invece il fatto che sabato sera la Direzione Gara non abbia convocato, oltre ai rappresentati della Michelin, anche i direttori sportivi e quelli tecnici delle case per esaminare una serie di soluzioni alternative, invece di ritornare su quella presa per ben tre volte.
Dovrebbe essere infatti stato evidente fin dall'inizio che la decisione di far correre la MotoGP con pneumatici mai provati prima avrebbe potuto essere vanificata dall'arrivo della pioggia. Peraltro prevista al 70% persino dall'applicazione Meteo dell'iPhone!

TESTE PENSANTI O TESTE VUOTE? - Il balletto dei comunicati, al mattino della domenica, con continui aggiornamenti sulle procedure da tenere per una gara flag-to-flag che comunque sarebbe potuta partire con le stick, per poi finire con le rain, o viceversa, con la conseguenza di non poter avere moto pronte e assettate nella pitlane è stato ilare.

Come comico il comunicato del panel degli steward con il quale è stata comminata la sanzione di 1 punto di penalità e tre posizioni sullo schieramento di partenza del GP del Texas ad Andrea Iannone: "your  overtook  rider  nr.4,  in  a  way  much  too  optimistic", si legge nel comunicato originale.

Ma come 'troppo ottimistica'? L'articolo 1.21.2 del codice della FIM parla chiaramente di 'guida responsabile'. E dell'obbligo di non causare pericolo ad altri concorrenti. Cos'è avevano paura di accusarlo di guida pericolosa?
Non sono sottigliezze.

Le parole sono pietre e affermare che un pilota è stato troppo ottimista non è la stessa cosa di dirgli che il suo comportamento è stato irresponsabile.
Ma cosa possiamo aspettarci se in fondo la Direzione di Gara ospita di fatto gli stessi, pessimi, protagonisti del 2015?

Sappiatelo: lo 'Stewart Panel' è stato solo un contentino dato a Vito Ippolito, Presidente della FIM, perché parliamo di due giudici con l'aggiunta di Mike Webb, quello che l'anno passato a Sepang espresse la propria opinione personale dopo i noti fatti contravvenendo ad una regolare basilare che ogni giudice dovrebbe conoscere.

MAGGIORE PROFESSIONALITA' - Insomma la MotoGP deve professionalizzarsi in molti settori. E se si pensa che i team manager si sono riuniti domenica mattina solo per l'impulso di uno di loro si capisce che la strada da percorrere è lunga.

Personalmente ci interessano poco i problemi fiscali (se ne ha) della Dorna e di Carmelo Ezpeleta, ma siamo invece molto interessati ad una gestione più attenta di uno sport bellissimo il cui potenziale è ancora parzialmente inespresso e a volte penalizzato dall'incompetenza di alcuni dei personaggi a cui è demandato il compito, invece, di gestire le emergenze.
Perché l'ordinaria amministrazione, come tale, va avanti da sola.

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