La prima pietra è lì nella sua teca e solo il destino ha permesso di ritrovarla. Una telefonata inattesa da parte di chi l’aveva davvero ritrovata ed ecco che il primo vero pezzo di storia della Ducati è stato ritrovato e messo nel posto che le compete, ovvero ad accogliere gli appassionati che si recano in visita al Museo a Borgo Panigale.
Una volta dentro, i colpi al cuore si susseguono. Una strada che ti porta ad osservare il Cucciolo, i primi Desmo, la prima Scrambler. Da un lato le moto che hanno fatto sognare gli appassionati di tante epoche su strada, dall’altro tutte quelle che hanno corso in pista vincendo a ripetizione e consegnando il marchio di Bologna alla storia del racing.
Solo chi ha il cuore di pietra non si emozionerà davanti alla moto del grande ritorno di Mike Hailwood al TT nel 1978, come solo chi non è capace di sognare non sentirà il battito del cuore accelerare alla vista della 888 con il numero 9 di Giancarlo Faloppa sul cupolino. La 916 di Fogarty, la 999 di Hogdson e la 1098 di Bayliss. Poi l’inizio della epopea della MotoGP con la Desmosedici GP03 che vinse a Barcellona con Loris Capirossi. Nel mezzo anche la Elefant delle Dakar, quelle vere.
Un vero tuffo nel passato che è necessario per comprendere il presente, che serve per capire come sia possibile che una fabbrica di moto tutto sommato piccola sia stata in grado di vincere, di innovare, di essere percepita come un vero mito del motociclismo. C’è la prima e bellissima Monster 900, c’è la Desmosedici RR. La lista è davvero lunghissima, e mi viene quasi un magone quando mi imbatto nella Pantah 500, la prima moto entrata nella mia vita grazie a mio zio Tito, che la possedeva e che facendola rombare nel cortile del mio palazzo mi condannò per sempre ad amare le moto. Una dolce condanna e la difficoltà di non emozionarsi troppo nel trovarla lì nel museo.
Magari non tutti hanno una storia personale legata alle moto esposte qui, ma sono certo che tutti gli appassionati di motori debbano almeno una volta nella vita andare a Borgo Panigale per osservare queste moto tutte assieme. C’è tantissima storia da scoprire, c’è tanta emozione da vivere e c’è anche la necessità di comprendere quanto Ducati sia un vero patrimonio per chiunque ami il motociclismo.