Ci aveva abituato e si era abituato ad essere il migliore tra i piloti Honda ed invece a Jerez de la Frontera, primo round europeo del calendario, Johann Zarco ha mancato l'appuntamento con la top 10 dato che dopo l'uscita della Sprint Race, il GP lo ha terminato in undicesima piazza.
“È stato un weekend complicato, ma sapevo che avrei potuto incontrare delle problematiche in questi giorni – ha ammesso - Amo questo genere di sfide, anche perché mi aspettavo di vincerla ma non ci sono riuscito. Tra venerdì e sabato abbiamo faticato molto, per cui per questa domenica il mio obiettivo era semplicemente di portare a casa qualche punto in quanto la fiducia che avevo acquisito non l’ho riscontrata qui. In particolare non sono stato in grado di giocare con gli angoli di piega o di sentirmi a mio agio con l’anteriore a differenza di quanto avvenuto sin dall’inizio del campionato”.
Diverse le criticità incontrate. “Su questo tracciato si è rivelato tutto molto più complesso. E’ stato bello vedere altri faticare e compiere errori perché era l’unico modo per recuperare posizioni. Sul finale Marini è stato molto incisivo e ha chiuso bene ogni pertugio, in ogni caso meglio i cinque punti dell’undicesimo posto che nulla”, ha proseguito riconoscendo che anche le difficoltà sono una lezione.
“Ci sono certamente delle cose da imparare da Jerez. Probabilmente è una pista che non si adatta al mio stile. Alla luce del lavoro che sto facendo in questo senso ero certo che ne sarei venuto a capo, ma non sono riuscito a fare i progressi che mi aspettavo. Ciò che conta comunque è avere dei punti in tasca”, ha poi riconosciuto.
Entrando nel dettaglio dal punto di vista tecnico ha spiegato: “Qui non sono stato capace di lottare con gli altri, colpa di un ingresso in curva non ottimale e del fatto che la moto scivolava molto. Forse avrei dovuto lamentarmi di più del grip posteriore. Mi sono sempre focalizzato sull’entrata trascurando l’aderenza posteriore. Ho cercato di affrontare le cose in maniera logica, ma questo fine settimana non ha funzionato. E’ dura da accettare, ma analizzeremo la situazione e io continuerò a lavorarci. Su questo circuito ho sempre sofferto, ma anche in altri, eppure se altrove quest’anno ho trovato una la chiave per svoltare, qui non è stato possibile e ho fatto un passo indietro”.
Il test potrebbe essere d’aiuto. “E’ ciò che mi auguro. Ci saranno alcune cose portate da Honda da provare e in più ci concentrerò sull’assetto per tornare più forte. E’ positivo poter provare qui. Adesso è essenziale fare un reset e comunque guardare al positivo. perché anche nelle difficoltà so di poter essere costante e di poter portare qualcosa alla squadra. Alla fine la corsa era partita bene perché nelle prime due curve da decimo mi sono trovato sesto. Credevo di aver fatto il difficile ed invece non avevo velocità”, ha ammesso.
Il nuovo motore portato in corsa da Espargaro potrebbe dare una mano. “Domani lo proverò anche se questa non è la pista più adatta per verificare il comportamento di un propulsore in quanto si raggiungono a malapena i 300 km/h, ma certamente oggi rispetto al 2024 controlliamo maggiormente lo spinning e siamo costanti da un giro all’altro. Questo ci sta consentendo di lottare con gli altri. Anche se in prestazione non si vede un granché come miglioramento, lo si nota nel comportamento generale della moto. Le nuova unità potrebbe portarci un po’ di potenza in più, ma la maggior competitività di Aleix in rettilineo deve essere confermata su altri tracciati in quanto qui si verifica anche l’impennamento che è un ulteriore problema in accelerazione”, ha concluso.