Figuraccia storica per le moto che ha visto cancellato il GP di Silverstone a causa della pericolosità del circuito in condizioni di pioggia.
Francamente mi sembra di sognare al solo pensiero di non correre in moto nella patria della pioggia dove non si è quasi mai corso in situazioni di asciutto. Il circuito è stato riasfaltato a fine febbraio sia per il Gran Premio di Formula uno sia per quello di motociclismo.
Probabilmente il fatto che il GP delle quattro ruote si sia svolto senza una goccia d’acqua ha fatto si che il problema del grip sul bagnato non fosse evidenziato ma con le moto è venuto fuori il disastro completo e così la gara delle due ruote è saltato letteralmente in aria.
In aggiunta il fornitore degli pneumatici, la francese Michelin, non era venuta a fare i test per procurare gomme performanti per la corsa e la frittata è stata fatta.
Il responsabile della casa francese aveva avvertito tutte le case motociclistiche che in caso di asciutto secondo le loro informazioni il grip del circuito sarebbe migliorato rispetto al vecchio asfalto ma in caso di pioggia alla pista mancava completamente il drenaggio lasciando laghi di acqua anche nei rettilinei e non solamente nelle curve rendendo la pista praticamente impraticabile.
Purtroppo alla resa dei conti tutto ciò si è dimostrato esattamente il vero e forse qualcosa di più provocando un serio incidente al sabato al malcapitato pilota spagnolo Tito Rabat e non è un caso che la decisione di non correre sia stata presa dai piloti all’unanimità, solo uno di loro era favorevole a correre, e questo rende merito alla Dorna che ha seguito il parere dei veri protagonisti delle gare motociclistiche.
Detto ciò credo che la colpa di questo disastro sia diviso in parti uguali tra il proprietario del circuito di Silverstone e la scarsa professionalità della Federazione Internazionale Motociclistica nel non fare una corretta omologazione.
E’ incominciato il balletto dello scarico di responsabilità da ambo le parti ma francamente chi deve dare il sigillo dell’omologazione deve sempre e comunque essere l’ente preposto ed in questo caso si tratta della FIM, non ci si può fidare di un circuito anche se storico come quello di Silverstone che può anche essere soggetto ad errori grossolani di riasfaltatura, come è avvenuto. Mi rendo conto che omologare un circuito sull’asciutto e sopratutto sul bagnato sia complicato e sopratutto costoso ma la sicurezza è parte fondamentale degli sport motoristici a livello mondiale.
Credo che la differenza fra le quattro ruote e le due ruote sia sopratutto data dalla Federazione Internazionale Automobilistica che in piena autonomia si dedica a questo compito e lo assolve con grande professionalità, mentre la Federazione Internazionale Motociclistica ha a sua disposizione pochi mezzi finanziari ed è legata in maniera pesante alla potenza finanziaria della Dorna. Questa differenza di autonomia è la chiave di lettura della ancora grande differenza di professionalità tra le quattro e le due ruote ed il gap credetemi è ancora grande a favore delle quattro ruote.