Dopo aver assaporato letteralmente la nuova Ducati Panigale V2 in pista a Siviglia, mi era rimasto un unico rimpianto, ovvero quello di non aver potuto provare quel bicilindrico 890, che tanto ha fatto discutere ma che tanto mi era piaciuto, anche su strada. Per fortuna però sapevo che dopo quel test, sarebbe arrivato anche il turno della nuova Streetfighter V2, che con la Panigale condivide tantissimo.
Zona designata per il test, quel sud della Spagna in cui Sergio Leone ha scritto pagine di storia del cinema western, ovvero una calda e assolata Almeria. Una giornata intera in sella per capire quanto sia cambiata la Streetfighter, ma in realtà bastano poche curve per comprendere di essere al cospetto di un oggetto completamente diverso rispetto alla MY 2024.
Se volete scoprire tutti i dettagli tecnici della Streetfighter V2 2025 li potete leggere QUI. Se invece volete sapere cosa ha saputo trasmettermi in una giornata passata tra alcune delle curve più belle al mondo, proseguite pure la lettura.
PROVA Ducati Streetfighter V2S 2025 - Bella e comoda, da fermo ti colpisce
Se parlate con qualsiasi designer nell’ambito moto, scoprirete che uno degli incubi ricorrenti di chi ricopre questo ruolo è il dover ‘spogliare’ una moto sportiva e disegnare una naked che abbia una sua personalità ben definita. Ma quando ti trovi davanti alla Streetfighter V2 2025, comprendi che tutto sommato questa paura è stata affrontata a testa alta regalando un risultato davvero magnifico. Le linee sono tese eppure morbide, non ci sono dettagli che stonano come spesso accade sulle nude.
Nel complesso il family feeling è rimasto intatto, ma c’è una maggiore ricercatezza nei dettagli che si nota in tanti piccoli particolari. La sagoma del serbatoio, le sovrastrutture disegnate per ‘nascondere’ il radiatore. Tutto è molto elegante, con un design funzionale alla tecnica che però ti regala quella piacevolissima sensazione di essere al cospetto di una moto oggettivamente bella da vedere.
Ma a me interessa sapere se lo è altrettanto da guidare, quindi il momento poetico di osservazione dura poco e salgo in sella. Al cospetto del TFT da 5 pollici riconosci subito un ponte di comando molto simile a quello della Panigale V2, ma qui la piastra di sterzo, il manubrio bello ampio e la mancanza di un cupolino ti fanno ovviamente comprendere subito di essere in sella ad una moto completamente diversa.
Da fermo mi diverto a dare dei colpi di gas, perché il rombo di aspirazione cupo è abbastanza possente da farti godere nel casco. Scoprirò poi in marcia che alla lunga è forse anche un pelino troppo marcato, ma tra questa colonna sonora ed altre meno gratificanti, preferisco di gran lunga la voce della Streetfighter. Ha carattere anche da questo punto di vista e secondo me non stona.
Una volta scelta la mappa, giù la prima e via ed ecco la prima piacevole sorpresa di giornata. In pista non avevo avuto modo di maltratta a basse velocità, mentre su strada posso finalmente capire come si comporta questo motore anche quando vuoi spalancare il gas in 4a a 1500 giri. Temevo di trovarmi di fronte al classico comportamento dei bicilindrici di Borgo Panigale, che di solito mal tolleravano questi scenari. Ma basta poco per ricredermi completamente.
Dimenticate gli strappi, dimenticate le vibrazioni, dimenticate di avere a che fare con un motore quasi infastidito di non essere sfruttato a regimi più consoni. Questo 890 riprende senza problemi in qualsiasi marcia senza il minimo sussulto, con une spinta sempre presente e fluidissima. Quando poi la strada si apre, ecco che i 120 cv uniti ai 175 kg di peso si palesano sotto forma di un mix davvero indovinato, dove c’è prestazione, divertimento e soprattutto facilità.
