Jack Miller è uno di quei piloti che non si è mai nascosto dal dire ciò che pensa. Nella griglia è uno dei piloti veterani con più capacità di adattamento, come sta dimostrando in queste prime gare del 2025 sulla Yamaha del team Pramac, memore anche delle proprie esperienzae sulla Honda, sulla Ducati e sulla KTM. E' un Jack Miller a ruota libera quello che si è raccontato al podcast Gypsy Tales, in cui l'australiano ha detto la sua sulla rinascita di Marc Marquez "un alieno, una reincarnazione", su Pecco Bagnaia, "lo sottovalutano", suo ex compagno di squadra, ed anche sullo stato della MotoGP in generale.
Le aspettative su Marc Marquez in Ducati erano alte già a inizio stagione, ma agli occhi di un pilota i segnali erano già evidenti.
"E' uno tosto, ne ho percepito l'aura - commenta Miller - quando siamo atterrati in Thailandia ed abbiamo preso il charter, su cui sale tutto il paddock, ne ho visto l'aura, è come un dejavu, è una reincarnazione".
Il ritorno di Marc Marquez dopo l'infortunio è uno dei temi di questi ultimi anni di MotoGP.
"E' bello da vedere, sono felice per lui. Credo che nessuno sappia cosa ha passato tranne lui stesso, e ne ha passate di tutti i colori dopo l'infortunio. Ha lavorato sodo, ma guardate la sua forma quest'anno, ha cambiato il suo corpo, è un cavallo da corsa pronto a gareggiare. E' un qualcosa che ha percepito lui stesso, ha ritrovato il feeling e lo sta mettendo in pratica. E' un alieno, è uno che corre fino a che le ruote non cadono. Per anni ha dovuto forzare la mano, ma non funziona. Ora invece è tornato a guidare comodamente. La sua mentalità non è quella di uscire e dire "se non funziona rallento", non lo farà mai. In questi i nostri cervelli hanno qualcosa in comune, hanno un qualcosa che ci dice "si può fare, lo faremo funzionare, si muore di spada", per me questa è la filosofia con cui ho guidato una moto tutta la vita. E' un qualcosa che ti può ferire si, ma ti permette anche di raggiungere i tuoi obiettivi e di arrivare dove sei".
L'australiano poi spende parole al miele per Bagnaia, pilota con cui ha condiviso il box nei suoi anni in Ducati.
"Penso che la gente lo sottovaluti, conosco le sue capacità, non è quel tipo di persona che si mostra appieno ma la sua abilità in moto è fenomenale. Fa delle cose sottili, che non vedi eppure le vedi se sai cosa sta facendo. Il modo in cui prepara le curve, il suo modo è molto diverso dal mio come lo è da quello di Marc, ognuno ha il suo stile unico. Fa delle cose in moto che mi piacerebbe poter fare anche io, il modo in cui fa girare la moto con le spalle senza usare la piega, riesce a fare delle cose eliminando i rischi e salvaguardando anche le gomme, il modo in cui lo fa è fenomenale, e a lui viene tutto naturale, lo fa con eleganza, non so come ci riesce ma è è bellissimo da vedere. Lui ha un'aura diversa".
L'australiano commenta poi le critiche che Pecco ha ricevuto in questo inizio di stagione.
"Ho letto cose assurde quest'anno su Pecco, un pilota che ha quasi vinto il titolo lo scorso anno, dopo averne vinti due consecutivi. E' stato competitivo per quattro anni, attraversando i cambiamenti della MotoGP. Ora c'è stato un altro cambiamento con l'arrivo di Marc ma penso che saprà reagire. Quando Pecco si trova con le spalle al muro è il momento in cui tira fuori il meglio di se. Sarà una stagione interessante e non vedo l'ora di vedere cosa succederà".
Miller commenta poi il suo primo impatto col progetto Yamaha di cui è entrato a far parte, lodandone gli sforzi in un mondo in cui fare sviluppo non è mai facile.
"Non ho mai visto una casa mettere in campo tanti sforzi, in ogni fase, dal reclutamento allo sviluppo del progetto. E' incredibile vederne gli sforzi, in fondo hanno vinto il titolo nel 2021, non è stato molto tempo fa anche se sembra già che siano passati dieci anni. Roma non è stata costruita in un giorno, è lo stesso problema che abbiamo affrontato con la casa precedente (KTM). Non c'è alcuna pillola magica che ti porta in cima, si tratta di mettere assieme tutti quegli 1%, è un processo, è ciò che Ducati ha fatto con Dovizioso e sento che Yamaha sta facendo lo stesso con Fabio Quartararo e magari con me. E' un bel progetto, e sono riusciti anche a tirare dalla loro parte alcuni uomini dalla Ducati, persone che non avrei mai pensato che se ne sarebbero andate. E' un qualcosa di magico ed avere queste persone nell'angolo nel box velocizzerà il processo. C'è una grande differenza tra il prendere qualcuno da un'altra casa, ed il credergli e il fidarsi di loro e della direzione che intendono prendere. Ed è difficile da fare in questo modo che è anche politico a suo modo. Perchè anche tra gli ingegneri ci sono dei gradi, e capita a volte di non trovarsi d'accordo, quindi è importante provare qualcosa di nuovo, non si tratta di reinventare la ruota ma di provare a cambiare il proprio modo di pensare ed il proprio approccio ai problemi".
Il futuro della MotoGP guarda ora al passato, dal 2027 col nuovo regolamento la classe regina subirà dei cambiamenti significativi.
"Penso abbiano fatto la scelta giusta, niente dispositivi o aerodinamica, si torna alla vecchia scuola, cambieranno anche le gomme. Quel primo anno sarà un vero e proprio lancio della moneta. Io spero che ci sarò, nel 2027 avrò 30 anni ma sento di stare ancora migliorando, anno dopo anno".