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Pernat: Marquez e Iannone, questione di orgoglio

Il manager genovese: "per motivi diversi Marc ed Andrea hanno voluto dimostrare qualcosa. Lo spagnolo ha stravinto, l'italiano ha riaperto il suo mercato"

Pernat: Marquez e Iannone, questione di orgoglio

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Marc Marquez si era sentito ferito nel suo orgoglio di fronte alle critiche, anche pesanti, arrivate come conseguenza del sul suo comportamento in gara a Rio Hondo. Il suo orgoglio di fenomeno si è manifestato del tutto in Texas dove ha strapazzato i suoi rivali, dando una dimostrazione di forza che da tempo non si vedeva sui campi di gara: quasi 4 secondi di vantaggio sul secondo arrivato, Maverick Vinales, e quasi dieci al suo acerrimo nemico Valentino Rossi.

Poche scuse per la concorrenza: la supremazia del fenomeno spagnolo è stata imbarazzante a partire dal primo giorno delle prove ufficiali. Sicuramente Marc è aiutato moltissimo dalla sua Honda che ha fatto passi da gigante per quanto riguarda l'elettronica ed il motore ed è ritornata ad essere la moto da battere come nel passato, ma il pilota spagnolo pennella delle traiettorie impossibili e guida con una cattiveria sportiva che non si vedeva da tempo nei Gran Premi.

Quanto conta la motivazione in un pilota di moto non si può spiegare su un foglio di giornale, né sul web ma, credetemi, è quasi tutto nello sport dei motori e ti da quel 10% in più che ti fa sbaragliare la concorrenza. Naturalmente se hai del talento.

Una dimostrazione che ha dato anche Andrea Iannone. Lo so, sono parte in causa, ma il suo è stato un meraviglioso terzo posto davanti a Valentino Rossi. Un podio che si rivelerà importantissimo per la sua conferma in Suzuki per la stagione 2018.

Il pilota abruzzese era ormai sotto il mirino dei media e degli sportivi per gli scarsi risultati della scorsa stagione e la motivazione è stato il rischio di rimanere a piedi. Ciò lo ha ri-trasformato nel pilota a cui tutti prevedevano un avvenire iridato.

Ora finalmente si è sbloccato e vedremo il vero Andrea anche se la Suzuki non è ancora allo stesso livello di Honda, Ducati e Yamaha e credetemi: oggi la MotoGP si sta avvicinando alla Formula Uno. Il mezzo conta il 70% in termini di vittoria finale.

Brutte notizie invece da parte Ducati che sembra aver perso la strada maestra della scorsa stagione. Credo che l'errore più grande sia stato fatto dai tecnici della casa italiana nel voler fare due tipi di sviluppo differenti sopratutto per venire incontro allo strapagato Jorge Lorenzo che ha bisogno di una moto differente rispetto a quella di Andrea Dovizioso.

Auguriamoci che la casa di Borgo Panigale ritorni sui suoi passi tornando a supportare totalmente Andrea Dovizioso che ha dimostrato di potersi giocare il mondiale sino all'ultimo Gran Premio e lascino perdere lo sviluppo riguardante Jorge Lorenzo che sembra ormai non più in grado di portare questa moto ai vertici della categoria.

Brutto GP anche per Valentino Rossi, battuto anche dal suo compagno di squadra Maverick Vinales, ma soprattutto è sembrato scarico dopo le liti con lo spagnolo Marc Marquez. Qui di motivazioni probabilmente ce ne stavano molto poche

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