PROVA Ducati Streetfighter V2S 2025 - Facile? Si, anche da impennare
Facile. Ecco cosa pensi dopo le prime curve. Facile da inserire, facile cambiare direzione, facile rimediare ad una staccata troppo garibaldina in quel tornante che non avevi ben inquadrato. La Streetfighter V2 è un giocattolino che ti permette di sbagliare, ti permette di spingere e ti fa sentire costantemente coccolato da una elettronica che funziona alla grande. Il quick shift è un burro, esattamente come sulla Panigale V2, la curva di coppia è ampia e pur mancando forse quella castagna che ti procura la botta di adrenalina, ti sa far emozionare in altri modi.
Come fa? Semplicemente facendoti sentire al sicuro anche quando su strada procedi a velocità tali da rendere obbligatorio sbriciolarti la patente. Diventa quasi un problema tenerla a bada, ma non mi riferisco alle prestazioni del motore, che sono umane e tutto sommato più che adeguate ad una sportiva su strada. Mi riferisco piuttosto a quella sua tendenza ad invitarti al monoruota, perché con una curva di erogazione così lineare è inevitabile voler fare un’altra pinna. Una sorta di giostra, in cui però hai già l’accesso a tutti i giri che vuoi senza dover fare la fila.
Serve un certo self control per evitare di esagerare, anche quando affronti una bella strada ricca di curve. Lei ti porta ad alzare costantemente l’asticella, un po’ come fanno tutte le Ducati di ultima generazione, moto pensate per essere facili e divertenti e per mettere a proprio agio il fortunato che le sta portando in giro. Il giro nei dintorni di Almeria è bello lungo, ma scorre via tutto con un gran sorriso nel casco. E, da motociclista, io non chiedo altro che sensazioni come queste quando esco con la mia moto.
PROVA Ducati Streetfighter V2S 2025 - L’unico neo? Non costa poco
Ma quindi questa Streetfighter V2s non ha alcun difetto? Se parliamo di difetti oggettivi, mi sento di dire assolutamente no. L’abitabilità buona anche per uno spilungone come me (più di 190 cm). Il motore è perfetto per una naked con cui divertirti su strada e volendo anche in pista. L’elettronica è degna di Star Trek. C’è ovviamente un però, come in tutte le storie e riguarda tutto il prezzo della moto.
Eppure serve fare un distinguo importante tra la S e la standard. La prima costa 18.290 euro e sul piatto mette in più rispetto alla sorella standard le Ohlins ed una batteria al litio, che fa risparmiare un bel po’ di peso. La standard rinuncia a queste due cose, ma costa 15.890 euro e tra le due, io punterei decisamente su questa anche per valutarla meglio rispetto alle rivali sul mercato. Chiaro che chi vorrà il top, non può che puntare sulla S.
Ma quanti poi su strada davvero noteranno la differenza tra le Ohlins della S e le Kayaba della standard? Io credo davvero pochi, mentre tutti si ritroveranno con diverse migliaia di euro in più da spendere magari su accessori per renderla ancora più ricca dal punto di vista estetico e sapete bene che sul catalogo Ducati Performance non avete che da sbizzarrirvi. Detto questo, anche solo valutando il prezzo della standard, questa Streetfighter costa troppo?
Secondo me no, perché offre una esperienza di guida davvero fantastica su strada, mette sul piatto anni di sviluppo che sono stati investiti da Ducati per creare una moto sfruttabile da tutti e super divertente, che al contempo è ricca di fascino ed ha un pedigree tecnico da primissimo livello. Per me semplicemente è una cifra corretta per quello che la Streetfighter V2 sa offrire. Ci sono altre competitor sul mercato che hanno più cavalli, ma sono altrettanto divertenti ed anche tecnologicamente avanzate? Se avete dei dubbi, vi invito ad andare presso un concessionario Ducati per cercare di provarne una, sono certo che dopo sarete d’accordo con me.