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MotoGP, Nobuatsu Aoki: "Marquez potrebbe rivelarsi un danno per la Ducati"

"Marc riesce a tirare fuori il 120% dalla moto e in ottica futura questo potrebbe influenzare lo sviluppo della Desmosedici tagliando fuori tutti gli altri piloti a partire da Bagnaia"

MotoGP: Nobuatsu Aoki:

E’ stato uno dei protagonisti della categoria regina del Motomondiale anni ’90, tanto da classificarsi al terzo posto nel 1997 alle spalle di un gigante della classe 500 come Mick Doohan e di Tadayuki Okada. Nobuatsu Aoki è ormai da tempo un semplice spettatore competente e come tale ha riconosciuto la supremazia di Marquez, in questo momento in stato di grazia dopo le tante difficoltà incontrate a partire dall’infortunio di Jerez del 2020.

E’ come rivedere il Marc dell’epoca Honda. Possiede delle capacità di guida eccezionali, ragion per cui riesce a far rendere in una maniera incredibile qualunque moto. Il suo vero talento risiede nell’essere in grado di guidare oltre le potenzialità intrinseche del mezzo che ha a disposizione, il suo pensiero riportato da AS.

A questo proposito per il nipponico la GP25 non sarebbe allo stesso livello della GP24. “Il deficit riguarda principalmente il freno motore, in quanto l’attuale Desmosedici ha ridotto in modo drastico la perdita di attrito e Bagnaia sembra patire maggiormente questa novità, ecco perché vorrebbe tornare alla moto precedente, ma si trova in una situazione complicata”, ha spiegato.

Ed è qui che il peso specifico dell’32enne di Cervera, alla lunga, potrebbe giocare un brutto scherzo alla Casa di Borgo Panigale. “A prima vista quello che sta riuscendo a fare è fantastico, tuttavia quando si porta la moto al 120% delle sue capacità, si rischia di far perdere la direzione agli ingegneri. Come già successo per la RC213V il pericolo è che si renda impossibile comprendere quanto può fare il veicolo al 100%. In HRC venne infatti creata una moto che poteva essere condotta soltanto da qualcuno al 120% e quello era Marquez”, la sua sentenza.

Per adesso questa ipotesi sembra scongiurata, ma il 2026 resta un'incognita. “La Ducati di oggi è versatile e chiunque può guidarla, ma l’anno prossimo potrebbe cambiare tutto. Visto che l’iberico sta conseguendo certi risultati, i tecnici potrebbero pensare che sia la versione migliore della Desmosedici e di fatto complicare la vita a Pecco e ai team satellite”, ha concluso il suo ragionamento.

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