C’è da mangiarsi le mani, eccome se c’è da mangiarsi le mani. Di sicuro non vogliamo infierire, anche perché ci avrà pensato già lui stesso a cospargersi il capo di cenere. Sta di fatto che a Jerez Marc Marquez ha gettato all’aria la possibilità di conquistare la nona vittoria stagionale su dieci gare disputate.
Quanto accaduto lo sappiamo bene: nel corso del terzo giro il 93 è finito a terra in curva 8 mentre occupava la terza posizione alle spalle di Bagnaia. Una volta tornato in pista, lo spagnolo ha dato il via a una forsennata rimonta, che lo ha visto chiudere 12° alle spalle della Honda di Zarco.
In merito a quanto fatto dallo spagnolo ci sono diversi aspetti che andremo ad analizzare. Il primo è il distacco dal primo classificato: nel momento in cui è rientrato in pista, Marc era 22° a 19”388 dal vertice. In seguito, con la carena distrutta, ha chiuso 12° a 20”890 da suo fratello Alex.
I cronologici del 93 parlano chiaro: nonostante una moto limitata per via dei danni alla carena, Marc è riuscito a fare ben sei tornate sotto il muro dell’1’38”, a conferma di quello che fosse il suo potenziale. Tra queste ne troviamo ben tre di fila tra il 17° e il 19° con il giro personale veloce in 1’37”544.
Nel momento in cui Marc ha abbassato i propri crono, suo fratello Alex li ha invece alzati, perché dal 19° giro a seguire il portacolori Gresini ha girato sull’1’38”, gestendo la gomma e il vantaggio sulla Yamaha di Quartararo. Una condotta quindi all’attacco nella prima fase di gara per il 73 per poi contenere nell’ultimo terzo, laddove suo fratello non si è risparmiato per risalire la classifica e guadagnare posizioni.
Guardando invece alla gara di Bagnaia, i numeri mostrano chiaramente quanto fatto dal vicecampione del mondo. Nei primi dieci giri di gara il ritmo di Pecco si è attestato sull’1’37” alto. Poi però il piemontese ha alzato il proprio ritmo, senza più riuscire a scendere sotto al muro dell’1’38”.
Il suo giro più veloce in gara resta quindi quello in occasione del secondo giro, dove ha stampato il crono di 1’37”442. Otto giri sull’1’37” per Bagnaia per poi tirare i remi in barca e chiudere terzo alle spalle della Yamaha di Quartararo.
I cronologici ci dicono quindi una cosa molto semplice: con una carena distrutta, Marc Marquez ha corso a Jerez mostrando un passo da vittoria, se non addirittura migliore rispetto a quello di suo fratello, vincitore del GP. A questo punto siamo dell’idea che il rammarico sia ancora più grande alla luce di quanto visto in pista.
Con i se e i ma però non si va da nessuna parte, di conseguenza non resta che fare tesoro dei propri errori e voltare pagina guardando a Le Mans, ovvero l'occasione per il riscatto.