Pedro Acosta sta vivendo un avvio di stagione 2025 in sordina , rispetto alle scintille (letteralmente) viste lo scorso anno coi due podi nelle prime tre gare, ma sopratutto rispetto alle aspettative riposte su di lui. Al momento è 13° in classifica dietro alle KTM di Binder e Bastianini, al netto del ritiro ad Austin. E' chiaro, circuiti diversi, equilibri diversi, e a questo si aggiunge una KTM che a inizio anno ha dovuto affrontare una 'tempesta' di una certa entità. Un avvio in sordina condiviso però dai colleghi di marca, apparentemente in difficoltà anch'essi a trovare la chiave di lettura del proprio mezzo. La casa austriaca al momento è terza in classifica per una manciata di punti dietro alla Honda, un avvio sicuramente sotto le aspettative che fa da contraltare agli sforzi messi in campo dalle case giapponesi. In tutto ciò si destreggia quindi il giovanissimo Pedro Acosta, 21 anni questa estate, che dopo aver conquistato con gran velocità titoli in Moto3 e Moto2, ora punta giustamente alla consacrazione in classe regina. Il talento di Mazarron ha legato la sua intera carriera alla KTM, ma in questo sport fondato sui millesimi, la tentazione di salire sul cavallo migliore c'è sempre.
“Voglio vincere, questo è chiaro - spiega Acosta - il rapporto tra me e KTM è più personale di quanto molti pensino. Corro con questi colori da quando avevo 14 anni, ne compirò 21 in estate, sono in questa famiglia da sette anni, non sarebbe facile dirgli addio. La moto raggiungerà il livello necessario, ne sono certo”, rassicurava quindi lo spagnolo.
La situazione in termini di mercato è chiara, Pedro Acosta ha un contratto con KTM fino al 2026 che non prevede clausole di rendimento. La casa austriaca infatti ha puntato tutto sul giovane su cui ha investito per anni e che al suo esordio lo scorso anno aveva subito iniziato a conquistare podi in classe regina. Quest'inverno però la scure dei problemi con gli investitori è calata all'improvviso su Mattighofen cogliendo tutti di sorpresa, piloti compresi, anche se sono arrivate subito rassicurazioni riguardo all'indipendenza del reparto corse. Un eventuale 'divorzio' tra lo spagnolo e la casa austriaca quindi sulla carta sembra difficile, anche se non impossibile come ha dimostrato Marc Marquez lasciando la Honda nemmeno due anni fa.
"Sono l'unico in questo paddock che non lo fa per i soldi - prosegue quindi lo spagnolo - Non sento nemmeno una vera e propria pressione, nessuno mi ha messo pressione sulle spalle dal primo giorno in azienda. Quando ero in Moto2, tutti si aspettavano che vincessi il campionato al primo anno. L'anno scorso ero il pilota con più cadute e nessuno ha detto niente. Abbiamo iniziato bene, poi è diventato tutto più difficile e nessuno mi ha messo pressione. Sappiamo che abbiamo ancora molta strada da fare prima di poter provare a vincere il campionato".
Il Tiburon, costretto al ritiro nel round di Austin, rassicura quindi sul proprio stato d'animo.
"La pressione è quella di chi è disoccupato e deve portare il cibo a casa, io sono qui e posso fare ciò che amo. Mi piace guidare: se è così, i buoni risultati di solito arrivano da soli. A volte è più facile, a volte è più difficile, ma se rimango calmo e felice, i risultati arriveranno”.
A sottolineare poi le intenzioni del proprio pilota, ha rincarato la dose il suo manager Albert Valera, che su questo inizio di campionato dello spagnolo a Speedweek dichiarava:
“Le prime gare hanno sempre un carattere speciale. Sarà molto interessante quando la MotoGP arriverà in Europa. Pedro ha bisogno di una moto capace di vincere per raggiungere i suoi obiettivi. Si sta concentrando sul suo lavoro, proprio come KTM. Pedro non vuole altro che arrivare al vertice della MotoGP con KTM. Non c'è dubbio che anche KTM stia facendo tutto il possibile per raggiungere questo obiettivo”.