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MotoGP, Quartararo: “Non voglio crearmi aspettative: la M1 è la stessa di Austin”

“Era da tanti anni che non comandavo una gara di MotoGP e sapere di essere veloci e potersela giocare è importante mentalmente, ma non abbiamo nulla che ci abbia fatto fare un passo avanti”

MotoGP: Quartararo: “Non voglio crearmi aspettative: la M1 è la stessa di Austin”

La caduta nella Sprint è stata l’unica piccola macchia di quello che è stato un fine settimana da incorniciare per Fabio Quartararo a Jerez. Scattato dal primo posto in griglia grazie alla fenomenale pole position conquistata ieri, l’alfiere Yamaha si è portato subito in testa al GP di Spagna, mantenendo il comando delle operazioni fino all’11° giro di gara, quando si è dovuto arrendere al poderoso rientro di Alex Marquez con la Ducati del team Gresini. Non avrà vinto la corsa, ma El Diablo può comunque rallegrarsi per aver conquistato il primo podio dell’anno, proprio sulla pista dove aveva faticato di più nel 2024.

“È stato un fine settimana davvero speciale per me, soprattutto per quanto riguarda la pole position e la partenza abbastanza aggressiva nella Sprint, con Marc in Curva 1. Stiamo stati veloci questo weekend e sappiamo che facciamo un po’ più fatica alla domenica dopo la gara della Moto2, ma sono riuscito a fare il mio passo e, anche se le mie traiettorie sono diverse da quelle degli altri, sono stato in grado di comandare la corsa per qualche giro - ha ricordato Fabio - È stato veramente importante per noi, perché dopo che Alex mi ha superato non ho potuto seguirlo nemmeno per poche curve, ma poi sono riuscito a fare il mio ritmo e a chiudere nella miglior posizione in cui potessi finire oggi”. 

Una bella corsa, che ha permesso al campione della MotoGP 2021 di tornare a calcare il podio dopo una lunga attesa.

Mi sono divertito in gara, anche perché era da tanti anni che non comandavo una corsa di MotoGP. La sensazione di non avere nessuno davanti è fantastica e credo sia stato un bel passo per me dal punto di vista mentale sapere che siamo veloci e possiamo lottare con gli avversari - ha sottolineato - Ritengo tuttavia che non dovremo avere aspettative per le prossime gare, perché la moto è la stessa degli ultimi due Gran Premi e sappiamo quanto abbiamo faticato in Qatar. Dobbiamo cercare di mantenere la calma e il giorno in cui avremo l’opportunità di fare questo genere di GP faremo il possibile per coglierla e fare ciò che abbiamo fatto oggi”. 

Nonostante la M1 fatichi alla domenica, Quartararo è stato piuttosto performante anche nei primi giri di gara. Cosa è cambiato oggi rispetto agli appuntamenti precedenti?

“Nulla: continuiamo a fare fatica, ma credo che la battaglia tra Bagnaia e Marc Marquez nei primi giri mi abbia aiutato a prendere un po’ di margine - ha risposto il pilota Yamaha - Il mio obiettivo era lo stesso di ieri, ossia andare molto forte nei primi giri e poi tenere il mio ritmo. Ho chiesto troppo all’anteriore, ma facciamo ancora fatica a inizio gara”.

Anche la velocità di punta e la trazione, storici problemi della M1, non sono sembrati dare particolari grattacapi al transalpino, che ha cercato di spiegare a cosa potrebbe essere dovuto questo miglioramento delle performance visto in Andalusia.

“Come dicevo, la moto è la stessa di Austin. Abbiamo semplicemente smesso di fare più assetti nel corso del weekend, cercando di mantenere la stessa moto, anziché cambiare tutto, e di far sì che io la portassi al limite. Non abbiamo nulla in questo momento che ci abbia fatto fare un passo avanti, mentre domani (nei test ndr.) speriamo di avere qualcosa. Questo è quel tipo di fine settimana in cui mi sono sentito subito bene e ho portato avanti fino a oggi queste belle sensazioni. È proprio perché la moto è uguale che ho detto di non avere aspettative per le prossime gare, ma vedremo se potremo continuare su quest’onda anche nei prossimi appuntamenti” ha commentato il 26enne, ammettendo poi di non aver avuto particolari problemi di vibrazioni date dalla gomma posteriore.

