Ormai nel paddock non si parla d’altro che della nuova moto di Yamaha con il motore V4, quella affidata ai tester di Iwata pochi giorni fa a Valencia. In due versioni: una di 1.000 cc (da usare, se possibile, già il prossimo anno) e un’altra di 850 cc (prototipo per il 2027). Logicamente, gli uomini in blu hanno le bocche cucite, così siamo andati a stuzzicare il direttore tecnico Max Bartolini, con un’intervista di cui potete vedere il video qui sopra.
L’ingegnere forlivese ha accolto il nostro invito e ha risposto con spiccata ironia: “volete sapere com’è la nuova moto? Assomiglia alle altre” ha scherzato.
Fra il serio e il faceto, Bartolini ha comunque parlato seriamente di uno dei progetti più importanti della storia di Yamaha, una vera e propria rivoluzione.
“Siamo nelle fasi preliminari di sviluppo - ha spiegato - Parliamo sempre del motore, ma la cosa più complicata è fare tutta la moto. Il lavoro sta andando bene, siamo lontanissimi da fare delle prove prestazionali, ma tutto procede come previsto. Come succede con tutte le moto nuove, ci sono sempre dei problemi nello sviluppo, ma siamo allineati nella road map. In certi momenti, non c’è niente di scontato”.
Quando Quartararo e Rin potranno provarla?
“Quando i nostri tester valuteranno positivamente la moto e ci sarà un riscontro prestazionale, a quel punto la faremo provare ai piloti - la risposta - È ancora tutto da definire. Finché non vediamo che la nuova moto è più performante dell’attuale, non ha senso distogliere i piloti dal loro lavoro”.
È il momento di rimboccarsi le maniche.
“Lo sforzo è grande, come l’impegno che Yamaha ha messo in campo - ha continuato Max - Ovviamente, i progetti dovranno sfumare l’uno dentro l’altro e quello sarà la parte difficile. Prima di decidere con che moto correremo nel 2026, devi vedere dei vantaggi. Sulla carta li conosciamo, ma bisogna verificarli. Anche perché ora siamo più o meno a mezzo secondo dai migliori, fare una moto più veloce di 5 decimi è molto difficile, ma farla che vada mezzo secondo più piano è un attimo” ha sorriso.
Ha anche chiarito perché imbarcarsi nel costruire una moto che - nel migliore dei casi - potrebbe correre per un solo anno prima del cambio di regolamento.
“Anche se non riuscissimo per il 2026 ad avere l’evoluzione che vogliamo, bisogna sempre pensare che siamo un’azienda che non ha conoscenza su quell’architettura di motore e su quel tipo di moto. Non puoi partire per il 2027 con un progetto completamente nuovo, ancora di più con il cambiamento delle gomme, senza nessun tipo di esperienza. In ogni caso sarà un progetto propedeutico al 2027”.
Buttare via tutto, però, sarebbe un peccato. Chissà se non si sta pensando a una R1 V4 con cui correre in SBK… “Personalmente piacerebbe molto e spero che si di ispirazione, ma altro non so” ha alzato le mani Bartolini, tornando a spiegare come sta funzionando il nuovo asse Italia-Giappone.
“Stiamo facendo lavorare le strutture più in congiunzione, cercando di migliorare la comunicazione e abbiamo potenziato la parte italiana. Io vado spesso in Giappone, come molti giapponesi vengono in Italia. Il grosso del veicolo viene fatto in Giappone, ma ci sono parti che costruiamo in Europa e altre per cui facciamo in Europa i prototipi e la industrializzazione in Giappone. Yamaha è sempre stata world wide, ha sedi ovunque, e questa filosofia si vuole estendere anche alle corse”.
L’ultima domanda è se il prossimo anno si potranno vedere in pista due moto diverse: la 4 in linea e la V4.
“Non lo so, io spero che si prenda una sola direzione perché correre con due tipologie di moto è una complicazione estrema. Per andare più forte, però, siamo disponibili a fare qualsiasi cosa”.
Prima di congedarsi, Bartolini ha voluto fare un regalo speciale ai lettori di GPOne. Ha preso carta e penna e ha disegnato la nuova Yamaha. Non ci credete? Guardate il video qui sopra.