Prima di parlare della fantastica vittoria della Ducati di Andrea Dovizioso in Malesia occorre evidenziare il problema nato dopo l'operazione di riasfaltatura dell’intero tracciato.
I lavori evidentemente non sono stati effettuati a regola d'arte, o è emerso qualche imprevisto perché tra il manto di usura e lo strato di appoggio è sembrata mancare l' intercapedine in grado di drenare l’acqua in caso di pioggia con la conseguenza che l’umido riaffiora in superficie e la pista rimane bagnata con chiazze di acqua pericolosissime per la incolumità dei piloti.
Un errore incredibile che dovrà essere assolutamente risolto con un’altra asfaltatura che elimini del tutto il problema. Soprattutto dovrà essere fatto prima delle prove invernali dei primi di febbraio.
La conseguenza a Sepang è stata quella di assistere a più di dieci cadute nella Moto3 a causa delle chiazze di umidità, nonostante non piovesse da alcune ore e solamente il Dio delle moto ha fatto poi piovere a dirotto risolvendo un problema che con la MotoGP, data la loro potenza, poteva essere drammatico.
Ciò premesso domenica scorsa è stata in tutto e per tutto la giornata Ducati con la seconda vittoria della stagione, prima in Austria con Andrea Iannone, da parte di Andrea Dovizioso che ormai da quattro anni portava in avanti losviluppo della rossa di Borgo Panigale e che mai aveva raggiunto il gradino più alto del podio.
Un pilota, Andrea Dovizioso, conosciuto ed apprezzato per la capacità di sviluppare le motociclette a lui affidate, insomma a tutti gli effetti un campione che ogni ingegnere vorrebbe avere alle sue dipendenze.
Andrea ha una capacità di gestire le gare come pochi. A cinque giri dalla fine ha messo in atto la sua strategia con grande lucidità. Questo suo gran pregio purtroppo a volte diventa un difetto perché per vincere i Gran Premi a volte serve quel pizzico di follia che ti permette di battere la concorrenza.
Andrea ha 30 anni ed ha iniziato da piccolo con le mini moto sfidando Marco Simoncelli, allora il suo avversario numero uno, arrivando a vincere un mondiale classe 125 con la Honda nel 2004. Poi nella classe 250cc non è riuscito a portare a casa il titolo e si è cimentato nella classe regina guidando le Honda e la Yamaha ufficiali vincendo un solo gran premio nel 2009 a Donington sempre sul bagnato che è la sua specialità.
Insomma un pilota adatto alla Ducati per portare avanti lo sviluppo, visto i suoi trascorsi con tutte le altre case ufficiali, a cui affiancare un pilota con un pizzico di follia che a lui non appartiene e probabilmente per questo la casa italiana ha ingaggiato lo spagnolo Jorge Lorenzo. Il risultato è una squadra ben assortita e competitiva.
Piangeva sotto il casco durante l’ultimo giro pensando a tutti gli sforzi e a tutte le cadute occorsigli nello sviluppare una moto difficile e fisica come la Ducati. Con il Gran Premio di Sepang si è risolto anche il duello fra Valentino Rossi e Jorge Lorenzo con la conquista matematica del secondo posto da parte del Dottore di Tavullia.
A questo punto la Yamaha dovrà lavorare molto dal punto di vista tecnico visto che è da Barcellona di questo anno che non vince una gara. Insomma sono dieci GP che la casa dei tre diapason non sale sul gradino più alto del podio: un record negativo difficile da ritrovare nella storia la casa giapponese.
Non sempre Valentino Rossi potrà metterci una pezza e forse nemmeno il nuovo acquisto Maverick Vinales pare in grado di poterlo fare.