“Noi non abbiamo mai avuto problemi di chattering, per quanto ne stiamo sperimentando un pochino quest’anno. È come se succedesse solo in alcune curve particolari, come quella lunghissima a destra in Qatar dove il posteriore saltella in ingresso. Qui non ho avuto vibrazioni tranne che in gara nelle curve 7 e 8, le due curve veloci a sinistra, ed è una cosa molto strana perché non ci è mai successo in passato. Ascoltando anche gli altri piloti però sembra che le curve siano molto simili e lo siano anche le vibrazioni”, ha spiegato.

Fabio vuole mantenere i piedi per terra, soprattutto perché il prossimo Round si terrà sul suo circuito di casa.

“Credo che Le Mans sia una buona pista per me, perché ci sono tante frenate aggressive ed è un tracciato dove non c’è un grande degrado delle gomme. Credo che sia stata un po’ questa la chiave di questo weekend, perché in Qatar, dove sappiamo esserci un consumo delle gomme, credo che le Ducati spingano un po’ meno rispetto a noi per mantenere il tempo, mentre io poi arrivo a un punto in cui ho un grosso calo - ha osservato - Qui ho potuto spingere al massimo per tutta la gara con un basso calo delle gomme e Le Mans è quel tipo di gara che può essere simile a questa. Ma non voglio essere troppo entusiasta, perché se mi creassi delle aspettative e volessi salire sul podio e poi dovessi chiudere quinto non sarei contento. Ovviamente darò il massimo, come ho fatto questo fine settimana, e spero di partecipare domenica alla conferenza stampa (riservata ai primi tre ndr.)”.

Mentre la Casa di Iwata continua a lavorare alacremente sullo sviluppo delle moto con il motore V4 per il prossimo futuro, Quartararo ha dimostrato che la M1 continua ad avere dei punti di forza anche con il quattro in linea. Interrogato su come vorrebbe che proseguisse lo sviluppo, ha risposto: “Non posso dire quale preferisco, perché non ancora guidato la moto nuova. Una cosa che dobbiamo migliorare, non so se con la nostra moto attuale o con quella con il V4, è il modo in cui approcciare le curve, perché usiamo molto l’anteriore in frenata e non il posteriore. Girando da soli va abbastanza bene, ma appena commetti un piccolo errore in frenata e la moto scivola è molto aggressiva. Credo che adottare il V4 sia la via per essere avvicinarsi a questo stile di guida, ma io voglio soltanto avere una moto veloce e lottare con gli altri. Sarà difficile e spero che Yamaha riuscirà a gestire nel miglior modo possibile i due progetti in parallelo. Staremo a vedere”.

Il pilota francese ha poi parlato del fatto che la Yamaha vada storicamente molto veloce nelle curve 11 e 12 di Jerez, sia in MotoGP che in Superbike.

“Credo che la R1 e la M1 siano due moto molto diverse. Anche se con un motore simile - ha puntualizzato ridendo dopo un’osservazione di Bagnaia - Per esempio l’anno scorso, però, erano le curve dove faticavamo di più: la moto si muoveva tantissimo e non piegava. Dalla passata stagione ad oggi, credo che avremo cambiato almeno quattro o cinque specifiche di motore per avere una migliore gestione della moto e meno scuotimenti. Sfortunatamente abbiamo perso un po’ a livello di potenza, perché il motore era molto veloce ma molto aggressivo. Quindi, non importa se la Yamaha era forte in passato oppure no: l’anno scorso avevo chiuso 15° con la sindrome compartimentale e 40 secondi di ritardo dal primo, mentre quest’anno siamo molto più vicini. Non c’è alcun confronto da fare con il passato, ora è tutta questione di dettagli”. 

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